Che sta succedendo nell’industria di ETF in Europa

gocce
Broo_am (Andy B), Flickr, Creative Commons

Il patrimonio gestito in ETF domiciliati in Europa è raddoppiato negli ultimi cinque anni, raggiungendo circa 550 miliardi di euro a fine dicembre 2016, il che li colloca praticamente alla pari dei fondi indicizzati tradizionali più consolidati. Guardando al futuro, le prospettive per questi prodotti sono molto favorevoli. Lo rivela l’edizione 2017 de “A Guided Tour of the European ETF Marketplace”, uno studio elaborato dal team europeo di analisi di fondi passivi di Morningstar nel quale viene presentata un’analisi esaustiva del mercato degli ETF e una visione d’insieme sul tema della selezione di questi prodotti. Il documento segnala che, per via dei cambiamenti normativi, l’innovazione e la maggior predisposizione verso investimenti di basso costo, l’adozione di fondi quotati in Europa accelererà e potrebbe raggiungere i 1000 miliardi di euro nel 2020.

“Il mercato europeo di ETF ha registrato una crescita enorme negli ultimi anni, con un incremento nel numero delle strategie offerte. Il numero di fornitori e prodotti non fa che aumentare. Le esposizioni a beta strategico o smart beta e a tematiche ESG sono le aree nelle quali si focalizza lo sviluppo di nuovi prodotti e, man mano che l’offerta di questi ultimi cresce, aumenta la complessità. Questo richiede un nuovo sforzo educativo per gli investitori professionisti e retail”, affermano dalla società di analisi. Secondo Morningstar, gli investitori retail europei non hanno ancora adottato pienamente gli ETF ma i canali di distribuzione si stanno aprendo lentamente. “MiFID II dovrebbe aiutare. Intanto, la crescente popolarità dei consulenti-robots sta portando all’uso degli ETF per quegli investitori sensibili ai costi”.

Ci sono due aree nelle quali questi prodotti stanno crescendo in maniera sostenuta: reddito fisso e smart beta. Per quanto riguarda la prima, la quota di mercato degli ETF obbligazionari è aumentata in ciascuno degli ultimi cinque anni e ora si attesta a oltre il 24%, rispetto al 16% del 2011. “Gli ETF sono uno strumento utile per ottenere esposizione al reddito fisso in uno scenario nel quale i canali tradizionali per accedere a quest’asset class sono stati fortemente limitati dalla regolamentazione bancaria post-crisi”, dicono da Morningstar. Per quanto riguarda la seconda area di crescita, il mercato europeo degli ETF è diventato il luogo ideale per i gestori attivi di fondi che cercano di diversificare il proprio portafoglio con prodotti beta strategici. Gli asset gestiti in ETF smart beta hanno raggiunto 43 miliardi di euro alla fine del 2016, quadruplicando la cifra di quattro anni fa.

Il cambiamento dalla replica sintetica a quella fisica continua, con gli asset in ETF a replica fisica che rappresentano il 77% del mercato, rispetto al 66% di tre anni fa. Ciò si deve fondamentalmente al fatto che fornitori come Deutsche AM o Lyxor hanno spostsato buona parte della loro gamma (e quindi dei loro asset) in strategie a replica diretta. Per questo, il mercato europeo di ETF è molto concentrato in prodotti a replica fisica. Lo stesso discorso vale anche per fornitori, con le tre più grandi società di gestione che controllano circa due terzi degli asset totali. BlackRock domina sul podio grazie alla gamma di iShares. Gestisce 253 miliardi in Europa, che rappresentano una quota di mercato del 46,4%. Seguono con ampio distacco Deutsche AM, con 53,4 miliardi (e una quota di mercato del 9,8%) e Lyxor, con 51 miliardi (9,3% della cuota di mercato). Ecco il ranking dei principali fornitori di ETF in Europa.

graficoETF