E.I. Sturdza, come investire sul mercato della grande Cina

Sofia Osman, Flickr, Creative Commons
Sofia Osman, Flickr, Creative Commons

Il 2017 è stato un anno particolarmente positivo per i mercati azionari emergenti, con l’MSCI Emerging Markets che ha chiuso l’anno con una performance del +37,28%. Tra i mercati più performanti troviamo l’azionario cinese, con l’indice MSCI China che è salito del +54,33%. Nonostante le eccellenti performance, gli investitori internazionali hanno tuttavia sottopesato l’asset class nei loro portafogli. L’elevato livello di indebitamento delle imprese e degli enti locali, e il possibile rallentamento della crescita economica, hanno generato timori tra gli investitori, che hanno adotatto un atteggiamento prudente nei confronti dell’asset class.

“Nel lungo termine, la Cina continuerà ad essere sottopesata nei portafogli degli investitori internazionali, anche se assisteremo ad un ritorno di interesse verso questo mercato non appena l’attenzione si rifocalizzerà sulla crescita degli utili e non solo sulla view macro e ciclica del Paese”, afferma Lilian Co, portfolio manager del fondo con rating Consistente Funds People E.I. Sturdza Funds plc - Strategic China Panda.

Il comparto, che nel 2017 ha realizzato una performance del +44,1%, investe almeno il 70% del patrimonio in azioni di società in particolar modo cinesi, di Hong Kong, Taiwan e Singapore. Il team di gestione si concentra su imprese growth che presentano valutazioni ragionevoli, con l’obiettivo di sfruttare eventuali opportunità di mispricing. La selezione dei titoli avviene attraverso un approccio fondamentale bottom-up e un’analisi delle previsioni degli utili societari che, secondo il team di gestione, possono offrire indicatori di potenziali opportunità nel caso in cui dovessero discostarsi dal consensus di mercato.

Il portafoglio investe su un numero compreso tra i 30 e i 40 titoli, ed è concentrato su temi e settori che presentano elevate prospettive di crescita. Abbiamo una posizione di sovrappeso nel settore dei beni di consumo voluttuari (28,73%) e delle materie prime, mentre sottopesiamo il settore finanziario e quello tecnologico”, spiega il gestore. Tuttavia, il segmento IT è sottopesato su base relativa, in quanto è la seconda più grande esposizione del comparto a livello settoriale (33,42%). 

A livello di nomi, il team di gestione ha puntato principalmente su Tencent, il social network più grande della Cina, Alibaba e più in generale sulle società tecnologiche cinesi. Nell’indice MSCI China il settore tecnologico e quello finanziario hanno un peso rilevante, rispettivamente il 41,51% e il 23,11%. In conclusione, secondo il fund manager, gli investitori dovrebbero mettere in secondo piano le tematiche macro, come il possibile rallentamento della crescita del PIL del Paese, e concentrarsi maggiormente sulla qualità e sulla sostenibilità della crescita degli utili delle imprese cinesi.

“A mio avviso, il mercato azionario cinese è ben posizionato per un’ulteriore fase di rialzo nei prossimi trimestri. Tra le principali fonti di preoccupazione, il rischio di hard landing si è attenuato mentre, per quanto riguarda il livello di indebitamento, gli sforzi del governo cinese per ridurre l’impatto della leva finanziaria dell’economia stanno continuando”, conclude Lilian.