Diversificazione, libertà e responsabilità gestionale

Prima del suo restyling, nel 2010, era denominato Vasco De Gama proprio perché, come il famoso esploratore, navigava in acque internazionali in cerca di un unico obiettivo: titoli con spread di rendimento interessanti a fronte di un rischio sostenibile.

Oggi la strategia del Mediolanum Flessibile Obbligazionario Globale continua ad essere la circumnavigazione del globo, ma con una specifica differenza: lo stile di gestione, flessibile, non è più rappresentabile attraverso un benchmark. “Una strategia ottimale per interpretare le fasi di mercato che si sono susseguite negli ultimi anni”, incalza Lucio De Gasperis, general manager di Mediolanum Gestione Fondi SGR insieme al gestore del fondo, il responsabile degli investimenti obbligazionari Alberto Ospite. “Grazie alla sua flessibilità, il prodotto è riuscito a definire un approccio che si è rivelato efficace anche nei momenti di criticità che abbiamo vissuto”, afferma De Gasperis. 

Dagli odierni tassi a zero al crollo del settore petrolifero, dalla volatilità dei mercati emergenti alla crisi russo-ucraina o del debito periferico dell’Eurozona, la responsabilità gestionale, dicono dalla società di Ennio Doris, è riuscita di volta in volta a costruire una risposta tattica ottimale alla situazione contingente di mercato. Perfino coi recenti timori legati alla Brexit. “Siamo riusciti ad anticipare correttamente il movimento al ribasso della sterlina. Già ad aprile, abbiamo azzerato l’esposizione e preso le distanze da Paesi che potevano verosimilmente subirne, nell’immediato, conseguenze negative, quali l’Ungheria, la Repubblica Ceca o la Polonia”, spiega con soddisfazione Alberto Ospite.  Non a caso, in un anno in cui il mercato obbligazionario fa fatica a offrire qualche cifra positiva ai risparmiatori, il Mediolanum Flessibile Obbligazionario Globale da inizio anno consegna una performance netta di +4,28%.

Analisi e selezione  

Il prodotto investe in funzione della fase del ciclo economico in corso e delle aspettative sui possibili sviluppi futuri, avvalendosi prevalentemente di un’analisi di tipo “top down”. La selezione degli emittenti governativi e la scelta in merito alle caratteristiche tecniche dei singoli titoli e del portafoglio complessivo, sono funzionali alle previsioni sulle politiche fiscali e monetarie di governi e banche centrali, alle attese inflazionistiche, alla solvibilità e al merito di credito dei singoli Paesi. Per quanto riguarda, invece, l’investimento in titoli corporate, gli esiti dell’analisi macroeconomica sono integrati dalle analisi di bilancio, dalle valutazioni societarie, dalle comparazioni geografiche e settoriali. Come a dire “i 560 titoli presenti in portafoglio sono il risultato di uno studio dettagliato e in continuo aggiornamento”, sintetizza Ospite. 

Il fondo, che rientra tra i Blockbuster di Funds People, con un patrimonio di oltre 3 miliardi di euro, ha, infatti, una composizione articolata: dai titoli di Stato alle obbligazioni societarie, dai Paesi industrializzati all’area emergente, fino a una componente valutaria non indifferente (circa il 33% del portafoglio complessivo). La diversificazione è la pietra miliare della costruzione di portafoglio, che “non può mai prescindere dalla libertà e dalla responsabilità gestionale”, ribadiscono i due portfolio manager di Mediolanum. Che poi si soffermano sulla gestione del rischio. “L’obiettivo del sottoscrittore è il contenimento della volatilità in un contesto in cui coesistono sia rendimenti negativi sia ritorni appetibili. La ricerca del rendimento, è, pertanto, condizionata e affiancata da un rigoroso e disciplinato controllo del rischio. La gestione della volatilità e la ricerca di un rischio sostenibile di portafoglio rientrano, necessariamente, tra le nostre priorità”.

La composizione variegata del portafoglio riflette chiaramente l’accurato studio delle correlazioni tra gli investimenti e la contestuale presenza di obiettivi strategici e atteggiamenti tattici di breve periodo: attualmente, circa il 53% degli asset è investito nei Paesi emergenti, tra titoli governativi e societari, tra cui Messico, Russia e Brasile. Sono presenti, inoltre, circa il 28% di emissioni governative e il 19% di obbligazioni corporate dei Paesi sviluppati. È significativa l’esposizione al rischio valutario: “il portafoglio presenta investimenti in pesos messicano, rublo russo, real brasiliano, rupia indonesiana, rupia indiana e pesos colombiano, ovvero divise di Paesi che rappresentano alcune delle nostre scelte gestionali più caratterizzanti. Il portafoglio è sensibile anche all’andamento del dollaro statunitense per una percentuale pari al 6%”, spiega Alberto Ospite.

Orientato verso i Paesi emergenti, nell’ambito di una presenza comunque internazionale, il fondo macro obbligazionario ha un turn over adeguatamente elevato, funzionale ad avere, - ribadiscono i gestori - “la possibilità e il coraggio e di fornire risposte diverse in diverse situazioni di mercato. È proprio questa la chiave di una gestione flessibile e attiva, non vincolata ad alcun benchmark”.