Costi dei fondi, in Italia sono (ancora) tra i più elevati

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Josh Appel (Unsplash)

Quali costi deve sostenere un investitore per detenere un fondo? Morningstar ha pubblicato un ampio studio globale sulle commissioni e le spese nell'industria, parte del suo report biennale Global Investor Experience, giunto alla sua settima edizione. Lo studio valuta le esperienze degli investitori in fondi comuni in 26 mercati in Nord America, Europa, Asia e Africa. Nel capitolo sulle commissioni e le spese, vengono analizzati i costi ricorrenti che un investitore deve sostenere per possedere dei fondi comuni, paragonati a quelli sostenuti negli altri Paesi del mondo.

Italia fanalino di coda per i costi

Tra le conclusioni del report spicca il fatto che l’Italia si trovi nelle ultime posizioni per gli elevati costi dei fondi. Secondo la società di analisi e consulenza questo è da imputarsi al fatto che gli investitori sono gravati generalmente da commissioni di retrocessione e spesso da costi iniziali di sottoscrizione. Inoltre, si legge nel report, “i fondi domiciliati in Italia hanno tra i più alti costi ponderati per il patrimonio”. Infine, le classi di azioni senza fee di retrocessione sono tecnicamente registrate nel Belpaese, ma non facilmente accessibili ai clienti finali perché il sistema di distribuzione è dominato dalle banche.

Fonte: Morningstar

Il panorama globale, principali conclusioni:

1. Le spese continuano a scendere

La prima conclusione che si evince dallo studio è che "le spese continuano a scendere, anche se c'è spazio un miglioramento strutturale del settore". Come viene evidenziato, i rapporti di spesa mediani ponderati per le attività dei fondi nazionali e disponibili per la vendita sono scesi nella maggior parte dei 26 mercati esaminati rispetto allo studio del 2019. Per i fondi domiciliati sul mercato nazionale, questa tendenza è particolarmente notevole per i fondi della categoria bilanciati e azionari, con 17 mercati in ciascuna categoria che hanno registrato una riduzione delle commissioni.

2. Le commissioni diminuiscono a causa dei flussi verso prodotti più economici e delle riduzioni delle commissioni sugli investimenti esistenti

I più bassi valori mediani di spesa ponderati per gli asset sono dovuti a una combinazione di flussi verso fondi più economici e al riprezzamento degli investimenti esistenti. Nei mercati con accesso a molteplici canali di vendita, gli investitori sono sempre più consapevoli dell'importanza di ridurre al minimo i costi di investimento e tale aspetto li ha spinti a preferire classi azionarie di fondi con costi inferiori.

3. Gli investitori non tendono a pagare direttamente la consulenza

Al di fuori di Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Paesi Bassi, è raro che gli investitori paghino direttamente la consulenza finanziaria. La mancanza di una normativa in grado di limitare le commissioni di vendita implica che molti investitori potrebbero inevitabilmente pagare un servizio di consulenza che non hanno richiesto o ricevuto. Anche in mercati in cui sono in vendita classi azionarie senza commissioni di retrocessione, tali strumenti non sono facilmente accessibili per l'investitore retail medio, considerato che la distribuzione dei fondi è dominata dagli intermediari (in primo luogo le banche).

4. Le istituzioni e i consulenti si stanno allontanando sempre di più dalle classi più costose

Lo spostamento verso una consulenza finanziaria basata su commissioni negli Stati Uniti e in Australia ha incoraggiato la richiesta di fondi a costi inferiori, come quelli passivi. Istituzioni e consulenti li preferiscono sempre più rispetto a classi azionarie più costose che integrano costi di distribuzione e consulenza. Questa tendenza si estende a mercati come India e Canada.

5. Gli ETF spingono le commissioni verso il basso a livello globale

Le guerre dei prezzi nel settore ETF hanno esercitato pressioni al ribasso sulle commissioni dei fondi a livello globale. Negli Stati Uniti, la concorrenza ha azzerato le commissioni per alcuni fondi indicizzati ed ETF; queste spinte provenienti dai concorrenti si stanno diffondendo anche in altri settori del mercato dei fondi.

6. Australia, Paesi Bassi e Stati Uniti, i Paesi dove si paga meno

Australia, Paesi Bassi e Stati Uniti hanno ottenuto il punteggio massimo grazie al prevalere di classi di fondi senza commissioni di retrocessione. Per la quarta volta consecutiva questi tre paesi hanno ricevuto il punteggio più alto in questo ambito.

7. Italia, Taiwan, Hong Kong e Singapore sono i peggiori

Nei mercati in cui la distribuzione dei fondi è dominata dalle banche, non c'è alcuna indicazione che le forze di mercato da sole riescano a diminuire le spese medie per gli investitori retail. Questo aspetto è particolarmente evidente in mercati come Italia, Taiwan, Hong Kong e Singapore.

8. Il Regno Unito obbliga gli asset manager a giustificare il valore che ogni fondo ha fornito agli investitori nel contesto delle commissioni applicate

Il Regno Unito ha introdotto valutazioni annuali del valore, uno degli sviluppi normativi più significativi rispetto allo studio del 2019. In base a queste disposizioni, gli asset manager devono verificare il valore che ogni fondo ha fornito agli investitori nel contesto delle commissioni addebitate.