Da MainStreet Partners un “barometro” sull’integrazione ESG nel mercato europeo

Simone Gallo
Simone Gallo, foto ceduta (MainStreet Partners)

Il settore della finanza sostenibile ha assistito, nel 2022 a un “riposizionamento” in termini di classificazione e di allineamento alla normativa SFDR. E nella seconda edizione del suo “Barometro ESG” MainStreet Partners “misura” questo movimento interno focalizzando l’analisi sul database proprietario che comprende circa 5.800 prodotti tra fondi ed ETF, e più di 64 mila ISIN individuali, per oltre 300 asset manager e un patrimonio totale di 4.400 miliardi di euro.

La società specializzata in ESG Advisory e Portfolio Analytics sottolinea come, spinte dalla normativa UE, le tematiche ESG siano oggi “al centro delle agende” di tutti i board e comitati esecutivi aziendali, ma resti, latente, una “significativa confusione” su quali fondi già presenti sul mercato siano chiaramente identificabili come prodotti sostenibili e su “come evitare il rischio di ‘greenwashing’ in un'enorme offerta di nuovi prodotti commercializzati come ESG, Impact o sostenibili”, come sottolinea Simone Gallo, managing director di MainStreet Partners indicando come siano questi i motivi per cui si continua a registrare “un numero crescente di investitori in Europa e in Asia che richiedono o desiderano rating ESG coerenti e di facile comprensione che vadano oltre la semplice aggregazione bottom-up dei rating ESG delle partecipazioni per fornire una due diligence ESG olistica e indipendente".

Nel barometro, dunque, si individuano alcune criticità o evidenze sul settore.

Il driver SFDR

La normativa europea SFDR si conferma il driver più importante per l’evoluzione dell’approccio degli asset manager agli ESG nel 2022. Tuttavia, molti fondi che godono dello status di articolo 9 ai sensi del Regolamento UE “non sono ancora in grado di garantire la necessaria attenzione alla sostenibilità”.

Dall’analisi dei dati EET (European ESG Template, il metodo standardizzato per lo scambio di dati ESG), Mainstreet ha rilevato infatti che oltre il 90% dei fondi classificati in Europa come articolo 9 non avevano fatto disclosure sugli obiettivi di carattere ambientale, e circa un terzo di questi dichiarava una percentuale minima di investimenti sostenibili pari o inferiore al 30 per cento. La conclusione a cui è arrivata la società è che i dati EET siano ancora poco affidabili “ci aspettiamo un miglioramento significativo della quantità e della qualità dei dati EET nei prossimi mesi”, si legge nel report.

La riclassificazione

In secondo luogo si è assistito a una riclassificazione dei fondi, dovuta in particolare alla presenza di una normativa “in evoluzione”, per cui i gestori mirano a evitare sia problemi legali/di compliance, sia potenziali accuse di greenwashing. Questo si è tradotto in un importante aumento dei fondi ex articolo 8 SFDR. E mentre i fondi articolo 9 restano percentualmente sugli stessi livelli, il decremento dei prodotti classificati articolo 6 è evidente (dal 75% del 2021 al 50% di fine 2022).

Il Barometro dà conto di questa evoluzione, indicando come a guidare l’incremento dei fondi articolo 8 nell’universo analizzato siano “le nuove aggiunte” ossia lanci di nuovi fondi o analisi di prodotti che prima non erano presenti nell’universo di riferimento.

Source: MainStreet Partners. Data as of December 2022.

Tuttavia il secondo maggiore contributo arriva dalla riclassificazione di fornti ex art. 6 SFDR. Un'area in via di sviluppo, poi, è legata al "declassamento" dei fondi ex articolo 9, che ha acquisito un forte slancio nell'ultimo trimestre del 2022, a fondi ex articolo 8 (a fine dicembre erano 21).

Source: MainStreet Partners. Data as of December 2022.

Grande è meglio (per il momento)

Altro elemento presente nello studio è legato al rapporto tra dimensioni degli asset manager e punteggio ESG. Si evidenzia, infatti, come le società medio-grandi ottengano punteggi leggermente superiori nelle valutazioni ESG (in media) rispetto ai gestori di patrimoni più piccoli/boutique.
A questo proposito, Mainstreet sottolinea che questo dipende da una modifica dell’approccio ESG degli stessi asset manager sia in termini di diclosure, sia in termini di classificazione normativa. “Nell'ambito della nostra analisi”, si legge ancora nel Barometro, “gli asset manager che si sono trovati ad affrontare problemi di greenwashing, di risk management e di compliance sono stati penalizzati nel loro rating ESG. I parametri ‘Credibilità istituzionale’ e ‘Reputazione’ sono stati i punti più deboli di questi gestori”.

Source: MainStreet Partners. Data as of December 2022.


Mainstreet sottolinea tuttavia che la differenza tra i gestori più grandi e quelli più piccoli si è ridotta nell'ultimo anno.

Differenze geografiche

Infine, la ricerca mette in luce una differenza anche in termini geografici. I fondi dei mercati emergenti, infatti, hanno ottenuto punteggi inferiori (circa il 10% in meno per i fondi degli articoli 8 e 9) rispetto a quelli dei mercati sviluppati. Mainstreet motiva questa discrepanza sia con l’assegnazione di rating ESG più bassi alle società partecipate; sia con la mancanza di dati e di informazioni a livello regionale, fattore questo che rende più difficile l'analisi ESG.

Inoltre la società avverte che se persiste la forbice tra i crescenti requisiti delle autorità di regolamentazione in materia di dati e informazioni e i miglioramenti apportati dalle società che operano in queste regioni, la tendenza potrebbe persistere o addirittura peggiorare.

In conclusione, sottolinea la società la regolamentazione aggiornata e aggiuntiva continua a essere un fattore importante nell'universo degli investimenti sostenibili. L'introduzione dei Principal Adverse Impacts (PAI), della percentuale minima negli investimenti sostenibili e dei dati EET (tra gli altri) ha dato agli investitori la possibilità di ottenere maggiori informazioni, ma ci vorrà del tempo prima che queste siano sufficientemente complete e stabili da essere utili per l'investitore. L'attenzione e la crescita degli investimenti sostenibili continueranno probabilmente anche nel 2023.