L'associazione europea dei fondi chiede a Bruxell una maggior protezione degli utenti finali indiretti in quanto l’agenzia americana non sta rispettando gli accordi.
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La federazione europea di fondi e gestione di attivi (EFAMA) ha chiesto al Garante della Concorrenza dell’Unione Europea di rafforzare la protezione a favore degli utenti finali europei che ricorrono ai codici ISIN in quanto Standard & Poor's (S&P) “non è all’altezza di compiere gli impegni presi con la UE a tale riguardo”.
Il conflitto risale all’anno 2009, quando il sistema di concessioni dei codici ISIN di S&P è stato oggetto di attenzione a causa di un possibile abuso di posizione dominante. Dopo anni di discussione, e per evitare di essere multata dall’Unione Europea, nel 2011 S&P accettò di abbassare i canoni previsti per l’utilizzo dei codici ISIN nell’Unione Europea e rinunciò alla quota annuale di 15.000 dollari pagati dagli utenti finali indiretti di tale servizio basico. Secondo EFAMA, S&P è ancora molto lontana dal compiere gli accordi stipulati nel 2011.
In un comunicato stampa, l’associazione presieduta da Christian Dargnat (nella foto) ricorda che CUSIP (il fornitore di codici appartenente a S&P) annunciò nel mese di agosto di aver introdotto miglioramenti nell’accesso al Servizio Basico di distribuzione dei codici ISIN statunitense per gli utilizzatori della zona euro. Nello specifico, a partire dal mese di novembre, qualsiasi provider di dati che abbia un accordo di distribuzione con CUSIP potrà ricevere il servizio di base di fornitura del codice ISIN senza alcun costo aggiuntivo e potrà farlo utilizzando una semplice modifica del contratto di distribuzione già in essere.
EFAMA e le altre cinque entità che da anni combattono contro S&P su questo tema – la francese AFG, la tedesca BVI, la svizzera SIPUG insieme ai fornitori di servizi d’informazione Cossiom e IPUG – danno il benvenuto all’annuncio di CUSIP ed esortano tutti gli information provider (IPs) ad introdurre tale servizio quanto prima. Ciò nonostante, EFAMA spiega nel comunicato stampa che tale annuncio è successivo alle sue lamentele circa la mancata attuazione degli accordi presi da S&P con la Commissione Europea.
EFAMA ricorda, inoltre, che la mancata applicazione di tali accordi consente ai clienti di esercitare il loro diritto di risoluzione anticipata dei contratti di licenza e ricevere così un codice ISIN gratuitamente da un altro fornitore di dati. Tuttavia, la federazione europea di fondi e gestione di attivi va oltre e sostiene che non solo il codice ISIN deve essere libero, ma anche la licenza o il contratto devono esserlo.
I codici ISIN devono essere liberi.
In concreto, EFAMA chiede a S&P e alla statunitense National Numbering Agencies (US NAA) di offrire al mercato una soluzione equa e coerente insieme ad altre agenzie nazionali di numerazione al fine di assicurare il compimento di alcuni requisiti minimi, che si articolano nei seguenti quattro punti fondamentali:
1. Il riconoscimento da parte di S&P del libero utilizzo dei codici ISIN senza nessun compromesso di natura contrattuale da parte dell’utilizzatore finale, indipendentemente dal canale di diffusione dei dati e senza nessun riferimento ai codici CUSIP nordamericani.
2. La garanzia che S&P non perseguirà gli utenti finali basandosi sull'esistenza di qualsiasi tipo di diritto d'autore o di protezione dei dati, al fine di garantire la certezza del diritto del libero uso dei codici ISIN in tutto il mercato finanziario.
3. Stabilire limiti alla definizione di "fornitori di servizi di informazioni", al fine di garantire che i report delle società di servizi finanziari non siano considerati “fornitori di informazioni commerciali con licenza”.
4. Secondo la EFAMA, l'uso gratuito di ISIN necessita di una soluzione globale e dovrebbe coprire perlomeno le attività delle società europee che forniscono servizi finanziari al di fuori dello spazio economico europeo.