L’autorità presenta il “Rapporto 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane”. Aumenta l’accesso al digitale e l’interesse per i temi sostenibili.
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Le conoscenze finanziarie degli italiani sotto la lente della Consob nel “Rapporto 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane”, che ha coinvolto circa 2.700 individui rappresentativi della popolazione e dei decisori finanziari del nostro Paese. In questa cornice le criptovalute si confermano elemento di interesse degli investitori italiani, insieme al trading online e ai mercati azionari. Aumenta anche l’accesso al digitale: tra quanti utilizzano la rete nell’ambito delle scelte economico-finanziarie, infatti, circa il 28% riferisce di usare servizi finanziari online più di quanto facesse prima della pandemia; e di questi, quasi tutti sono disposti a mantenere le nuove abitudini anche in futuro, trovando attrattiva, tra le altre cose, la maggiore accessibilità e comodità di utilizzo del canale digitale rispetto a quello fisico. Tuttavia resta poco diffusa la conoscenza dei servizi digitalizzati: in particolare la quota di investitori che afferma di averne almeno sentito parlare oscilla tra il 19% per la consulenza automatizzata (7% tra i non investitori) e il 39% per le cripto-valute (18% per i non investitori). Nel contesto domestico, inoltre, rimane ancora marginale la partecipazione a web community riferite a finanza e investimenti: solo il 6% degli investitori afferma di essere membro di web community finanziarie, mentre il 25% non ne fa parte pur avendone sentito parlare e il 69% non le conosce. L’interesse a partecipare una financial community, manifestato dal 16% degli investitori, si associa negativamente al livello di conoscenze finanziarie e viene espresso più frequentemente dagli individui finanziariamente più vulnerabili
Savona: combattere l’ignoranza finanziaria
A partire dal 2019, si legge nel report, l’indagine include una componente longitudinale, che permette di seguire nel tempo l’evoluzione di conoscenze, attitudini e comportamenti degli intervistati che ne fanno parte. Un quadro fondamentale per analizzare l’azione da intraprendere per “combattere l’ignoranza in materia finanziaria”, ha commentato Paolo Savona, presidente di Consob in apertura di lavori. “Uno dei pilastri su cui poggia il nostro benessere materiale e sociale è la protezione del risparmio”, ha sottolineato Savona, indicando come tuttavia, sia emersa “una fotografia statica” delle conoscenze in materia da parte delle famiglie italiane. “Con le asimmetrie di informazioni che si determinano sul mercato finanziario a seguito del mutamento delle politiche monetarie, sempre più invasive, e della diffusione delle criptovalute, il raggiungimento dell'obiettivo Consob diventa sempre più difficile”, è l’allarme lanciato dal presidente dell’autorità di controllo.
Anche Ugo Bassi, direttore di DG Fisma (la direzione per la Stabilità finanziaria, i Servizi finanziari e l’Unione dei mercati dei capitali) della Commissione UE parla di un quadro a tinte varie in cui emerge come nonostante sia in crescita l’interesse dell’investitore retail verso gli investimenti azionari e il trading online “da un lato siamo ancora lontani da livelli importanti di partecipazione e dall’altro lato si fanno sempre più necessari interventi di salvaguardia, per evitare che poi l’investitore si trovi in una situazione di disagio a lui sconosciuta”. L’intervento della Commissione si svolge lungo una serie di assi, tra i quali Bassi ricorda come “fondamentale” l’approccio nell’ultimo piano d’azione sull’unione dei mercati di capitali del 2020 “in cui si è preso atto della circostanza che molti risparmiatori non utilizzano i mercati di capitali fondamentalmente perché non si fidano o perché ne ignorano le potenzialità, riducendo così i potenziali flussi di capitali alle imprese”.
I dettagli
Lo studio si è articolato in sei sezioni permanenti che hanno indagato: il contesto macroeconomico, la ricchezza e il risparmio delle famiglie; le caratteristiche socio‐demografiche e i tratti della personalità; le conoscenze finanziarie; la pianificazione finanziaria e il risparmio; e scelte e abitudini di investimento. Due focus specifici sono stati invece dedicati a investimenti sostenibili e (come anticipato) digitalizzazione finanziaria. Tra le principali evidenze emerse anche nell’ultima indagine, la componente maschile del campione è quella che ha in capo la responsabilità delle decisioni finanziarie (72%), anche se nella maggior parte dei casi condivide le scelte con il partner. L’età media continua a essere alta (il 49% dei decisori finanziari ha tra i 45 e i 64 anni).
Partecipazione ai mercati finanziari
Nel dettaglio delle scelte di investimento l’indagine mostra un aumento della partecipazione ai mercati finanziari con una quota di investitori pari al 34% nel 2021 contro il 30% della rilevazione 2019. Le attività più diffuse, chiarisce l’indagine, sono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (posseduti dal 43% delle famiglie), seguiti dai titoli di Stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento (24%). Un particolare dettaglio emerge dalla componente longitudinale del campione relativa al triennio 2019-2021, in cui si identificano due sottocampioni: gli investitori entrati nei mercati finanziari nel 2020 o nel 2021 (entrants); e quelli attivi nel triennio (panel investors); e quelli che sono usciti dai mercati finanziari nel 2020 o nel 2021 (exiting investors). “Gli entrants presentano più di frequente un livello di alfabetizzazione finanziaria e di competenze digitali inferiori rispetto a quelle dei panel investors, mentre sono meno propensi alla pianificazione finanziaria e alla gestione del budget e dichiarano più frequentemente condizioni di fragilità finanziaria”, sottolinea lo studio. Quanto alle abitudini di investimento, nel 2021 è aumentata la quota di investitori che si affida a un professionista (28% a fronte del 17% nel 2019), sebbene l’informal advice rimanga lo stile più diffuso (37%).
Investimenti sostenibili
Un altro campo su cui si è concentrata l'attenzione dei ricercatori è quello della sostenibilità. Se da un aumentano i decisori finanziari che dichiarano di conoscere gli investimenti sostenibili (il 20% contro il 18% del 2019) la quota sale tra quelli inglobati nel sottocampione di investitori (il 37% contro il 23% del 2019), ma di questi ultimi soltanto una piccola percentuale (9%) ha già deciso di investire negli ESG, mentre il 73% “li ritiene di suo interesse”. Internet si conferma la fonte di informazione sul tema più frequentemente indicata dagli investitori (43% dei casi; era il 10% nel 2019), ma tra gli investitori informati che si avvalgono del servizio di consulenza finanziaria o di gestione patrimoniale, il riferimento principale è il consulente (40%). La propensione verso gli investimenti sostenibili è più diffusa tra le donne, gli investitori più giovani e i soggetti con un livello maggiore di alfabetizzazione finanziaria e competenze digitali.