Il country head di State Street Bank International GmbH – Italia spiega a FundsPeople come la necessità di dati sia trasversale a diversi ambiti. Su tutti, a oggi, quello della sostenibilità e quello dei private asset.
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Lo scenario in cui si muovono le banche depositarie è quello del risparmio gestito. E la centralità del settore emerge nella riflessione di Denis Dollaku, country head di State Street Bank International GmbH - Italia che spiega a FundsPeople come la dinamica della raccolta nel corso degli ultimi mesi abbia avuto riflessi differenti sulle depositarie. “Lo scorso anno, nonostante flussi in entrata negativi, l’industria ha visto una crescita in termini dei valori degli asset in gestione legata all’andamento positivo dei mercati”, spiega indicando come anche nel 2024 si assista a una prosecuzione del fenomeno. Questo andamento, afferma Dollaku, è anche legato allo “slittamento in avanti del cosiddetto soft landing”. La crescita economica, soprattutto oltreoceano, è rallentata meno delle attese e questo nonostante le incertezze (dai conflitti, alle elezioni europee e statunitensi) che i mercati sono riusciti a “metabolizzare”. In quanto depositaria, “siamo remunerati in base all’andamento degli asset sottostanti, se questi crescono, cresce anche la remunerazione”, afferma.
Certo, l’auspicio è che anche la raccolta sia positiva, ma sull’attività del singolo custodian agisce anche l’operatività del cliente: “Noi abbiamo la fortuna di collaborare con alcuni tra i più grandi gestori del mercato italiano (che stanno andando bene), dall’inizio anno per noi l’andamento è positivo inclusa una raccolta leggermente positiva per i fondi italiani”. Sui prossimi mesi, in ogni caso, le attese sono per un ritorno generale a una raccolta positiva, volta a rafforzare un’industria che si è dimostrata di per sé resiliente: “Siamo passati da tassi di interesse negativi a un +4% in pochi mesi, un salto di 450 punti base e, ciononostante, l'industria del risparmio gestito ha continuato a crescere”.
ESG e private asset
Tra le direttrici di sviluppo più rilevanti individuate da State Street nel settore dell’asset management c’è quella legata alla disponibilità dei dati. “Non soltanto dati ‘grezzi’ ma anche dati già ‘elaborati’ che possono essere sfruttati in modo proficuo e rapido da parte dei gestori”. Il tema è trasversale a diversi ambiti. Su tutti, a oggi, quello della sostenibilità e quello dei private asset. “La tematica ESG è molto sentita, soprattutto in Europa”, spiega ancora il country head, indicando una discrepanza tra Europa e USA (“dove, in particolare nei c.d. ‘Red States’ c’è un ripiegamento in tal senso”). “Come provider siamo in grado non soltanto di mettere a disposizione dati per i nostri clienti con la nostra soluzione di data analytics, truView, che poggia su 28 mila miliardi di asset in termini di dati (per metterla nella giusta prospettiva, tutto il mercato del risparmio gestito italiano si attesta circa 2.300 miliardi)”. Dollaku rimarca così che tramite un modello globale State Street, “riesce a portare valore al mercato a livello locale”. Altro settore di forte attenzione, come anticipato, è poi quello dei private market: l’interesse per questo universo arriva da un processo avviato nel periodo dei tassi negativi (legato alla ricerca di valore al di fuori delle asset class tradizionali) in cui si è assistito a quella che il country head definisce una “democratizzazione dei private asset, con l’estensione di questa asset class anche alla clientela retail”.
Sviluppare il front-to-back
Alla luce delle sempre maggiori richieste da parte dei gestori in termini di dati per la ricerca di alpha, la depositaria lavora anche allo sviluppo di un’offerta front-to-back allo scopo di “dare coerenza a dati, tecnologia e servizi”. Un’unica filiera integrata, in cui sono presenti tutti i dati legati a front, back e middle office insomma, “garantisce alla società di prendere decisioni in base a informazioni coerenti, corrette e monitorate nel tempo”. Oltre al continuo bisogno di dati, che la banca fornisce tramite la piattaforma State Street Alpha, una delle sfide che gli asset manager devono affrontare riguarda poi i costi. “Un mercato competitivo impone agli asset manager di lavorare sul ‘margine’”, continua Dollaku, “in un contesto normativo che impone ai gestori costi sempre più impegnativi (basti pensare ai regolamenti SFDR e Dora), entrano in gioco i servizi di outsourcing, che permettono di esternalizzare a operatori specializzati le attività non core, trasformando tali costi da fissi a variabili”.
Il country head vede poi un forte sviluppo nel settore tecnologico, con riferimento a tecnologia blockchain e asset digitali. “Abbiamo già avviato diverse iniziative per dare la possibilità ai clienti di sottoscrivere quote di fondi tokenizzati – conclude –. In Italia si sta muovendo in tal senso anche la normativa emessa da Bankitalia lo scorso anno. Si tratta di un tema che vediamo di grande interesse per il futuro”.
Tratto dalla rivista FundsPeople di giugno n. 85