Il gestore di Edmond de Rothschild AM Marc Lacraz presenta i vantaggi di diversificare in un segmento meno esplorato del reddito fisso in una fase di crescenti rischi politici e geopolitici e di inflazione volatile.
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Diversificare il portafoglio obbligazionario con un’asset class ancora poco esplorata ma dall’alto potenziale: gli hybrid bond. E in vista di un 2025 che si preannuncia molto incerto per i rischi politici e geopolitici e per un’inflazione che potrebbe tornare a mordere, il carry degli bond ibridi può fornire un ‘boost’ interessante ai portafogli a reddito fisso. Edmond de Rothschild Asset Management (EdR AM) è uno dei pochi gestori di fondi a offrire una soluzione esclusivamente dedicata al comparto. La strategia ha appena tagliato il traguardo dei tre anni di track record, dopo il lancio avvenuto nel dicembre del 2021, potendo poggiare inoltre su un’expertise maturata dal team della casa di gestione dal 2012.
Rendimento e protezione in uno scenario incerto
Secondo Marc Lacraz, il gestore della strategia EdR Sicav Corporate Hybrid Bonds, raggiunto da FundsPeople durante una recente visita a Milano, le obbligazioni ibride si configurano come una scelta di investimento vantaggiosa nel contesto attuale. “Il trend di disinflazione che ha permesso alle principali banche centrali di avviare i cicli di tagli dei tassi sta continuando. Tuttavia, negli ultimi mesi si osserva un rallentamento di questa tendenza. Ad esempio, negli Stati Uniti le ultime rilevazioni mostrano alcune componenti dell’inflazione, come gli affitti e i servizi, ancora troppo elevate per essere compatibili con il target della Fed. Questo percorso accidentato nella discesa dell’inflazione potrebbe portare nel prossimo anno a una maggiore volatilità”, dice Lacraz analizzando il contesto macro.
Tra i fattori di incertezza, Lacraz cita anche il ritorno di Trump. "Il programma del nuovo presidente USA solleva molte domande e offre poche risposte. Le promesse sono di nuovi dazi e di tagli delle tasse supportati da una significativa riduzione della spesa federale. Ma ad oggi è difficile prevedere quale sarà l’impatto di tali politiche sul debito degli Stati Uniti, che è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni”, dice Lacraz. Tutto questo secondo il gestore potrebbe portare a una maggiore volatilità di tassi e inflazione, e di conseguenza il premio di rendimento offerto dai bond ibridi potrebbe fornire un interessante cuscinetto di protezione per gli investitori. “Gli hybrid bond possono essere visti come una forma di diversificazione sia nel segmento Investment Grade che come alternativa agli high yield. In un contesto economico incerto, questi strumenti offrono un rendimento potenzialmente elevato derivante dal fatto di essere strumenti subordinati, ma non presentato il rischio di credito tipico di obbligazioni con rating più basso, poiché gli emittenti in questo segmento hanno solitamente rating ‘BBB’ o ‘A’, quindi tendenzialmente sicuri”, afferma.
Un universo di investimento in crescita
Emessi da società non finanziarie generalmente per supportare il rating creditizio, gli hybrid bond sono strumenti subordinati che combinano caratteristiche di obbligazioni e azioni. L'universo di investimento è in continua evoluzione. “Con una capitalizzazione di mercato che ha ormai superato i 200 miliardi di euro, rispetto alle poche decine di un decennio fa, il segmento non è più una nicchia”, afferma Lacraz. “L'universo è ora di dimensioni simili a quelle del mercato europeo HY (BB) e del segmento AT1 per le banche”, continua. “I profili degli emittenti sono tipicamente aziende di alta qualità operanti in settori ad alta intensità di capitale, ma capaci di generare flussi di cassa. A livello settoriale, l’universo è sufficientemente diversificato da permetterci di avere delle view settoriali con i settori più rappresentati che oggi sono Utilities, Energia e le Telecomunicazioni. Per citare alcune aziende, in portafoglio abbiamo nomi italiani come Snam o Eni”, dice il gestore. “Attualmente, la qualità media degli emittenti nel nostro fondo è BBB-, eppure i rendimenti sono generalmente equivalenti a quelli delle società HY (BB). Da inizio anno il ritorno finanziario della nostra strategia è del 10% per la classe in euro”, prosegue. “Il segmento sta crescendo rapidamente e le prospettive di diversificazione stanno migliorando man mano che nuovi emittenti espandono la portata geografica e settoriale. Attualmente è dominato da emittenti europei a causa delle metodologie delle agenzie di rating. Ma alcuni recenti cambiamenti renderanno le obbligazioni ibride più interessanti anche per gli emittenti statunitensi. Ci aspettiamo quindi una nuova fase di crescita grazie al contributo degli USA”, dice.
Rischi dell’asset class e processo di investimento
Nonostante i vantaggi, Lacraz mette in guardia contro il rischio principale di questo comparto: il rischio di estensione. "In questo segmento il rischio primario è che le obbligazioni non vengano richiamate alla prima data di call, estendendo automaticamente la scadenza dell’emissione" spiega. Per mitigare questo pericolo, Lacraz e il suo team adottano un approccio rigoroso alla selezione degli emittenti. "Facciamo analisi approfondite sui prospetti e seguiamo da vicino le metodologie delle agenzie di rating. Inoltre, evitiamo aziende che potrebbero essere declassate da investment grade a high yield", afferma. “Inoltre, rispetto ai nostri concorrenti, siamo molto disciplinati in termini di diversificazione. Attualmente abbiamo oltre 70 emissioni in portafoglio e nessun emittente supera il 5% del peso complessivo del fondo. Inoltre, gestiamo la strategia con grande convinzione: infatti, il 50% dell'attuale portafoglio non è presente nel nostro benchmark, il che ci permette di operare in modo indipendente da esso”, dice il fund manager.
La scommessa sul real estate
Tra le ultime mosse di portafoglio spicca il sovrappeso sul settore immobiliare, nonostante le difficoltà che il settore ha scontato negli ultimi tempi nel post-Covid e per i tassi alti. “Attualmente l’esposizione al real estate supera il 10% del fondo. Rispetto ai nostri concorrenti, è una differenza significativa, poiché la maggior parte ha meno del 5%. Per noi è una scommessa importante. Date le incertezze sul settore, il mercato non è ancora convinto che gli emittenti eseguiranno la call alla prima data disponibile. Ma il settore immobiliare sta finalmente beneficiando di un flusso di notizie positive e il rischio di estensione dovrebbe essere limitato a situazioni idiosincratiche. Il premio per il rischio di estensione continuerà a ridursi, un fattore che dovrebbe sostenere la performance nei prossimi 12 mesi”, afferma il gestore. “Inoltre, un altra fonte di rendimento del nostro portafoglio è l’elevata percentuale (vicina al 50%) di emissioni HY con rating BB, ma emesse da società emittenti Investment Grade”, conclude.