Filippo Casagrande, CIO di Generali Investments analizza le prospettive dei mercati finanziari nel 2025 evidenziando l'importanza della nuova amministrazione americana e delle sue politiche. “Quattro punti chiave dell'agenda politica di Trump – afferma –, ossia dazi, miglioramento fiscale per le imprese, deregolamentazione e contrasto all'immigrazione, avranno impatti significativi su commercio, inflazione e mercati finanziari”. L’esperto ricorda il proposito dell'amministrazione di imporre tariffe fino al 60% su Paesi con surplus commerciale (in particolare la Cina), oltre a dazi universali del 10% su tutte le importazioni, “nonostante storicamente tali misure non abbiano favorito la crescita dei settori protetti”. L'uso dei dazi, in particolare, e il controllo sull’immigrazione a detta di Casagrande “potrebbero generare tensioni inflazionistiche nel breve termine, mentre la deregolamentazione e in parte la fiscalità potrebbero produrre una spinta all’investimento e quindi alla crescita della produttività”.
Nel medio periodo, dunque “l’effetto delle politiche commerciali aggressive sulla crescita sarà cruciale, con un potenziale aumento del rapporto debito/PIL di oltre 40 punti percentuali che potrebbe influenzare i tassi di interesse e le politiche monetarie”. L’esperto indica poi che le relazioni con la Cina e le dinamiche energetiche saranno altrettanto rilevanti, “con possibili ripercussioni sui mercati emergenti e sull'Europa”, mentre il dollaro “rimarrà probabilmente forte rispetto alle valute dei Paesi colpiti dai dazi, ma nel medio periodo la sua dinamica dipenderà dagli effetti sulla crescita globale”. Per quanto riguarda le opportunità di investimento nel 2025, Casagrande suggerisce di considerare l'azionario europeo, “che potrebbe beneficiare delle pressioni dell'amministrazione Trump”, e l'azionario cinese, “stimolato da interventi governativi”. L'inflazione rimane un tema centrale: “Un suo eventuale aumento potrebbe modificare le correlazioni tra azioni e obbligazioni, rendendo l'oro un'importante risorsa di diversificazione”. Il credito privato rappresenta un'altra opportunità, “con strategie come il private credit secondaries che potrebbero offrire rendimenti interessanti”. Nel settore obbligazionario, “i bond dell'Eurozona appaiono più attraenti, mentre i BTP italiani, sostenuti da una situazione politica stabile, sono preferibili rispetto ai titoli di Stato francesi”. Infine, nonostante la riduzione degli spread, “il credito rimane un'opzione valida per migliorare la redditività del portafoglio, privilegiando titoli con una buona combinazione di spread e duration”.
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