Secondo il responsabile azionario Italia, il nostro Paese è ritornato sotto la lente degli investitori internazionali grazie a un profilo valutativo attraente e alla capacità di navigare con successo in un anno complesso a livello globale.
Per accedere a questo contenuto
Una view sui mercati azionari “neutrale e con un bias positivo”. È quella che mantiene Luigi Dompè, responsabile azionario Italia, Anima SGR, raggiunto da FundsPeople in occasione della 14esima edizione del Salone del Risparmio, a margine della conferenza dedicata alle “migliori opportunità di investimento nel nostro Paese”. L’origine delle attese dell’esperto in merito a rendimenti positivi sull’asset class (“benché più contenuti rispetto al 2023”) risiede in “uno scenario di rallentamento misurato dell’attività economica, utili in crescita e politiche monetarie espansive”. Invitato a commentare il “momento” dell’azionario a livello internazionale, Dompè sottolinea come dopo il “rally robusto degli ultimi mesi”, in cui “gli indicatori di sentiment e posizionamento hanno raggiunto livelli elevati”, le valutazioni attuali siano “ovviamente meno attraenti” rispetto a quello di ottobre 2023, tuttavia Dompè le ritiene “ragionevoli secondo molte metriche”, in quanto “una correzione è sempre possibile, ma sarebbe limitata per entità e verrebbe sfruttata come opportunità di acquisto”. Inoltre, il trend di ampliamento della partecipazione registrato nelle ultime settimane “è destinato a consolidarsi, complice il supporto delle dinamiche degli utili, e richiede un posizionamento geografico e settoriale più diversificato ed equilibrato”.
Focus sull’Italia
In questo scenario, l’esperto richiama il rinnovato interesse per il mercato italiano, “confermato anche dalle performance dei primi mesi del 2024, che continuano a essere estremamente robuste”. Sebbene una spiegazione per risultati così significativi possa essere riconducibile alla composizione dell’indice (che vede una marcata presenza di titoli finanziari), “è innegabile che la forza del mercato italiano abbia ragioni più profonde”. La sensazione, afferma l’esperto, è che il nostro Paesi sia “finalmente ritornato sotto la lente degli investitori internazionali grazie sia a un profilo valutativo estremamente attraente se paragonato ad altri mercati europei o americani, sia alla capacità dell’economia italiana di navigare con successo, anche grazie al rilascio dei fondi del PNNR, in un anno particolarmente complicato a livello di crescita globale”.
E alla luce di queste considerazioni, è opportuno dirigere l’attenzione al merito del tessuto manifatturiero italiano “di essersi saputo rinnovare e innovare mantenendosi sempre competitivo e in grado di affrontare le recenti insidie del contesto economico meglio di altri Paesi, come evidente ad esempio da un confronto con l’economia tedesca”. In questo senso, infatti, “anche un termometro della percezione del rischio Italia come lo spread non evidenzia situazioni di tensione, ma anzi sembra più che altro suggerire una certa compiacenza da parte degli investitori internazionali”. Dompè si dice dunque convinto che “con questi presupposti il potenziale per andare a scovare delle storie di successo nel mercato italiano rimanga decisamente elevato”.
Potenzialità inespresse
Tra le potenzialità ancora inespresse il responsabile azionario Italia di Anima richiama quelle presenti nel settore bancario che, “tra i migliori nel 2023 e in questo inizio di 2024”, mostra ancora spazio per dare dei ritorni positivi: “Dopo molti anni passati a migliorare la qualità degli attivi e a rafforzare il patrimonio è arrivato questo forte miglioramento della redditività, a cui ha certamente contribuito il movimento dei tassi che, grazie al lavoro passato, può oggi essere in larga parte restituita agli azionisti sotto forma di dividendi e buyback”.
Un altro segmento con opportunità da cogliere (“seppure ancora in modo selettivo e graduale e senza scelte di campo troppo nette”), è poi quello dei titoli a piccola e media capitalizzazione. “Il comparto viene da 24 mesi di performance peggiori rispetto ai titoli a grande capitalizzazione e le valutazioni iniziano a essere in alcuni casi attraenti se guardate in un’ottica di medio/lungo periodo – afferma Dompè –. Per questo siamo costruttivi su quei titoli caratterizzati da un forte de-rating e che presentano un solido track record oltre che un basso indebitamento. Ci confortano – conclude – i primi segnali che vedono, a marzo, le mid-small cap italiane provare tenere il passo con l’indice principale (FTSE Mid +5,7%, STAR 4,3% vs FTSE MIB 6,8%) nonostante la scarsa presenza di titoli finanziari nel segmento”.