Ecco il calendario di attuazione della Corporate Sustainability Reporting Directive

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Seguendo le orme del Parlamento europeo all'inizio di questo mese, il Consiglio dell'UE ha completato l'iter legislativo con l'adozione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La svolta arriva pochi giorni dopo che l'European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) ha ultimato e presentato alla Commissione europea la prima serie di standard europei di rendicontazione della sostenibilità (ESRS), che danno vita al principio della doppia materialità stabilito dalla CSRD. Per la European Fund and Management Association (EFAMA) si tratta di una buona notizia per il settore.

Rendere obbligatori gli standard europei di rendicontazione della sostenibilità è fondamentale, insiste l'EFAMA. L'insufficiente disponibilità di dati ESG è uno dei principali ostacoli alla realizzazione del pieno potenziale del quadro normativo UE sulla finanza sostenibile. "In qualità di redattori di informazioni ai sensi della Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), i gestori patrimoniali trarranno indubbiamente grandi benefici da metriche ESG pertinenti, comparabili, affidabili e disponibili al pubblico sulle attività e sui rischi finanziari delle società", prevede l'associazione.

Tuttavia, l'EFAMA sottolinea anche le sfide future. Come si evince dal calendario sopra riportato, i primi report aziendali disponibili sono attesi solo a partire dal 2025. E il campo di applicazione completo per tutte le aziende sarà in vigore solo a partire dal 2028. "Nel frattempo, quindi, la cronica mancanza di dati ESG aziendali rimarrà purtroppo un problema che crea incertezza nel campo degli investimenti sostenibili", precisano.

"La CSRD è senza dubbio un tassello cruciale del puzzle che consentirà ai gestori patrimoniali di promuovere ulteriormente gli investimenti sostenibili e di soddisfare con maggiore precisione i requisiti normativi", riconosce Tanguy van de Werve, CEO dell'EFAMA. Inoltre, il professionista elogia la Commissione europea per la sua proposta originale e i co-legislatori per aver dato priorità a questo dossier. "Tuttavia, dato che la disponibilità di questi report aziendali è scaglionata tra il 2025 e il 2029, il nostro settore dovrà, nel frattempo, provvedere a raccogliere il maggior numero di dati ESG", conclude.