Corporate bond, vento in poppa su banche e local utility

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Focalizzarsi su duration brevi, massimo 2-3 anni, possibilmente su emittenti investment grade (da tripla B in su) e che hanno uno spread di credito abbastanza consistente (superiore ai 100 basis point), in modo da offrire un rendimento adeguato. Questa la ricetta vincente di Angelo Dipasquale, responsabile della divisione Fixed Income di Equita SIM, che spiega che un restringimento degli spread non avverrà nell'immediato. Anzi, resta alta la possibilità che, da qui a fine anno, possa allargarsi. Il suggerimento, quindi, è di restare su duration brevi per far sì che lo scostamento di prezzo, in caso di rialzo dello spread, sia il più contenuto possibile.

Andamento del mercato obbligazionario 

Il mercato obbligazionario euro ha mostrato nelle ultime settimane un andamento molto volatile: dopo le turbolenze provocate nel mese di agosto dagli avvenimenti in Cina, dall’inizio di settembre abbiamo invece un clima più stabile. “Tra aprile e maggio, il rialzo dei tassi base c'è stato ed è stato violento, ma grazie alla presenza del QE in ambito europeo e all’ulteriore rafforzamento deciso nell’ambito dell’ultimo Governing Council della BCE  prevediamo che i tassi di interesse risk free o quasi risk free si mantengano sotto controllo e restino ancora bassi per parecchio tempo”, commenta  Dipasquale, che poi aggiunge che la volatilità si è vista invece sugli spread di credito, quindi sulle obbligazioni corporate in generale, soprattutto da metà agosto in poi, da quando è iniziata la volatilità sul mercato azionario. Da quel momento, quindi, i prezzi delle obbligazioni corporate tendenzialmente sono un po' scesi. 

Cosa fare sulle varie categorie di bond

Nell'ampio mondo obbligazionario, Dipasquale suggerisce di investire sui corporate bond. “In particolare, in questo momento, è meglio mantenersi sulle obbligazioni senior unsecured, perchè in una fase di elevata volatilità sono quelle che soffrono meno sui movimenti degli spread”, dichiara il responsabile della divisione Fixed Income di Equita SIM. Assolutamente non sui covered bond, che fanno parte degli asset che la BCE acquista normalmente e rappresentano quindi un'asset class che in termini di investimento puro rendono quasi lo 0%, anzi spesso hanno anche rendimenti negativi. "È un'asset class molto particolare che viene impiegata per tesoreria e comunque non è una classica asset d'investimento”, precisa Dipasquale. 

Discorso diverso per gli high yield, dov'è fondamentale avere una conoscenza ottimale dell'emittente. “In un momento così particolare e di previsione  di alta volatilità sono più rischiosi”, conferma l'esperto di Equita SIM, che in questo settore  ha portato sul mercato alcuni titoli high yield, come -  per esempio - Tamburi Investment Partners e Mittel. “A mio avviso, in questo momento di mercato è meglio focalizzarsi sulle obbligazioni corporate investment grade, che riescono a mantenere meglio il loro valore”, spiega  Dipasquale. Anche perché  i government bond offrono rendimenti molto bassi a fronte di un maggior rischio di duration. Negli ultimi mesi, intanto, molti investitori si sono spostati dai bond al mercato azionario. “Ritengo che quella obbligazionaria sia una delle asset class per eccellenza  e con questi movimenti i rendimenti sono destinati a essere ancora più appetibili”, commenta l'analista, che aggiunge che, per chi era fuoriuscito, questa potrebbe essere l'occasione per riposizionarsi sul mercato obbligazionario, a patto però di “avere le idee chiare sui nomi, guardando anche all'andamento dell'azione, se quotata”.  

Certo, le tensioni sul mercato azionario non sono assolutamente finite, ci sono temi spot come quello che sta accadendo in questi giorni su Volkswagen che, a catena, potrebbero espandersi su altri emittenti, e non solo sulla parte equity ma anche su quella fixed income. “In due giorni, per esempio, gli spread delle obbligazioni Volkswagen  a 5 anni, sono raddoppiati, passando da +70-80 basis point a +160-180 bp.  

