Per capire in che modo viene svolta quest’analisi abbiamo chiesto ai fund selector di spiegarci quali sono le metriche di valutazioni.
Nella scelta di un prodotto, il costo del prodotto è una delle variabili fondamentali da considerare.
Non è sicuramente la variabile più importante, ma un fondo più costoso deve a sua volta ottenere rendimenti che possano giustificare la differenza di prezzo. Innanzitutto nella valutazione dei costi non si prende in considerazione solo il TER (Total Expense Ratio). “Si analizzano le singole componenti di costo oltre che il TER in rapporto alle medie di categoria e ai costi di etf/fondi passivi comparabili, il costo complessivo viene inoltre analizzato congiuntamente al profilo di volatilità e liquidità dell’asset class sottostante”, spiega Fabio Luigi Caon, fund selector obbligazionario di Symphonia SGR. “In caso di performance fee si analizzano eventuali meccanismi di high watermark. L’eventuale onerosità di un fondo diventa un elemento penalizzante nella valutazione soprattutto se associato a sottoperformance sistematiche nel tempo”, aggiunge Daniele Botta, fund selector azionario di Symphonia SGR
Giuseppe Patara, fund selector di Credit Suisse Italy, ci spiega che nella fase di screening iniziale dei vari peergroup, vengono considerate le performance al lordo delle relative commissioni di gestione. “Questo per rendere effettivamente comparabili le diverse strategie”, spiega. Una volta individuati i fondi con caratteristiche più interessanti per la selezione, si procede con l’analisi più approfondita e qualitativa. “In questa fase tipicamente discutiamo con le varie case di gestioni in merito anche ai costi delle classi di investimento e viste le dimensioni spesso rilevanti dei nostri investimenti e il nostro holding period relativamente lungo dei singoli fondi, arriviamo spesso al lancio di classi dedicate o accesso a classi super istituzionali con costi di gestione ridotti”.
Sella SGR definisce delle commissioni di gestione massime per ciascuna classe di attivo di riferimento dei fondi analizzati. “Ulteriori valutazioni dipenderanno poi dallo stile di gestione e dalla capacità di ripagare i costi, seppur mediamente elevati”, spiega Rossana Brambilla, responsabile Fondi Multiasset di Sella SGR.
Scott Thompson, investment analyst, manager Selection Services di Morningstar aggiunge: "quando confrontiamo i costi di un fondo, lo facciamo in riferimento ai peer della categoria Morningstar, e quindi rispetto ai concorrenti diretti. Se i rendimenti sono variabili, le spese sono costanti, quindi, dove possibile, cerchiamo fondi con commissioni più basse. Tuttavia, a volte utilizziamo un fondo con una commissione superiore alla media, ma solo quando abbiamo un alto livello di convinzione che il gestore possa battere il benchmark al netto delle spese".
Banca di Asti utilizza per le sicav esclusivamente classi istituzionali: “Queste sono caratterizzate da costi più bassi, senza retrocessioni e costi d’ingresso. Per gli ETF invece, viene condotta un’approfondita analisi per individuare in un gruppo omogeneo per strategia e asset class lo strumento più conveniente” conclude Fabrizio Carbone, responsabile ufficio gestioni patrimoniali di Banca di Asti.