Educazione finanziaria, cresce l’interesse tra gli italiani (e ci si informa sempre più sui social)

Financial Education
Agence Olloweb (Unsplash)

Il livello di fiducia delle persone (a prescindere dall’età, dal patrimonio e dal livello accademico) nei confronti di professionisti della finanza e istituzioni, l’attitudine delle diverse generazioni al tema del risparmio, l’utilizzo dei canali prediletti per informarsi e orientarsi in ambito finanziario e la posizione dell’Italia in ambito EduFin rispetto a un contesto internazionale. Sono i temi al centro dell’Osservatorio Internazionale EduFin 2022: la finanza secondo le nuove generazioni, ricerca realizzata da Pictet AM sotto la direzione di Nicola Ronchetti, fondatore e CEO di Finer Finance Explorer, istituto di ricerca specializzato in ambito finanziario, e presentata il 4 ottobre. La ricerca, giunta alla seconda edizione, ha dedicato quest’anno un focus specifico sulle nuove generazioni (Gen Y o Millennials, e Gen Z) e sul confronto internazionale tra l’Italia e le grandi economie europee Francia, Germania, Spagna e Regno Unito. Lo studio assume poi un interesse preciso dato anche dal periodo: il 1° ottobre ha preso il via l’edizione 2022 del Mese dell’Educazione Finanziaria, iniziativa promossa dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Edufin).

Gli interrogativi

La ricerca ha preso le mosse da una serie di interrogativi (perché, cosa, come, chi, quanto e dove). In primis si è indagato il ruolo che l’educazione finanziaria deve ricoprire (perché) e le leve da adottare per approfondire la materia, a partire dalle scuole. Si è passati poi a esaminare gli argomenti necessari in un percorso educativo (cosa); e le modalità e i linguaggi di apprendimento (come), evidenziando gli ostacoli da rimuovere per facilitare l’alfabetizzazione finanziaria. Il quarto punto (chi) ha analizzato a chi spetti il compito educativo, focalizzandosi sul ruolo del settore privato e del cosiddetto ‘informal advice’ con un focus fondamentale sulla fiducia. L’ultimo aspetto analizzato (quanto e dove) offre una disamina della frequenza e dei canali più efficaci per veicolare concetti di educazione finanziaria (con una evidente centralità dei social network).

La percezione delle conoscenze tra classi di età, donne e uomini

Nel dettaglio dei singoli quesiti emerge come nel 2022, l’interesse per la finanza sia aumentato in modo significativo: il 35% dei rispondenti si dice molto interessato (era il 27% nel 2021), e si rileva una crescita dell’interesse tra i non investitori (tipicamente più esposti alla disinformazione), gli studenti maggiorenni (+10% rispetto al 2021, al 70%) e gli studenti delle scuole medie superiori (il 53%), mentre per gli studenti universitari, si è registrato un incremento del 21% rispetto al 2021 (oggi al 72%).

Fonte: Osservatorio Internazionale EduFin 2022, Pictet AM-Finer

Permane il gap di genere, gli uomini sono mediamente più interessati delle donne (il 49 contro il 40%) e più della metà degli appartenenti alla generazione Baby Boomer (il 51%) mostra un interesse maggiore rispetto agli esponenti delle generazioni successive.

Fonte: Osservatorio Internazionale EduFin 2022, Pictet AM-Finer

Mentre sul fronte delle tematiche più “attraenti” si colloca in prima posizione “la realizzazione dei progetti di vita”, per il 41% dei non investitori, così come per la maggioranza delle donne (37%), dei Millennials (37%) e della Gen. Z (39%). Il tema di “come risparmiare” si posiziona soltanto al secondo posto ed è citato dal 29% degli Italiani (e, dato degno di nota, addirittura 1/3 degli studenti delle scuole medie superiori intervistati). Il 25% del campione è inoltre interessato alla gestione del risparmio.

I canali di informazione

Sul fronte dei canali di informazione più apprezzati, la ricerca sottolinea la fiducia degli Italiani verso le istituzioni; rimane predominante la figura del commercialista tra la generazione dei baby boomer (un terzo degli intervistati lo prediligono), mentre i consulenti finanziari conquistano la fiducia di circa un quarto della generazione Millennials. Un quinto dei rispondenti ripone invece fiducia in banche o assicuratori. Le istituzioni (Bankitalia, Consob e Stato) rimangono gli attori principali da cui gli italiani si aspetterebbero di ricevere una formazione finanziaria (il 48% del totale campione, in diminuzione rispetto al 52% del 2021). Cresce il peso dei docenti delle scuole superiori e università, scelti dal 15% del campione (9% nel 2021). Cresce poi la tendenza a informarsi sulle tematiche finanziarie affidandosi a comunità online e influencer, il cosiddetto “informal advice”. Il 39% dei rispondenti tende a chiedere suggerimenti ad amici e conoscenti; il 17% si affida a influencer outsider nel settore, mentre la fiducia in blog indipendenti è al 9 per cento. “Sebbene l’Italia sia tristemente nota per bassi livelli di alfabetizzazione finanziaria, quest’anno abbiamo notato alcuni aspetti che ci fanno ben sperare e che potrebbero divenire evidenti e consolidati nel lungo periodo”, commenta Daniele Cammilli, head of marketing di Pictet AM. In particolare, afferma Camilli, in un’epoca di sovraesposizione mediatica, diventa centrale il tema dell’affidabilità delle fonti. La fiducia diventa quindi “prerequisito fondamentale” per l’educazione finanziaria. “A maggior ragione oggi che si è moltiplicato il numero di insidie e minacce che possono nascondersi dietro l’informal advice, e contro cui la miglior difesa resta la consapevolezza economica e finanziaria. Emerge in modo evidente il problema di autoreferenzialità nell’attuale offerta di contenuti volti all’alfabetizzazione finanziaria. Come industria dobbiamo assumerci la responsabilità di iniziare a guidare un positivo cambiamento soprattutto nei confronti delle generazioni più giovani, motore dell’economia del futuro del Paese, nonché segmento più a rischio in ambito finanziario perché maggiormente esposti all’informazione non convenzionale”.

I social network, intanto, guadagnano terreno tra i canali di informazione su tutte le fasce (dal 25% del 2021 al 37% del 2022). Nel dettaglio dei singoli social Facebook è il mezzo preferito tra donne (23%) e baby boomer (255); i Millennials prediligono Instagram (24%), mentre la Gen Z si affida a Whatsapp e, in crescita, Telegram.

Fonte: Osservatorio Internazionale EduFin 2022, Pictet AM-Finer

Confronto internazionale

Dal confronto con le altre grandi economie europee (anche non UE), il nostro Paese si posiziona come allineato a Francia e Germania, poco più indietro la Spagna, mentre il Regno Unito presenta dati sopra la media. Per quanto riguarda le fonti ritenute autorevoli e la relativa fiducia, spagnoli e italiani prediligono organi pubblici, francesi e tedeschi la scuola e inglesi il consulente finanziario. unanime è invece la fiducia verso istituzioni e organi regolatori. In Francia la fiducia verso gli assicuratori è sopra la media. Risulta, infine, elevata la fiducia in amici e conoscenti, con un trend in crescita in UK verso gli influencer.