Da ChatGPT una conferma della diffusione sempre più rapida dell’intelligenza artificiale

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Joshua Sortino, Unsplash

In queste settimane si sente sempre più parlare di AI e degli impatti disruptive che potrebbe avere sul modo di produrre e sull’economia globale. Il tema è tornato in primo piano dopo il recente successo di ChatGPT, strumento di intelligenza artificiale che può generare testi simili a quelli umani partendo da una richiesta dell’utente in tempo reale. Cinque giorni dopo la sua presentazione avvenuta lo scorso novembre ChatGPT aveva già oltre un milione di utenti. Un livello di adozione che ha richiesto circa due anni per Facebook e Instagram.

La tecnologia è sviluppata da OpenAI, un’organizzazione no-profit di San Francisco entrata nel mirino di Microsoft che, secondo delle indiscrezioni, alla fine di gennaio avrebbe investito 10 miliardi di dollari nel progetto. Il piano di Microsoft è integrare la tecnologia di ChatGPT nel proprio motore di ricerca Bing per cercare di scalfire il primato di Google nelle ricerche online.

Insidiare il primato di Google

Dietro al successo di ChatGPT secondo Peter Garnry, head of Equity Strategy per BG Saxo vi è il fatto che si tratta di una delle prime tecnologie di intelligenza artificiale di facile comprensione per il grande pubblico. “La differenza rispetto ad altre chatbot è la capacità di interagire in una lingua difficile da distinguere da una chat con un vero essere umano”, dice Garnry. Ancora più sorprendente secondo gli esperti di Alger, società di gestione del gruppo La Française, è il fatto che il programma può anche scrivere in codice. “Immaginate le implicazioni che questo potrebbe generare. Chat GPT sta rapidamente diventando un'innovazione in ambito AI molto popolare, grazie al binomio network neurale ed enorme quantità di dati”, spiegano.

Garnry è però più dubbioso sul fatto ChatGPT possa decretare la fine di Google così come lo conosciamo. Secondo l’esperto è una tecnologia ancora costosa e basata su un processo di calcolo pesante. “Google è in grado di trovare informazioni che sono state pubblicate di recente, ChatGPT deve essere riaddestrato su nuovi dati contenenti queste informazioni”, dice l’esperto.

Inoltre, Alphabet (la società madre di Google) è corsa subito ai ripari tramite DeepMind, la sussidiaria che lavora sulla tecnologia AI, che ha accelerato i tempi per il lancio del suo concorrente a ChatGPT chiamato Sparrow. “ChatGPT ha davvero rivoluzionato molti tipi di query di informazioni e altri tipi di attività”, continua Garnry. “Ma il fatto che la tecnologia non sia brevettata e venga replicata da altre aziende tecnologiche che possono realizzare le proprie versioni, rende il valore aziendale è meno unico”, conclude.

Rapida diffusione dell’AI

Per Giacomo Calef, country manager di NS Partners, l’intelligenza artificiale spinge a guardare con maggiore ottimismo al futuro del settore tecnologico, molto penalizzato dal difficile contesto macroeconomico. “Si prevede che l’AI crescerà del 27% all’anno entro il 2026 ed è lecito aspettarsi molto di più da questa tecnologia, con applicazioni che potrebbero avere un notevole impatto su diversi aspetti della nostra vita quotidiana”, dice.

Per David Goodman, Investment Manager di GAM Investments il lancio di ChatGPT conferma la rapida diffusione dell’intelligenza artificiale che sta trasformando i business model tradizionali in svariati settori. “Nell’e-commerce, Amazon e Alibaba usano chatbot e AI per personalizzare l’esperienza di acquisto. Nell’industria dei trasporti, le imprese di ride-sharing, come Uber e Lyft, la usano per ottimizzare i percorsi e migliorare l’efficienza del servizio. Nei servizi finanziari, i roboadvisor come Betterment e Wealthfront usano i chatbot per prestare una consulenza di investimento personalizzata ai clienti e nel settore sanitario, le società di telemedicina come Teladoc e Amwell usano la tecnologia per fornire consulenza medica virtuale”, spiega. “È chiaro che per aver successo nei prossimi dieci anni un’impresa dovrà considerare l’uso dei chatbot e dell’intelligenza artificiale”, dice David Goodman. “Le imprese che si adatteranno con lentezza correranno il rischio di scomparire”, conclude.