Crisi dei mercati: che implicazioni ha questo scenario per chi investe?

credit
foto: GotCredit, Flickr, Creative Commons

La correzione che vivono i mercati risponde a una combinazione di vari fattori macroeconomici e tecnici. Com'è già accaduto la scorsa estate, in borsa è aumentato lo scetticismo rispetto alla capacità della Cina di far fronte alla sua transizione ed evitare allo stesso tempo un forte rallentamento econimico. Il fatto che il Paese debba ridurre drasticamente il surplus di alcuni settori (in generale nel manifatturiero) è positivo per la prospettiva a lungo termine del Paese, anche se negativo per i mercati emergenti, che dipendono dalla domanda di Pechino.
A tutto questo si è aggiunta l'incertezza che genera il calo del prezzo del petrolio, per il suo impatto non solo sulle compagnie energetiche, ma anche in altri settori, come quello finanziario, che ha fatto da garante. 

Che implicazioni ha questo scenario per chi investe? Secondo Giordano Lombardo, direttore Investimenti di Pioneer Investments, sarà fondamentale saper gestire con attenzione la volatilità, adottando tecniche d'investimento che contribuiscano a mitigare la volatilità  e offrano protezione di fronte a rischi di coda. "Questo scenario di mercati volatili può essere un terreno fertile per i gestori attivi che possono diversificare tra mercati/settori/titoli e sfruttare l’asincronia delle politiche delle Banche Centrali. Secondo la nostra view, una selezione di idee ad alta convinzione a livello micro e macro, un approccio flessibile e unconstrained, e tecniche di investimento che mirano a preservare il capitale saranno la chiave per generare valore per i clienti nel 2016", dice l'esperto. Nessuno si aspettava un inizio anno così difficile, soprattutto per la velocità delle correzioni. Dal primo giorno dell'anno il calo è stato costante, cosa che ha portato le principale piazze a registrare perdite attorno al 10%. 

Tuttavia, gli investitori stanno chiedendo informazioni alle società di gestione su quello che sta succedendo per prendere, in caso lo ritenessero opportuno, decisioni tempestive d'investimento. Le questioni sollevate non sono principalmente legate alla performance dei fondi, ma alla situazione macroeconomica e all'evoluzione dei mercati. La maggior parte delle SGR contattate da Funds People spiegano che i cambi che hanno introdotto nei portafogli, sono, al momento, molto scarsi. Non ci sono grossi movimenti. In generale, vedono una certa tendenza degli investitori a ridurre i rischi e dare maggior peso ai fondi monetari e alle strategie absolute return (principalmente market neutral e prodotti multi-strategy).

La stasi degli investitori risponderebbe all'assenza di cambiamenti significativi nel contesto. "Nonostante il calo rilevante, il contesto fondamentale suggerisce che i movimenti del mercato rispondono alla paura, non ai fatti", dice Juan Nevado, gestore dell'M&G Dynamic Allocation e dell' M&G Prudent Allocation. "Non stiamo facendo pronostici sul futuro, semplicemente indichiamo che, con le valutazioni come guida, le probabilità sono a nostro favore". Anche il team di Pictet AM dice la metà degli indicatori futuri che considerano affidabili non sono in rosso. "Per liquidità, valutazione e posizione degli investitori il rimbalzo è più probabile che una liquidazione prolungata", dicono. Da un punto di vista macro, non ci saranno cambiamenti significativi. Nonostante il rallentamento degli emergenti, l'economia globale sembra lontano dalla recessione. "Nessuno dei problemi esistenti sono sufficienti a generare una recessione globale importante", fanno sapere.