È sulla buona strada per diventare la terza economia mondiale e il mercato azionario indiano è il quinto più grande del mondo. Dove trovare le opportunità secondo il gestore di HSBC AM Nilang Mehta.
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Non si arresta la corsa dell’India che prosegue a ritmi sostenuti nella sua traiettoria di crescita. Il Paese vive un momento di grande slancio economico, che rende sempre più attraenti i mercati locali. Il fenomeno non è passato inosservato agli investitori globali, che riservano alle azioni indiane un ruolo sempre più importante nei portafogli. Ne è consapevole Nilang Mehta, Investment Director Asian Equities e gestore della strategia sull’azionario indiano di HSBC Asset Management. L’esperto ha una view positiva sui mercati indiani, in virtù delle elevate prospettive di crescita di lungo periodo del gigante asiatico. “L'India è sulla buona strada per diventare la terza economia mondiale entro la fine del decennio”, dice Mehta. “Il mercato azionario indiano, con una capitalizzazione di mercato di 1.900 miliardi di dollari (secondo i dati di MSCI al 30 settembre 2024), è diventato anche il quinto mercato azionario più grande del mondo”, prosegue. “Questa crescita è stata guidata dall'aumento della quota del PIL indiano sul PIL mondiale e dal conseguente incremento del suo peso negli indici MSCI, che è passato dal 9% a poco meno del 20% (dati a settembre 2024) negli ultimi cinque anni (facendo riferimento agli indici MSCI World e MSCI EM)”, dice.
Un’asset class in crescita
Un altro aspetto interessante messo in luce da Mehta è che le azioni indiane stanno mostrando una minore volatilità rispetto al passato e una correlazione decrescente con altri mercati. “L'inclusione recente delle obbligazioni indiane nei principali indici obbligazionari globali e la relativa stabilità della rupia indiana sono ulteriori indicazioni della crescente rilevanza dell'India nei portafogli globali”, aggiunge. “Il mercato azionario e l'economia dell'India hanno raggiunto una dimensione critica, permettendo agli investitori globali di considerare l’India come un’asset class separata per partecipare pienamente alla sua crescita e aggiungere benefici di diversificazione al proprio portafoglio”, osserva.
Tornando ai fondamentali economici, il PIL dell'India dovrebbe crescere di circa il 7% per l'anno fiscale 2025 e successivamente stabilizzarsi intorno al 6,5% nel medio termine. “I profitti aziendali tendono a seguire la crescita del PIL nel medio termine, ma ci possono essere anticipi e ritardi”, dice il gestore. “Nel medio termine, ci si aspetta che i profitti aziendali in India abbiano un contributo equilibrato dalle aziende esposte a settori dell'economia interna, legati all'aumento dei consumi e al ciclo degli investimenti. I settori orientati alla domanda esterna, come i servizi e le esportazioni di beni, saranno anch'essi un fattore chiave per la crescita dei profitti aziendali”, argomenta.
Dove trovare le opportunità
Nelle ultime elezioni in India, ci si aspettava una vittoria una vittoria più netta del partito del premier Narendra Modi e un ulteriore consolidamento del potere. Modi ha invece ottenuto una maggioranza più risicata, ma nonostante ciò le riforme a favore della crescita nel Paese dovrebbero proseguire. “Riteniamo che le riforme governative siano un processo continuo, poiché ci sono sempre nuove aree di miglioramento”, avverte Mehta. “Detto questo, le riforme sono state mirate a molti settori dell'economia e anche a una governance più ampia. Abbiamo visto che l'impatto positivo delle riforme sull'economia, e di conseguenza sui mercati, si è manifestato già da un po'. Siamo particolarmente entusiasti delle riforme nell'area dell'India digitale, che nel medio termine aiuteranno i settori informali dell'economia. A nostro avviso, questo ha il potenziale per avere un impatto positivo maggiore sull'economia nel lungo periodo”, analizza il gestore che nel panorama delle aziende indiane rintraccia molteplici opportunità: “Prevediamo che settori come quello sanitario, finanziario e industriale avranno i maggiori vantaggi dalle riforme. Inoltre, i benefici delle riforme stanno creando nuovi sottosettori investibili come i fornitori di servizi sanitari e i gestori patrimoniali”, conclude.