Esperti del settore dell’asset management analizzano la reazione del comparto bancario all’introduzione del tiering annunciato lo scorso 12 settembre da Mario Draghi.
Siamo passati dal “whatever it takes” all’ “as long as necessary”. E così, lo scorso 12 settembre, l'Europa è entrata in un nuovo ciclo di politiche monetarie accomodanti senza aver ancora attraversato una fase di normalizzazione. Eppure, l'ultimo meeting della Banca centrale europea ha riservato delle sorprese positive per il settore bancario, uno dei più duramente colpiti dalle misure implementate finora. La scorsa settimana, infatti, i titoli finanziari hanno reagito al rialzo, mentre i premi per il rischio si sono ridotti. Il motivo? L'annuncio dell'introduzione del tiering.
Ricordiamo che tutte le banche dell’Eurozona oltre a depositare una quota obbligatoria di strumenti di liquidità presso la BCE, vi parcheggiano anche una liquidità in eccesso che, ad oggi, ammonta a circa 2 trilioni di euro (cifra ben superiore rispetto ai minimi obbligatori). È stato calcolato che tali depositi costano agli istituti del Vecchio continente qualcosa come 7,5 miliardi perché su di essi gravano gli oneri rappresentati dal tasso negativo, ora del -0,50%.
Con l’applicazione del tiering sui depositi a partire dal prossimo 30 ottobre, le banche verranno esentate dal pagare un tasso negativo sulla liquidità parcheggiata presso la BCE per un ammontare pari a sei volte le riserve obbligatorie. Questo strumento rappresenta, quindi, la possibilità che sulle riserve eccedenti di liquidità le banche non paghino il -0,50% ma un tasso dello 0%, non percependo né versando alcun interesse e riducendo così l’impatto negativo sul loro margine d’interesse.
L'opinione dei gestori
“Si tratta di un grande aiuto per le banche, nonostante il taglio dei tassi sui depositi. Le azioni degli istituti e i CoCo’s trarranno beneficio, poiché l'utile netto delle banche non sarà particolarmente colpito come si teme”, sostiene Mondher Bettaieb, head of corporate bonds presso Vontobel AM. Secondo calcoli effettuati da PIMCO, circa 788 miliardi di euro verranno pagati allo 0%, mentre l'eccedenza di 1 miliardo di euro sarà pagata al -0,5%. Per Andrew Bosomworth, head of portfolio management della società in Germania, le principali implicazioni di questa misura saranno tre:
1. Le riserve remunerate al -0,5% saranno sufficienti a garantire che l’unsecured overnight rate della BCE quoti vicino al tasso di deposito. Se l'esenzione fosse stata applicata per un ammontare pari a 10 volte le riserve minime, questo indicatore sarebbe aumentato.
2. Le riserve esenti dal pagamento del tasso di deposito comportano quasi un trasferimento fiscale che andrà a beneficio delle banche di Paesi con riserve elevate, come Germania e Francia.
3. Un pacchetto di riserve ora diventa un’asset con un rendimento dello 0%. Ciò incoraggia le banche dei Paesi con riserve insufficienti a generare nuove transazioni per trarre beneficio dai depositi dello 0% presso la BCE. Ciò spingerà le emissioni con un yield negativo nei mercati periferici, come l'Italia, dove vi è una carenza di riserve rispetto alla nuova quota. Ciò mitiga parte degli effetti collaterali dei tassi negativi nel reddito fisso.
È una misura che cerca di soddisfare entrambe le parti. "La sfida dei tassi negativi è che, almeno per le banche, la cura a una bassa inflazione può essere peggiore della malattia", afferma Andrew Mulliner, global bonds portfolio manager di Janus Henderson. A suo avviso, questa prima misura è abbastanza tecnica, quindi solo il tempo giudicherà la sua efficacia. Il suo impatto sul rendimento delle banche resta ancora da vedere.