Diversificazione e selezione, la ricetta di DWS per la gestione del credito

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Karsten Rosenkilde e Fiedrich Clara, portfolio manager di DWS

Nel 2018 il mercato del credito europeo è stato messo a dura prova da fattori di diversa natura, dalla trade war alla crisi politica in Italia, dalla riduzione degli stimoli monetari da parte della BCE a rischi idiosincratici, dalla Brexit all’incremento della volatilità nei mercati emergenti. Nonostante la maggior parte degli elementi di incertezza persistano, il mercato del credito in Europa offre diverse opportunità da saper cogliere. Da un lato c’è il segmento dell’investment grade che risulta essere attraente dopo la fine dell’Asset Purchase Programme della Banca centrale e trainato dai fondamentali, dall’altro i bond high yield possono apparire oggi troppo cari per gli investitori europei, e occorre quindi ricercare con più cura i migliori 'entry point'. Saper individuare il potenziale all’interno di un mercato sottoposto a diverse pressioni è diventata la priorità dei gestori di corporate bond. Ne abbiamo parlato con Karsten Rosenkilde, senior portfolio manager del fondo DWS Invest Euro Corporate Bonds e Clara Fiedrich, portfolio manager del DWS Invest Euro High Yield Corporates, entrambi con rating Funds People Blockbuster.

Strategia di investimento

Per entrambi i fondi il processo di investimento si basa su un approccio bottom up focalizzato sulla ricerca di valore, cioè quei bond emessi da società che presentano buoni fondamentali e un profilo rischio/rendimento interessante. Selezionare la qualità nel mercato del credito dovrebbe garantire performance più elevate e permettere di perdere meno nelle fasi più incerte. “Lavoriamo con un team di ricerca formato da 60 analisti del credito, specializzati in diversi settori e aree geografiche, con cui collaboriamo attraverso call periodiche e che ci forniscono gli imput giusti per prendere le principali decisioni di investimento. Cerchiamo inoltre di sfruttare le inefficienze presenti sul mercato, e per fare ciò bisogna essere coscienti di cosa si sta acquistando”, spiega Karsten Rosenkilde. In entrambi i casi si pone inoltre particolare attenzione alla liquidabilità dei titoli e alla loro size. “Non vogliamo rischiare di rimanere incastrati in ‘a bad bond in a bad time’”, sottolinea la Fledrich.

Le parole d’ordine nella gestione dei corporate bond per DWS sono due: diversificazione e selezione. “Abbiamo tante piccole posizioni che fanno il totale”, dichiara il gestore del fondo sugli euro corporate bond. Nel caso del DWS Invest Euro Corporate Bonds ci sono in portafoglio circa 400 bond differenti su 285 emissioni, mentre nel DWS Invest Euro High Yield Corporates i titoli in portafoglio sono circa 341, su 260 emissioni.

DWS Invest Euro Corporate Bonds

Il fondo, focalizzato sugli investment grade europei, può investire anche in high yield per il 10%, mentre i CDS e Index sono usati solo occasionalmente. “Questo accade nel caso di downgrade o quando non riusciamo a trovare delle opportunità single name interessanti, perché soggetti ad un maggior rischio. Compriamo bond denominati in euro, che però possono essere emessi in altri Paesi (per esempio il 20% delle emissioni investment grade europee sono statunitensi). Evitiamo del tutto il currency risk, tuttavia può accadere che il mercato USA sia più liquido e in tal caso, possiamo acquistare bond in dollari, che vengono poi hedgiati. Non assumiano duration risk, ma solo rischio di credito, mentre se vogliamo scommettere sul rischio di tasso, preferiamo comprare goverment bond”, aggiunge Rosenkilde.

DWS Invest Euro High Yield Corporates

Secondo Clara Fiedrich il mercato high yield europeo è ben posizionato in termini di qualità, emissioni e dal punto di vista dei fondamentali. Infatti circa i 2/3 dei rating dell’universo investibile è stable B, mentre i bond con rating BB costituiscono una porzione minore (di solito il settore energetico). “Un approccio value per noi significa che vogliamo essere adeguatamnte compensati per il rischio assunto, spesso questo si traduce in posizioni anticicliche, adottando un view contrarian rispetto a ciò che fa il mercato in quel momento. Nel fondo high yield l’80% dei rendimenti è generato dalle analisi bottom up e dalla selection, il 20% da uno stile top down. Anche noi copriamo il rischio di cambio. Può succedere che i bond in valute diverse dall’euro possano essere più attraenti in termini di punti base e di prezzo, pertanto preferiamo hedgiare il cambio anziché comprare i titoli direttamente in euro, sfruttando così i bias del mercato”, conclude la portfolio manager.