Come la diversificazione può controllare l’oscillazione dei prezzi

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La strategia multiasset può garantire la flessibilità necessaria per rispondere ai rapidi cambiamenti per muoversi in questa volatilità. Parla Niels de Visser, senior portfolio manager multiasset di NN Investment Partners .

Oggi gli investitori stanno vivendo un contesto di incertezza che sembra non finire mai, alla luce del fatto che i prezzi degli asset non sono oggettivi. E tutto è in mano alle dichiarazioni di chi sta ai vertici delle banche centrali. In che fase ci troviamo a questo punto? 
Gli investitori hanno sperimentato una straordinaria fase nei mercati finanziari. Lo shock del 2008 ha alterato la percezione del rischio da parte di chi guarda ai mercati finanziari, insieme agli interventi senza precedenti delle banche centrali negli ultimi anni. E ora, indubbiamente, la rimozione di questi interventi potrebbe causare varie reazioni. Tutto questo fa sì che i prezzi degli asset siano ancora significativamente distorti. Del resto, questi sono mercati emotivi, dove una dichiarazione di Draghi può muovere i mercati o una cattiva comunicazione da parte della Yellen può portare a grossi outflows. Se poi ci si mette pure la Cina…

Numerosi asset sono prezzati come se i tassi rimanessero bassi quasi all’infinito… 
Sì, tuttavia stiamo iniziando ad affrontare un periodo in cui in alcune aree, come per esempio negli Stati Uniti, i tassi si stanno iniziando a normalizzare, anche se non conosciamo il momento in cui questa fase finirà. Qualsiasi aumento dei tassi può potenzialmente gravare su diversi asset: ci potrebbe essere comunque volatilità anche se i tassi rimangono bassi più a lungo del previsto. In ogni caso, ci troviamo di fronte a esiti difficili da prevedere. 

Cosa vi aspettate?
Con l’attuale livello di incertezza che influisce sul sentiment degli investitori ci aspettiamo che la volatilità, guidata dalle emozioni degli investitori, persisterà finché gli investitori non riusciranno a comprendere il giusto prezzo degli asset. Quando si parla di ‘mercato tendente al ribasso’, il riferimento quindi va all’attuale oscillazione dei prezzi, piuttosto che alla situazione in termini di fondamentali. 

Da un pò di tempo vediamo che i titoli azionari sono più interessanti rispetto all’obbligazionario. Cosa ne pensa?
In un contesto di lento ma complessivo miglioramento, di crescita globale, di politiche accomodanti e di inflazione bassa nella maggior parte del mondo, crediamo che gli attuali premi al rischio offerti dall’azionario compensino abbondantemente per il rischio assunto. E l’Europa, secondo noi, resta un posto molto interessante dove stare, soprattutto grazie alle valutazioni e ai buoni fondamentali tra EPS e dinamica prezzo/utili.

E l’obbligazionario?
Puntiamo all’obbligazionario corporate, sia high yield sia investment grade, attraverso i CDS e gli ETF. E anche al debito governativo.  

Si parla in continuazione di multiasset e anche voi avete due fondi che stanno andando bene. Perché questa strategia è così interessante?
Proprio perché ci troviamo in un ambiente instabile, con un grande focus sulle prossime mosse dei politici, gli investitori dovrebbero aspettarsi una notevole volatilità nel breve termine e dovrebbero anche essere pronti a cogliere le opportunità che potrebbero presentarsi. Ecco perché i fondi multiasset ben diversificati possono garantire la flessibilità necessaria per rispondere ai rapidi cambiamenti e sono, quindi, i fondi meglio posizionati per muoversi in questa volatilità.

Quali sono i fondi a cui si riferisce e quanto sono le masse in gestione sul fronte del multiasset di gruppo?
Sono i fondi NN First Class Multi Asset e l’NN First Class Multi Asset Premium. Il primo è stato lanciato a ottobre 2011 e il secondo a maggio 2014. Il primo ha un obiettivo rendimento del 3% sopra l’Euribor e una volatilità del 5%, il secondo, rispettivamente, del 5% e dell’8%. Il team del multiasset ha 25 miliardi di euro di masse, 20 persone, 7 portfolio manager, 7 pure implementation manager. Il Premium fa uso di strumenti più sofisticati e della leva. 

Che visione ha sull’Italia?
La percezione sull’Italia è positiva e il paese sta facendo delle riforme e sta migliorando nei dati. Sui mercati finanziari il debito italiano performa meglio di quello spagnolo. Le differenze non sono solo relative al mercato domestico: la Spagna, infatti, ha molto a che fare con l’America Latina che sta andando male, in scia alla Cina.