EFAMA mostra le prove dei difetti dei PRIIPs

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foto flickr: ste pagna, creative commons

Sei mesi dopo l'implementazione delle nuove regole PRIIPs, EFAMA ha pubblicato un Evidence Paper che spiega le carenze delle nuove regole del KID (Key Information Document) del PRIIP. Secondo l’associazione le analisi mostrano come le divulgazioni fatte nei documenti informativi chiave (KID), originariamente progettate per migliorare la comprensione degli investitori dei prodotti di investimento retail, stiano causando seri danni a questi stessi investitori sui dati obbligatori, in particolare in relazione alle performance e ai costi dei prodotti, che nel migliore dei casi li confonde e nel peggiore dei casi li induce in errore.

L'associazione dell'industria dei fondi europei invita quindi policymakers e authority a far seguire il principio fondamentale secondo cui le comunicazioni agli investitori devono essere "chiare, corrette e non fuorvianti". EFAMA ritiene che si debba perciò fornire agli investitori un'informativa sui prodotti veramente affidabile, su cui poter basare le loro future decisioni di investimento. Secondo lo studio di EFAMA, la nuova metolodogia per il calcolo dei costi di transazione produce cifre confuse e inattendibili, di conseguenza gli investitori saranno privati di un importante elemento di informazione come ad esempio il risultato della performance passata dei prodotti e del loro benchmark, qualora non fossero divulgati nel PRIIP KID.

"Chiediamo con urgenza alle autorità di vigilanza europee e alla Commissione europea di pianificare una revisione mirata immediata del regolamento delegato del PRIIP, ben prima di qualsiasi revisione formale programmata delle norme”, spiega il direttore generale di EFAMA, Peter De Proft. “L'orologio continua a ticchettare, e il tempo è essenziale visto che agli investitori sono attualmente presentate informazioni fuorvianti. Riteniamo che un livello di urgenza sia giustificato e chiediamo alle autorità europee di vigilanza e alla Commissione europea di agire rapidamente per fermare la disinformazione sistematica ed evitare ulteriori danni ai risparmiatori”.