Dieci anni di investimenti a favore del wealth management

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foto: autor GotCredit, Flickr, creative commons

L'evoluzione delle banche verso l'asset & il wealth management è un dato di fatto. Negli ultimi dieci anni molti istituti di credito hanno portato avanti una rivoluzione organizzativa, puntando sempre più al risparmio gestito. D'altronde, come ricorda anche Bankitalia in un recente report, "per le banche lo sviluppo del risparmio gestito ha rappresentato una fonte importante di ricavo negli anni successivi alla crisi finanziaria ed è stato posto al centro delle loro strategie di crescita, anche a motivo del ridotto assorbimento patrimoniale rispetto all’intermediazione tradizionale".

Le sfide che si delineano nel prossimo futuro non sono di poco conto, per i gestori come per i distributori, che si trovano di fronte un puzzle non facile da risolvere: ritorno della volatilità sui mercati, maggiori costi di compliance, pressioni sui prezzi da parte dei clienti, concorrenza accresciuta sia nell’ambito degli operatori tradizionali che tra questi e i nuovi soggetti del fintech, necessità di investimenti per migliorare il servizio alla clientela, vincoli di capitale.

Come spiegato dall'analisi già pubblicata di Excellence Consulting, società di consulenza del settore bancario, le banche hanno ancora potenziale di sviluppo dei ricavi da asset management e bancassurance, ma devono evolvere i loro modelli di servizio. Le reti, invece, hanno già fatto molto e per migliorare ulteriormente i ricavi dovranno investire nei servizi di wealth management e di negoziazione titoli di investimento. Ma quali sono gli investimenti degli operatori verso il wealth management dal 2008 a oggi? Ecco in sintesi cos'è cambiato in questi anni.

  • Intesa Sanpaolo dichiara di essere una wealth management company perché oramai la gran parte dei suoi utili è prodotta attraverso le attività di gestione del risparmio sia attraverso prodotti assicurativi-finanziari. A tal fine è stata anche realizzata l’integrazione tra la banca private del gruppo e la banca rete dei promotori finanziari, dando vita ad un nuovo operatore con dimensioni europee (Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking).
  • Unicredit, pur dopo la cessione del proprio asset manager Pioneer ad Amundi, dichiara tuttavia nell’ultimo piano Industriale di volere rafforzare le attività nell’ambito del private banking e wealth management.
  • Banco-BPM, dopo avere completato il processo di integrazione tra Banco Popolare e BPM, ha deciso di avviare anche un’iniziativa volta a rafforzare Banca Aletti, la propria banca specializzata per il private banking & wealth management.
  • UBI ha fuso la propria banca digitale (IW Bank) con la rete dei promotori finanziari (UBI Private Investment) per dare vista ad un nuovo operatore (IW Private Investment) per sviluppare il business dell’asset & wealth management.
  • MPS, pur essendo stata nazionalizzata a causa della continua necessità di iniezioni di capitale per far pronte ad un pesante fardello di crediti in sofferenza, ha tuttavia investito capitali per dare vita a Widiba, la nuova banca digitale che è stata poi integrata con la rete dei promotori del gruppo.
  • BNP Paribas a seguito dell’acquisizione della BNL ha deciso di dare vita nell’ambito della banca ad una nuova rete di consulenti finanziari (BNL Life Banker) che sta continuando a crescere a seguito di un importante processo di reclutamento di bancari e promotori acquisti da altre reti.
  • Credem ha continuato a mantenere nell’ambito del proprio gruppo una banca dedicata allo sviluppo dell’asset & wealth management (Banca Euromobiliare) e parallelamente ha sviluppato sia una rete di private banker (dipendenti) che una rete di promotori finanziari.
  • Mediobanca, dopo avere dato vita a Che Banca!, la propria banca figital (fisica e digitale), ha deciso di sviluppare nell’ambito della stessa anche una rete di promotori finanziari.
  • Deutsche Bank ha recentemente integrato in banca la propria rete di promotori finanziari (Finanza & Futuro) per favorire lo sviluppo di maggiori sinergie con le attività di corporate banking e avviare un nuovo percorso di crescita sotto un nuovo brand (DB Financial Advisors).
  • Le principali banche reti di promotori finanziari sia quotate (Mediolanum, Fineco, Banca Generali e Azimut) che non quotate (Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking e Allianz Bank) hanno realizzato percorsi di crescita molto significativi. Nel complesso il settore delle banche di promotori finanziari iscritte ad Assoreti tra il 2008 ed il 2018 ha incrementato la propria quota di mercato sul totale della ricchezza finanziaria degli italiani da circa il 6% all’attuale 12,5%.
  • Poste ha definito nel nuovo piano industriale degli obiettivi di crescita nell’asset management e nel private banking molto rilevanti, a fronte dei quali prevede di realizzare investimenti importanti per diventare uno dei player più significativi del mercato.
  • L’ultima operazione di ristrutturazione di una banca in crisi (Carige), attualmente in corso, si fonda sull’intervento di un grande asset manager internazionale ed è finalizzata fondamentalmente allo sviluppo delle attività di asset & wealth management.