MPS ritiene interessante il debito dei Paesi emergenti nell’attuale fase di mercato, sia per lo spread che offre sia per il rendimento a scadenza. Giuseppe Bruni, portfolio manager GPF, Emerging Market Bond specialist, MPS evidenzia che il debito sovrano, grazie alla sua elevata diversificazione geografica, consente di cogliere opportunità di mercato senza pregiudicare il rischio di portafoglio, in un contesto di politiche monetarie globali in fase accomodante. “Troviamo interessante anche il segmento dei corporate emergenti, sia per la migliore qualità del credito rispetto al debito sovrano, sia per l’elevata esposizione al settore dei finanziari, che riteniamo potrà avere benefici nell’attuale contesto. Naturalmente, l’attenzione è puntata sul rischio geopolitico e la nostra analisi cambierebbe qualora questo dovesse improvvisamente aumentare”, spiega il manager. Per quanto riguarda l’approccio della società alle strategie legate al debito dei Paesi emergenti, il punto di partenza è l’analisi macro, del ciclo economico e le prospettive dei tassi di interesse e delle politiche monetarie delle banche centrali, in particolare della Fed. Il passo successivo è l’analisi valutativa, che, spiega Bruni, consente di determinare la relativa convenienza di ciascuna strategia. Infine, il processo si completa con l’analisi del sentiment di mercato, del posizionamento e del quadro tecnico. Al termine del processo le varie analisi sono ponderate e vengono prese le decisioni in merito all’esposizione al rischio Paese, rischio tasso e infine al rischio valutario. “Guardando in prospettiva al medio-lungo periodo, riteniamo che maggiore attenzione debba essere dedicata ai Paesi con buona struttura demografica, solide istituzioni e ricchi di materie prime strategiche”, chiosa.
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