Come il COVID-19 ha influito sui rendimenti attesi a breve, medio e lungo termine

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Cécile Brasseur, Unsplash

Quando, alla fine del 2019, ai gestori di fondi veniva chiesto che cosa gli investitori potevano aspettarsi da un anno come il 2020, vi era una certo consenso unanime su tre cose: non ci saremmo trovati di fronte ad una recessione ma a un rallentamento dell'economia, le azioni sarebbero state comunque una forma d'investimento con un maggiore potenziale di apprezzamento rispetto alle obbligazioni in un contesto di pochi cambiamenti di politica monetaria e che nel rally dei mercati, che la maggior parte di loro situava al di sotto delle due cifre, ciò che avrebbe fatto la differenza sarebbero stati i fondamentali. Poi è arrivato il COVID-19 a cambiare le carte in tavola e se, come il mondo di oggi, non ha nulla a che vedere con quello del dicembre 2019, anche le previsioni dei gestori sono tutt'altro che simili a quelle formulate alla fine dello scorso anno.

A breve termine, la parola chiave che domina la maggior parte dei commenti dei gestori di fondi che analizzano la situazione attuale è cautela. Non per niente le incertezze sono ancora alte, così come la volatilità, poiché il mondo sta attraversando una pandemia come quella attuale che non è apparsa in nessuna sfera di cristallo degli economisti o degli analisti e le cui conseguenze sono altrettanto imprevedibili. I cali storici registrati a marzo nella maggior parte degli indici di borsa sono stati seguiti da rialzi altrettanto storici in aprile. Il peggio è passato? Molti si chiedono, e la risposta è semplice: non lo sappiamo.

"Crediamo che gli acquisti di titoli delle banche centrali spieghino lo stato d'animo del mercato, ma dubitiamo che possano funzionare per sempre. È possibile che i mercati azionari abbiano già toccato il fondo?", si domandano ad Invesco. A tal fine, hanno emesso nuove previsioni di mercato a 12 mesi sulla base di scenari differenti e, nel caso dei titoli azionari, non valutano alcuno scenario che porti ad una crescita del equity in questo periodo.

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"Le aziende oggi danno priorità alla liquidità e alla sopravvivenza a scapito di due dei tre pilastri principali della valutazione: la crescita e i profitti. Crediamo che in futuro i rendimenti saranno più bassi, la crescita sarà più lenta e i rischi saranno più elevati, creando un ambiente difficile per gli asset a rischio", affermano da MFS Investments.

Una cosa è però il modo in cui le asset class a rischio possano evolvere a breve termine un'altra a lungo termine. Ad esempio, BlackRock ha appena rivisto le sue aspettative quinquennali aumentando i rendimenti di asset class come il debito emergente, le azioni emergenti e le azioni dei paesi sviluppati e riducendo i titoli del Tesoro statunitense o il debito pubblico europeo.

"A parità di condizioni, vendere una data classe di attività la rende più attraente attraverso una lente di valutazione, aumentando meccanicamente i rendimenti attesi nei prossimi cinque anni. Anche dopo un sostanziale rimbalzo dei titoli a rischio nelle ultime settimane, il loro prezzo è sceso quest'anno, ma il calo dei prezzi fornisce comunque un forte impulso ai nostri rendimenti attesi. Al contrario, il rimbalzo dei titoli di Stato ci spinge a ridurre i rendimenti futuri rispetto alle nostre aspettative di inizio anno", afferma il BlackRock Investment Institute.

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Ma che dire delle previsioni a più lungo termine? Il COVID-19 ha portato grandi cambiamenti nelle prospettive decennali di rendimento degli asset? Il DWS Research Institute ha pubblicato un paper che analizza i rendimenti annualizzati che possono essere ottenuti con diversi tipi di attività nell'arco di 10 anni sulla base di tre scenari economici e finanziari.

"Presentiamo tre scenari: il primo (status-quo) utilizza le stesse ipotesi di crescita economica, dividendo e rischio di credito che sono state utilizzate per la nostra pubblicazione annuale all'inizio di quest'anno, aggiornando le nostre precedenti previsioni sulle variazioni dei prezzi e le aspettative di inflazione del primo trimestre. Gli scenari 2 (2009 repeat) e 3 (triangolo) sono scenari alternativi che modificano la situazione economica in termini di crescita, dividendi e ipotesi di rischio di credito con l'ipotesi che la crisi attuale sia della stessa portata della crisi finanziaria del 2008 e quest'ultima presupponendo che la crisi sia molto peggiore, ovvero un evento del tipo che accade "una volta in un secolo", dice il manager.

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Come si può vedere nel grafico sopra riportato, l'aspettativa di rendimento a 10 anni per le azioni è molto simile a quella contemplata alla fine d’anno, lasciando le grandi variazioni a seconda di ogni scenario alle asset class del reddito fisso, soprattutto quelle dell'universo ad alto rendimento.