De Michelis (Frame): “L’obbligazionario? Un transatlantico in acque basse”

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Bisogna muoversi con estrema cautela. È questa la raccomandazione che da Michele De Michelis, CIO di Frame AM parlando di mercato obbligazionario. Nella scorsa estate per la prima volta, i tassi di interesse hanno cambiato direzione e sono tornati in territorio positivo anche se si è trattato di una piccola inversione di tendenza, passando dallo -0,20% allo +0,30%. Ma se si vedono i rendimenti dei titoli obbligazionari dall’agosto scorso, sono negativi di 5-6 punti. “Cosa potrebbe accadere se i tassi di interesse tornassero all’1% o il BTP  tornasse al 4%?” si chiede l’esperto.  “Con il QE europeo che finirà prima o poi, il rischio per il mercato obbligazionario c’è. La speranza per il mercato obbligazionario è questo passaggio sia progressivo e graduale. È come un transatlantico in acque basse, deve fare manovra piano piano, altrimenti finisce come la Concordia”, spiega De Michelis.

Inoltre, per la prima volta dal 2008 i sottoscrittori dei fondi obbligazionari sono costretti a guardarsi intorno perché i fondi  stanno accumulando perdite. Sempre più gestori iniziano a consigliare di mettere gli investimenti almeno in strumenti flessibili se non proprio in strategie alternative. “I rendimenti dei mercati obbligazionari sono già da tanto tempo fuori da ogni logica economica. Se paghi per prestare del denaro, vuol dire che c’è qualcosa che non va", dice il manager. E continua: "In questo momento l’asset class sulla quale non bisogna stare è l’obbligazionario lungo governativo. Io credo che sia veramente tornato il momento degli alternativi. Già l’anno scorso si diceva che sarebbe stato l’anno degli alternativi, ma poi sul mercato è successo tutto e il contrario di tutto. Eventi come la Brexit, l’elezione di Trump, il no al referendum in Italia hanno visto reagire i mercati esattamente nel modo contrario a cosa ci si aspettava che sarebbe accaduto". I gestori alternativi che fanno posizioni globali in long short, market neutral, piuttosto che con derivati, avevano montato delle posizioni che si sono rivelate non corrette nell’immediato  e soprattutto nessuno si aspettava che i tassi di interesse arrivassero in terreno così negativo. Questo ha fatto disinnamorare i clienti che pensavano di trovare negli alternativi il rimedio a tutti i mali.

I gestori alternativi nell’ultimo trimestre hanno cominciato a ribaltare le posizioni e nella prima parte del 2017 stanno facendo abbastanza bene”. Siamo passati da situazioni di risk on-risk off dell’anno scorso che mettevano in difficoltà qualunque previsione nel breve termine, a una situazione come quella di quest’anno in cui si va di più verso una normalizzazione dei mercati dove l’unico rischio potrebbero essere le elezioni francesi", conclude De Michelis.