Di nuova istituzione e a cedola, questi i fattori che determinano il successo dei fondi comuni

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foto: autor tutincommon, Flickr, creative commons

Cosa cercano gli investitori italiani in un prodotto? E quali requisiti deve compiere affinchè si decida di investirci? A quanto pare la performance passata non è tra i fattori a cui si presta attenzione visto che i fondi campioni di raccolta sia nel 2014 che nel primo trimestre di quest'anno sono tutti di nuova istituzione. Alcuni sono stati appena lanciati sul mercato mentre altri hanno al massimo uno o due anni di vita, pertanto il risparmiatore che decide investire in questi prodotti non ha modo di valutare il comportamento del fondo negli anni passati o in diverse situazioni di mercato. Eppure hanno registrato entrate nette prossime, se non addirittura superiori, al miliardo di euro.

Il 50% dei 10 fondi più venduti nei primi tre mesi del 2015 sono a cedola, una caratteristica sempre più ricercata dagli investitori nell'attuale contesto di mercato. I fondi a finestra di collocamento sono fondi comuni caratterizzati da un periodo di sottoscrizione, della durata tipicamente di qualche settimana, in cui gli investitori possono aderire al fondo. Il fondo avrà una durata prestabilita, spesso di cinque anni, pagherà delle cedole periodiche e, arrivato a scadenza rimborserà ai sottoscrittori le quote. Questi prodotti hanno un indiscutibile appeal sui risparmiatori in virtù della loro semplicità e chiarezza in termini di obiettivo di rendimento e orizzonte temporale dell’investimento. 

Un altro fattore comune ai fondi campioni di raccolta è l'appartenenza della società che li gestisce ad un gruppo bancario, con l'innegabile vantaggio di avere accesso al cliente finale tramite la rete propria rete di distribuzione. Dal 2013 i grandi gruppi bancari hanno riscoperto il business dell'asset management e del private banking ed infatti gran parte della raccolta netta dei fondi comuni viene dalla clientela retail.