Come sarà il futuro del risparmio gestito?

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Si sa, noi italiani siamo restii al cambiamento. Ci sono alcuni settori poi in cui questo nostro modo di agire è più evidente che in altri. Un esempio eclatante è l’industria del risparmio gestito. "Il modello di business prevalente (per quanto riguarda la clientela di tipo mass retail) non è cambiato molto da quello di 40 anni fa: un processo basato principalmente su reti di vendita fisiche, che si avvantaggia dell’ampia presenza sul territorio", spiega Giovanni Daprà, CEO di Moneyfarm. Eppure sono molte le iniziative che sull’onda della rivoluzione digitale che sta sconvolgendo il mercato dei servizi, stanno cambiando l’industria della gestione del risparmio. Ma quale modello prevarrà? Daprà non ha dubbi: la forma prevalente nel futuro sarà quella ibrida, ovvero quella che integra le tecnologie e il fattore umano. "Con il tempo è risultato evidente che modelli completamente automatizzati facevano fatica a imporsi sul mercato. L’affiancamento di squadre di consulenza e di gestione tradizionale è stata la chiave di volta che ha determinato il successo dei robo", afferma il manager.

Consulenza digitale o professionista in carne ed ossa?
Anche Luca Valaguzza, founder & chief product officer di Euclidea SIM sostiene che il futuro sia "affiancare il servizio di consulenza digitale ad un’opzione con un professionista in carne ed ossa". I vantaggi di questa formula sono innanzitutto il taglio dei costi, ma anche l’indipendenza e la trasparenza del servizio che viene offerto. Nata come il primo private banker digitale, Euclidea è ora, infatti, pronta per offrire un servizio nuovo dedicato a tutti quei clienti che, con patrimoni complessi, necessitano analisi su tutti i loro investimenti e preferiscono essere affiancati da un Digital Wealth Manager. "Un professionista che, sempre grazie alla tecnologia sviluppata dalla società, assisterà il cliente  ottimizzandone gli investimenti, attraverso un analisi dei costi, e gestendo tutto il patrimonio".

Il punto di convergenza perfetto
"Il modello ibrido è il punto di convergenza perfetto tra le nuove aziende del settore e i player tradizionali che stanno investendo per aumentare la propria dotazione tecnologica (e rivedendo i propri modelli) per offrire un servizio di tipo robo", sottolinea Daprà che aggiunge: "L'evoluzione dell’industria del risparmio gestito è stata dettata, come è successo in altri settori, principalmente dai risparmiatori e dalla loro necessità di servizi più trasparenti e più in linea con le loro nuove esigenze. La MiFID II apre una possibilità importantissima: la nuova normativa sui costi spingerà i risparmiatori a richiedere servizi sempre più indipendenti e trasparenti. Come abbiamo già visto nel Regno Unito, l’obbligo di maggior chiarezza accelererà il processo di digitalizzazione dell’industria".