Dalle azioni ai bond, alle strategie alternative, gli esperti di alcune società leader dei fondi sul mercato italiano raccontano come andrebbero costruiti i portafogli da qui ai prossimi mesi. La prima cosa da farsi: prendere più rischio.
Dalle azioni ai bond, alle strategie alternative, gli esperti di alcune società leader dei fondi sul mercato italiano raccontano come andrebbero costruiti i portafogli da qui ai prossimi mesi. La visione degli interlocutori è unanime nel dire che, a questo punto dei mercati e dell’andamento economico, per ottenere del rendimento, c’è una sola alternativa: assumersi del rischio. “Ritengo fondamentale avere gli strumenti analitici per misurare correttamente il grado di diversificazione di un portafoglio multiasset e dotarsi di sistemi che permettano di gestire la volatilità”, spiega Ugo Loser, ad di Arca SGR. Continua: “la sfida, anche per noi investitori professionali, è esporsi a un profilo di rischio più elevato in modo avveduto. Non esistono purtroppo ricette magiche ma questo obiettivo è alla portata degli asset manager dotati di processi di investimento integrati con le attività di gestione del rischio”. Ancora, “sarà cruciale la capacità di valutare e selezionare asset meno liquidi: incassare il premio di liquidità in portafogli con orizzonti medio lunghi è uno dei modi avveduti di prendere rischi”, precisa.
Anche per Gian Maria Mossa, direttore generale Banca Generali, “per superare il nodo dei tassi zero diventa opportuno, a seconda dei profili e degli obiettivi della clientela, guardare alle opportunità nelle soluzioni alternative di gestioni di fondi ma anche in quelle meno liquide, che incorporano caratteristiche vantaggiose dallo squilibrio domanda-offerta in relazione alle stesse garanzie”. Il riferimento va, per esempio, ai rendimenti che offre il debito mezzanino, che è quella parte di finanziamento nelle operazioni real-estate in mezzo tra l’erogato delle banche e la liquidità dell’investitore. Aggiunge Mossa: “abbiamo creato una gestione ad hoc “gp real Estate” affidata agli esperti londinesi di Tyndaris, cui si affiancano anche gestioni su misura con case terze”.
In molti puntano agli strumenti alternativi. “Dal nostro punto di vista ci sono stati dei cambiamenti importanti in termini di opportunità nel mondo dell’asset management perché viviamo da molti anni in un contesto dove c'è stata una grande crescita nella parte obbligazionaria, un boom market delle obbligazioni molto sostenuto. Questo è giunto al termine, nonostante il tentativo di portare i tassi in negativo e quindi l’opportunità nell’obbligazionario è ormai esaurita”, afferma Michele Gesualdi, responsabile gestione multimanager Kairos. E afferma ancora: “a questo punto rimane l’alternativa del cash o dell’equity, che però è molto volatile. Gli investimenti alternativi rappresentano un buon complemento a queste due posizioni dato che comportano un’asimmetria dal punto di vista del rendimento perché si riesce a ridurre il livello di rischio di un portafoglio aumentandone anche il rendimento. In questa fase, in cui le obbligazioni non offrono più rendimenti interessanti, ci sembra una scelta doverosa”. E dà un suggerimento: “opterei in particolare per gli alternativi long-short, cioè strumenti che sfruttano opportunità sia long sia short, fanno un risk management attraverso una flessibilità gestionale che è superiore al mondo del long-only e questo genera una simmetria di rendimenti dove si riesce a partecipare meno ai ribassi è molto più ai rialzi”.