Secondo Domenico Del Borrello, Country Manager in Italia di Muzinich & Co., regole di profilazione stringenti e illiquidità dei prodotti rappresentano tuttora ostacoli importanti per i clienti retail. Maggiore educazione finanziaria per dare slancio al processo.
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“La forte specializzazione è il nostro valore aggiunto. Sin dal mio ingresso alla guida di Muzinich & Co., l'obiettivo è stato posizionarci come il gestore che offre la miglior esperienza di investimento nel credito corporate”, afferma Domenico Del Borrello che dal 2016 ricopre il ruolo di Country Manager della casa di gestione in Italia. Il Belpaese rappresenta a livello mondiale uno dei mercati più importanti per il gestore, vantando un patrimonio superiore agli 8 miliardi di euro degli oltre 40 miliardi di euro globali. “Siamo sempre stati e continueremo a essere una boutique fortemente specializzata nella gestione del credito corporate”, dichiara il manager intervistato da FundsPeople.
La gamma di soluzioni di investimento abbraccia sia i mercati pubblici che quelli privati. La parte pubblica, rappresentata dalla Unit Trust irlandese del gestore, mette a disposizione un’offerta di fondi UCITS che comprende tutte le asset class del credito (investment grade, high yield e crossover) con una copertura globale dei mercati obbligazionari di Stati Uniti, Europa e Paesi emergenti. Nei mercati privati la casa di gestione è stata tra i pionieri nei fondi di private debt. E in più, in questo segmento del mercato, Milano è stata designata per ospitare l'hub internazionale di Muzinich & Co. per la gestione del credito privato. Nel 2017, infatti, la società ha lanciato la SGR capitanata dal CEO Gianluca Oricchio, che gestisce masse superiori al miliardo di euro.
Specializzazione e partnership
Le masse in gestione in Italia sono divise nei tre pilastri del business istituzionale, wholesales e private banking con una ripartizione rispettivamente del 30%, 30% e 40%, mentre il team locale di sales e marketing conta 15 professionisti. “Il nostro business si sta evolvendo sempre di più verso il modello delle partnership, superando la logica del mero collocamento del singolo prodotto”, dice il professionista. “Lavorare in partnership significa costruire mandati ad hoc, stipulare delle deleghe di gestione tagliate su misura sulle esigenze dei clienti”, spiega Del Borrello. “La distribuzione verso il mass market non rappresenta il nostro core business. La nostra priorità è, invece, avere dei clienti selezionati e con essi ragionare in logiche di partnership. La nostra offerta ha una forte specializzazione. Di conseguenza vogliamo distinguerci come un gestore che offre i più alti standard in un preciso segmento, non soltanto a livello gestionale, ma anche relazionale, commerciale, di affiancamento all’investitore e di educazione finanziaria”, afferma il manager.
Mercati privati, molta strada da fare per conquistare il retail
Un’ulteriore direttrice del business è quella di portare i fondi di private markets, prodotti che per la loro complessità sono tradizionalmente riservati alla clientela professionale, verso una platea di investitori al dettaglio. Si tratta della cosiddetta democratizzazione dei mercati privati, che negli ultimi anni sta guadagnando sempre più spazio nei piani di sviluppo dei gestori. “Uscendo un po’ fuori dal coro, credo sia un fenomeno di cui si parla tanto, ma la raccolta è ancora poca. E lo affermo nonostante siamo stati pionieri nel lanciare in Italia i primi fondi di private debt e ci stiamo spendendo molto nel far conoscere i benefici di questi strumenti a fasce più ampie della clientela”, spiega Del Borrello. “A nostro avviso, questi prodotti sono estremamente efficaci per diversificare il portafoglio e nel tradizionale portafoglio 60/40 potrebbero arrivare a occupare una fetta tra il 5% e il 15%. Inoltre, sono molto efficienti in termini di performance. Ma ad oggi funzionano soprattutto per la clientela istituzionale”, dice il manager.
Secondo il professionista, infatti, i requisiti richiesti per accedere ai fondi sui mercati privati dalle autorità di vigilanza o da regolamenti interni alle singole banche che li distribuisco sono tuttora abbastanza stringenti. La conseguenza è che un vasto bacino di risparmiatori non in possesso delle technicalities finanziarie necessarie per beneficiare di questi prodotti ne rimanga escluso. “Di fatto i FIA restano riservati alla sola clientela professionale. E gli ELTIF, anche nella nuova versione 2.0, a mio avviso non sono adatti alla pura clientela retail, perché continuano a essere prodotti sofisticati e fondamentalmente illiquidi”, argomenta Del Borrello. “Per andare incontro a queste nuove esigenze della clientela, Muzinich & Co. ha messo a disposizione un fondo denominato MLOAN che apre delle finestre di liquidità a partire dal dodicesimo mese, perché sappiamo quanto la clientela italiana sia sensibile al tema”, continua il manager. “I PIR sono stati e sono un ottimo strumento per portare il risparmio privato all’economia reale italiana. Ma nel corso degli anni quest’iniziativa è stata in parte penalizzata da lacci burocratici e non ha portato i frutti sperati”, ammette Del Borrello.
Serve educazione finanziaria
Per dare nuova linfa al processo di ampliamento della base di investitori dei private markets secondo Del Borrello la chiave è l’educazione finanziaria. “È necessaria un'operazione di sistema, in cui non basta l’azione degli asset manager. Le case prodotto possono confezionare le migliori soluzioni di investimento, ma da sole non bastano. Serve un’operazione congiunta di tutti gli attori coinvolti nel processo: legislatore, governo, autorità di vigilanza, società di asset management e distributori, perché a oggi ci sono ancora delle distonie tra i vari player in gioco”, spiega Del Borrello. “Servono delle agevolazioni normative, non mi riferisco agli incentivi fiscali che in parte ci sono stati. La normativa ELTIF 2.0 va nella direzione giusta. Ma c’è ancora molta strada da fare, anche a livello di norme attuative europee. Noi crediamo nei private markets, ma per avere numeri importanti è necessario un coinvolgimento di tutti gli attori del sistema”, conclude il manager.