È ancora importante il fattore umano per convincere un fund selector?

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foto: autor Nicola Corboy, Flickr, creative commons

La crescente pressione sui costi e gli ultimi progressi tecnologici, che consentono un'analisi dettagliata di qualsiasi prodotto, stanno portando alcuni fund selector ad adottare un approccio più scientifico o 'purista' che lascia fuori dal processo di selezione i team di vendita. Che effetti potrebbe avere questa nuova tendenza? Nel report intitolato Funds Selector Issue, la società internazionale di analisi Cerulli Associates esamina la relazione tra venditori e compratori e le misure adottate dalle società di gestione per sviluppare e rafforzare il legame con i selettori di fondi di tutto il mondo.

"Nel corso dell'ultimo decennio, i fund selector hanno rafforzato in modo significativo i loro processi di revisione e ora prestano maggiore attenzione all'analisi quantitativa", spiega Barbara Wall, direttore di analisi di Cerulli per l'Europa. "Alcune delle entità più grandi hanno addirittura creato unità specializzate di 'filtraggio' che eseguono un'analisi più approfondita degli investimenti. "Anche se alcune società di gestione hanno espresso preoccupazione per la connessione sempre più debole tra il team di vendita e i selettori, Wall ritiene che dovrebbero cambiare il loro punto di vista e sfruttare le opportunità offerte da queste unità speciali per migliorare la propria strategia di relazione con il cliente.

Secondo quanto è emerso da un recente sondaggio fra i funds selector italiani, il fattore umano risulta un elemento fondamentale nella scelta di un fondo. Uno dei fattori soggettivi più ricorrenti nel processo di selezione è il track record realizzato. "La selezione di un fondo è una vera scelta di investimento e, come tale, sottoposta ai rischi del giudizio professionale di chi la effettua" spiega Cristian Grigatti, funds manager - Gestioni Multimanager di Fideuram Investimenti. "Il fattore soggettivo che può avere maggiore rilevanza è quello relativamente a dove il gestore del fondo si collochi nel ciclo di generazione dell'alpha. Il rischio, come sempre, è quello di 'subire il fascino' del track record realizzato".

Per Matteo Serio, direttore commerciale di AcomeA, "solitamente il focus è sul track record del gestore e le caratteristiche dello stile di gestione. Viene sempre premiata la capacità di produrre over performance in modo consistete e con l'impiego del rischio nel modo più efficiente possibile". E aggiunge "negli ultimi anni poi, una caratteristica sempre più ricercata è la trasparenza e tempestività degli aggiornamenti sulle scelte tattiche di portafoglio. A tale proposito, AcomeA l'unica realtà che mette a disposizione tutti i giorni e in tempo reale l'intero portafoglio, accompagnato da periodici update a cura dei gestori su valutazioni di mercato, scelte di picking e di asset allocation consultabili liberamente. Questo consente a chi seleziona il fondo, di risalire in modo semplice e immediato sui motivi di una sovra o sottoperformance. Insomma, è come avere il gestore del fondo selezionato a fianco sul proprio desk operativo".

Sottolinea l'importanza della trasparenza e dell'accessibilità del gestore patrimoniale nella scelta di un fondo anche Amparo Sampedro, head of Funds of Funds di Generali Investmet Europe. "Uno dei fattori soggettivi più rilevanti è la fiducia che possiamo avere in un gestore di portafoglio", afferma.

Per Mario Unali - senior analyst di Kairos Partners SGR, "tra gli aspetti da tenere in considerazione nella selezione di un fondo di investimento rientra il coinvolgimento del portfolio manager nello sviluppo del business e nelle attivitá collaterali alla gestione del fondo. Tanto piú esclusivo sará il focus sul trading delle posizioni in portafoglio, tanto maggiori le probabilitá di pervenire ad una generazione di extra-rendimenti duratura nel tempo.

"Questo aspetto della vicinanza e del coinvolgimento del gestore nello sviluppo del business è particolarmente rilevante per le società di gestione asiatiche", afferma Angelos Gousios, analista senior di Cerulli. "Lo studio che abbiamo realizzato mostra che solo il 25% delle squadre di fund selector è fisicamente presente nella regione e per essere prese seriamente in considerazione, le società devono farsi conoscere tra i membri del team di selezione della sede centrale. "Il rapporto rivela anche che una strategia di distribuzione incentrata specificamente sui selettori di fondi può essere particolarmente utile per le società piccole in grado di ottenere mandati attraverso un processo di investimento differenziato e un team di persone in grado di spiegarlo bene.

Per quanto riguarda la gestione passiva, il 93% delle società intervistati da Cerulli ritiene che questi prodotti continueranno a guadagnare quote di mercato rispetto alla gestione attiva, anche se credono che non arriveranno per il momento a rappresentare più del 50% dei portafogli di investimento - sia retail che istituzional, nei prossimi tre-cinque anni.