È la performance a fare ricchi i portafogli dei paperoni italiani

Bruno_Zanaboni
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La ricchezza finanziaria delle famiglie private è stimata in crescita di 47 miliardi di euro a fine 2014, non tanto per una polarizzazione della ricchezza, quanto piuttosto grazie all’effetto performance ottenuto con la gestione degli asset. Infatti, mentre la produzione di nuova ricchezza è pari all’1,5 %, l’effetto performance degli investimenti fatti porta ad un incremento, rispetto al dicembre 2013, del 3,6%. Questo secondo l’osservatorio AIPB, Associazione Italiana Private Banking che festeggia ora i dieci anni dalla fondazione in occasione di un incontro a Milano con la stampa.

Dice Bruno Zanaboni, segretario generale permanente di AIPB, che “il sistema di offerta vede il risultato dell’evoluzione dall’attività di negoziazione per conto del cliente alla consulenza. L’accelerazione della distribuzione da parte del private favorisce lo sviluppo dei servizi di gestione del risparmio che consolida il proprio ruolo nel collocamento di fondi comuni e gestioni patrimoniali e intensifica l’attività nel comparto assicurativo. A fine giugno, per la prima volta, nell’asset mix delle banche private, c’è il sorpasso della quota del gestito su quella dell’amministrato mentre i prodotti assicurativi, in costante crescita, raggiungono il 10%”.

Ma qual è la performance per la banca del servizio di private banking? Dal 2009 a oggi, fanno sapere dall’AIPB, il servizio di private banking ha assicurato agli istituti bancari di cui fa parte un tasso di incremento medio del ROA (Return on asset) del 4,25%. La natura dei ricavi da margine di servizi che connota il servizio private è per il 72% del loro valore di tipo ricorrente, dettaglio non secondario per la pianificazione bancaria. E quella per il cliente? Continua Zanaboni: “il trend annuale degli asset gestiti dal private banking è di crescita costante dal 2011. Nel primo semestre 2013 la variazione è stata del 3,8% in virtù di un effetto mercato sugli asset di 10,9 miliardi e una raccolta netta di 7,1 miliardi portando il mercato servito dalle banche associate a AIPB a un valore totale di 490 miliardi”.

E come si divide la torta delle famiglie private tra retail banking, private banking, promozione private? Scorrendo i dati AIPB emerge come a dicembre 2013 il mercato potenziale si dividesse in: 472 miliardi nel private banking, 78 mld nella promozione private e 385 gestiti dal retail senza un modello di servizio dedicato. Nell’ultimo anno gli stock private sono saliti del 8%, quelli della promozione private dell’1% e quelli del retail sono rimasti uguali. Questo significa che la quota di mercato del private banking è salita dell’ 1,9%, quella della promozione private è scesa dello 0,2% e quella del retail è diminuita del 1,7%.

Infine qualche numero su rete commerciale e portafogli medi dei private banker. La rete commerciale del servizio private, a fine giugno 2014 conta 5674 banker con un portafoglio medio di 84 milioni di euro. Per quanto riguarda i cambiamenti avvenuti nell’ultimo semestre, risulta un aumento dello 0,5% dei banker con contratto dipendente, una diminuzione del 5,3% di quelli con contratto d’agenzia e un aumento dell’8,1% manager di filiale.