Dorval AM sbarca in Italia e lancia due fondi

Sputnik, Flickr, Creative Commons
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Due nuovi fondi d'investimento e una società che punta ai 3 miliardi di gestione entro il 2020, anche passando dall'Italia. Dorval Asset Management, la società francese di gestione del risparmio con un patrimonio al momento di circa 1 miliardo di euro (al 31 dicembre 2016), sbarca nel Belpaese. Parte di Natixis Global Asset Management, la SGR si caratterizza per uno stile di gestione attiva e non legata al benchmark, basata sulla sostenibilità degli asset gestiti e sulla ricerca di performance nel lungo termine. Sulla scia dei successi ottenuti nei Paesi francofoni (Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo), adesso l'asset mamagement ha annunciato il lancio di due fondi di investimento sul mercato italiano: si tratta del Dorval Conviction – per il mercato retail - e del Dorval Manageurs - disponibile in Italia solo per gli istituzionali - per rispondere alla crescente domanda di strategie azionarie flessibili e high conviction sul mercato europeo da parte degli investitori italiani.

Antonio Bottillo, managing director di Natixis Global Asset Management, spiega che in Italia stiamo vivendo un passaggio molto importante che vede il risparmiatore diventare investitore. È quindi importante offrire un servizio in grado di colmare il gap culturale in cui si trova l’investitore oggi, ossia un servizio in grado di concedere delle connotazioni di education. La società utilizza una filosofia Durable Portfolio Construction, focalizzata principalmente sulla gestione del rischio e su un approccio estremamente flessibile che combina asset allocation e stock picking in grado di gestire la volatilità e generare rendimenti sostenibili nel lungo periodo.

Per Stéphane Furet, CEO di Dorval AM, l’obiettivo principale della società è la crescita internazionale e, attraverso il mercato italiano, si propone di raggiungere un AUM pari a 3 miliardi di euro nel 2020. Il processo di investimento è fondato su quattro pilastri: analisi macroeconomica globale, analisi microeconomica, finanza comportamentale, metodo di valutazione rigoroso. La società esegue giornalmente un'analisi macroeconomica dettagliata, analizzando le prospettive future dei mercati finanziari. Stéphane Furet afferma che “il 2017 sarà positivo per il settore finanziario e prevediamo un ulteriore apprezzamento del dollaro. Le M&A continueranno, specialmente in Europa. Nel lungo termine apprezziamo la digitalizzazione dell’economia: ora la difficoltà è trovare nuove società con ottime prospettive di crescita e buona visibilità”.

Secondo François-Xavier Chauchat, economista e membro del comitato investimenti della società di gestione, gli investitori italiani dovranno soffermare la loro attenzione poi su tre fattori ben precisi:

  • Macroeconomico: dall’estate del 2016 abbiamo osservato un’importante ripresa della crescita mondiale, che nei prossimi due anni dovrebbe raggiungere il 4%. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che solo 7 Paesi su 190 chiuderanno il 2017 in recessione (è il rapporto più basso degli ultimi 10 anni). L’economista afferma che ¨considerando lo scenario economico globale, l’Europa è il posto giusto dove investire¨. Le prospettive per l’Europa sono positive: siamo già in una fase di ripresa della crescita economica, l’output gap è negativo e rimarrà tale nei prossimi anni e l’euro rimarrà molto competitivo contro il dollaro¨.
     
  • Valutazione: nei prossimi due o tre anni dovremmo assistere alla discesa dell’equity risk premium. Quest'ultimo, attualmente al 3% negli Stati Uniti, potrebbe potenzialmente diminuire dell’1%, mentre in Europa, attualmente al 6%, potrebbe potenzialmente diminuire del 3%. Se confrontiamo il rapporto P/E del mercato azionario europeo con quello statunitense, osserviamo che l’equity europeo è sottovalutato di circa il 25% rispetto all’US equity. Dorval AM intravede quindi enorme potenzialità nell’equity europeo.
     
  • Microeconomico: l’economista afferma che ¨in Europa, gli investitori dovrebbero comprare fondi azionari e non indici azionari¨. Gli investitori tendono a sottovalutare le performance dell’equity europeo in quanto confondono l'azionario europeo con gli indici azionari europei.