Il gestore del fondo con rating FundsPeople 2024 Global High Yield Bond presenta la view di mercato e il posizionamento del portafoglio in un contesto in cui l’ottimismo degli investitori sull’atterraggio morbido potrebbe rivelarsi eccessivo.
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In uno scenario di difficile navigazione per le tensioni geopolitiche e il rallentamento della crescita, nonostante le previsioni parlino di un atterraggio morbido, secondo Adam Darling, gestore del fondo con rating FundsPeople 2024 Global High Yield Bond di Jupiter Asset Management, la bussola per orientarsi sono le valutazioni di mercato. E cosa ci dicono oggi? “Nel contesto attuale, le valutazioni nella maggior parte delle asset class sono relativamente care. Ciò significa che i mercati sono piuttosto ottimisti sulla situazione macroeconomica”, afferma il gestore. Ma Darling invita gli investitori alla cautela, perché il panorama di mercato presenta delle insidie potenziali che gli investitori rischiano di trascurare. In seguito all’inizio del ciclo di allentamento dei tassi di interesse, il consenso di mercato è di un atterraggio morbido, senza che si verifichi una recessione. Darling non ritiene che questa previsione sia del tutto errata. Eppure, allo stesso tempo consiglia di non lasciarsi trasportare dall’euforia: “Siccome i mercati hanno già prezzato questo scenario positivo, come investitori dobbiamo preoccuparci dei potenziali rischi legati a scenari alternativi”, dice l’esperto. “Oggi i mercati stanno scontando la narrativa secondo cui ci saranno dei tagli aggressivi dei tassi senza un indebolimento dell'economia. Ma storicamente non è mai stato così. Ciò non vuol dire che non possa accadere per la prima volta, ma in passato quando si sono avuti dei tagli dei tassi aggressivi è stato sempre in presenza di qualche tipo di problema per l’economia”, avverte l’esperto.
"Il mercato sta scommettendo in modo risoluto su futuri tagli dei tassi, il che ha alimentato una corsa verso le attività più rischiose”, prosegue il gestore. “Tuttavia, esiste una concreta possibilità che una di queste previsioni risulti errata: i tagli dei tassi potrebbero essere meno aggressivi del previsto, se né l’economia e né l’inflazione subiranno un indebolimento sufficiente a giustificarli; o in alternativa, qualora i tagli avvenissero in modo deciso, potrebbero essere una risposta a un deterioramento della crescita più marcato del previsto, rendendo quindi ingiustificato l'attuale appetito per il rischio," spiega l’esperto.
Un contesto sfidante
Darling vede molti segnali di difficoltà nell’economia globale: la debolezza dell’Europa è sotto gli occhi di tutti, con la Germania, l’economia più importante della regione alle prese con una recessione, mentre sulla Francia pesano significativi problemi di sostenibilità delle finanze pubbliche. E anche la Cina è da tempo in crisi, motivo per cui il governo centrale di Pechino è recentemente intervenuto con delle misure di stimolo per rilanciare il Paese. L’unica eccezione sono gli Stati Uniti, fin qui capaci di dimostrarsi resilienti nonostante la stretta sui tassi.
Ciononostante, secondo l’analisi dell’esperto di Jupiter AM, l’affidamento degli investitori sulla forza degli Stati Uniti potrebbe dimostrarsi sproporzionato. “I mercati hanno grande fiducia che gli Stati Uniti si mantengano resistenti e in grado di traghettare la crescita globale in questa fase di incertezza. Fino ad oggi sono rimasti forti, ma alcune delle ultime letture dei dati economici si sono rivelate contrastanti. Inoltre, il fatto che abbiano bisogno di un deficit fiscale del 6% per crescere, unito agli elevati livelli di debito del Paese, è un indicatore delle difficoltà che stanno affrontando”, dice il gestore.
L'attrattiva dell’HY
In questo ambiente di incertezza, per costruire un portafoglio vincente secondo Darling bisogna essere capaci di non assumersi rischi eccessivi seguendo il sentiment prevalente sui mercati: “Il posizionamento attuale del Global High Yield Bond è probabilmente uno dei più difensivi di sempre. Questo perché ci sono ancora dei rendimenti interessanti, attualmente vicini al 7%, nel segmento high yield senza la necessità di correre rischi aggiuntivi”, spiega il gestore. “Se si crede nello scenario dell’atterraggio morbido, l'high yield è molto attraente anche soltanto per il livello di rendimenti offerti”, dice. “Se invece si teme per l’eventualità di un atterraggio duro, allora bisogna pensare all'attrattiva relativa dell’HY rispetto all’azionario, le cui performance verrebbero maggiormente penalizzate in questa eventualità. Infatti, ogni volta che si è verificato un sell off nei mercati, l'high yield ha sovraperformato in modo massiccio le azioni”, dice il gestore.
Al momento gli spread creditizi del segmento HY sono abbastanza ristretti, “da qui in poi potrebbero ampliarsi, ma non è detto che non possano restringersi ulteriormente”, avverte Darling. E qui entra in gioco il vantaggio della gestione attiva per individuare nell’ampio panorama del credito globale i bond più a buon mercato. Quelli che, secondo l’esperto, hanno una maggior probabilità di sovraperformare e di fornire protezione nel caso di un aumento della volatilità sui mercati.
Una strategia disciplinata
“Il fondo sino ad oggi ha ottenuto risultati molto buoni grazie alla capacità di individuare il valore ancora inespresso nel mercato HY, e cercando al contempo di evitare le aree del mercato in cui le valutazioni apparivano eccessivamente care”, dice il gestore. “Nella costruzione del portafoglio non prendiamo mai scommesse aggressive sul market timing. Quindi, se non troviamo idee convincenti, restiamo in attesa di nuove opportunità. Per investire nell’HY la pazienza è un’ottima alleata. Perché è un’asset class che genera nel tempo ottimi rendimenti aggiustati per il rischio. La bravura di un gestore sta nell’assicurarsi di limitare rischi idiosincratici rispetto a singole emissioni. Per fare ciò è necessario un processo di investimento disciplinato e una rigorosa analisi del credito”, evidenzia il gestore soffermandosi sulla filosofia alla base del Global High Yield Bond.
Posizionamento del portafoglio
“Per noi essere difensivi oggi non significa essere aggressivamente sottopesati nel rischio di credito. Lo siamo nel senso che ci siamo ritirati da quelle che riteniamo essere le parti più costose del mercato”, dice l’esperto. “Gran parte dell'alpha del fondo è stato ottenuto semplicemente sovrappesando l’Europa e sottopesando gli Stati Uniti. Sovrappesiamo l'Europa perché è più economica, non perché la performance economica europea sia migliore di quella americana, anzi è vero il contrario”, dice l’esperto.
Per quanto riguarda la ripartizione settoriale, il portafoglio del Global High Yield Bond sottopesa i settori ciclici e sovrappesa quelli difensivi. “Come spesso accade nelle fasi toro dei mercati, gli investitori inseguono il rischio investendo nelle aree più cicliche, motivo per cui i titoli ciclici oggi non sono economici. Ma oggi secondo la nostra analisi, gli investitori non sono sufficientemente preoccupati dalla debolezza economica”, dice il gestore. “Infine, per quanto riguarda il rating del portafoglio, il nostro posizionamento cauto non si è tradotto in un innalzamento nel livello di rating degli emittenti. Più che sul rating noi siamo focalizzati sulla qualità del credito. Il nostro punto di vista di gestori attivi è sempre stato quello di valutare la qualità creditizia e la capacità di essere selettivi”, conclude.