Settori da evitare

Le tensioni del mercato azionario possono avere delle ripercussioni, anche importanti, sul mercato obbligazionario. “Il settore auto o della componentistica auto che, erano in forte ripresa da inizio anno, ora – dopo la vicenda Volkswagen - sono da evitare”,  dice  Dipasquale. La vicenda Volkswagen sta, infatti, determinando una situazione di grave difficoltà, non solo per gli azionisti, ma anche per gli obbligazionisti e a cascata c'è un'alta probabilità che anche le aziende fornitrici di Volkswagen, che hanno emesso dei bond, possano incontrare delle difficoltà operative, ripercuotendosi anche sulla bontà delle obbligazioni.  “Altro settore dal quele è meglio stare alla larga è quello oil, soprattutto negli Stati Uniti, dove ci sono una miriade di piccoli produttori di petrolio che si indebitano molto, ma anche in Europa o in Italia non è consigliabile investire - commenta il responsabile della divisione Fixed Income di Equita Sim - visto che anche emittenti del calibro di Eni o altri produttori potrebbero essere penalizzati da un petrolio che si trova al di sotto dei 50 dollari”.

Settori su cui investire

“In Italia, un settore che può essere interessante è quello delle banche, soprattutto le banche popolari”, commenta  Dipasquale, che ricorda il tema caldo della trasformazione in spa e delle fusioni, che porteranno a una riduzione dei player del settore. Il riferimento va, per esempio, al Banco Popolare e a Ubi: “Nel momento in cui dovesse avvenire la fusione tra questi due istituti, visto che Ubi non si fonde con una pari, il prezzo del bond a 5 anni del Banco Popolare (che ha un rating doppia B) potrebbe salire, mentre le obbligazioni di Ubi (che ha un rating tripla B) potrebbero essere stagnanti o in leggero ribasso”, spiega  Dipasquale, che però aggiunge che, come stand alone, Ubi è un nome molto ricercato e apprezzato soprattutto sulle scadenze brevi, quindi massimo 2-3 anni, e che anche Intesa Sanapaolo ha un ottimo total capital ratio. Per esempio, mantengono un certo appeal sul mercato le emissioni  non benchmark di Intesa: maturity 3-4 anni si trovano infatti in area +135-140 bp.

Ampliando il raggio d'azione,  Dipasquale è positivo anche sul settore delle local utility. “Un nome che ci piace è Iren perchè rispetto ai competitor, come A2A, Acea etc, è  più appetibile, non ha un rating ed esprime uno spread di credito che, a parità di scadenza, è superiore di molto rispetto ai competitor”, prosegue il responsabile della divisione Fixed Income di Equita SIM. Un esempio è rappresentato dal bond Iren a 6 anni, che  rende circa il 2,5%, rispetto a quello di A2A, che sulla stessa scadenza rende l'1,5%.  Anche qui però vale la regola che in momenti di volatiltà è sempre meglio andare sulle scadenze più brevi, come il bond Iren 2019 che è in area 1,5% rispetto a l'obbligazione A2A stessa scadenza che rende circa lo 0,80. 

Confronto tra i rendimenti

Nel vasto mercato obbligazionario corporate, si va dallo “zero virgola”  al 6%. Giusto per avere delle idee, “se vogliamo parlare delle banche italiane, i bond senior di Intesa e Unicredit a 5 anni offronto un rendimento complessivo in area 1,30-1,5%, mentre se si guarda alle emissioni meno garantite, come i bond subordinati,  arriviamo (sempre per quanto riguarda Intesa e Unicredit) al 2,5-3%, anche 3,5% sempre sulle scadenze 3-4-5 anni”, puntualizza  Dipasquale. Quanto ai governativi, ovviamente è una scelta soggettiva. L'investitore che vuole, o deve, mantenere un rischio di credito molto basso, chiaramente andrà sui Btp, con il rendimento dei 10 anni che è all'1,75%: si tratta quindi di un rendimento inferiore rispetto a un corporate bond, a fronte di un rischio di scadenza  maggiore (10 anni).