L'associazione non vede la necessità di una riforma fondamentale della regolamentazione dei fondi del mercato monetario, in risposta alla richiesta di consultazione dell'ESMA sulla revisione del regolamento europeo dei fondi del mercato monetario (MMFR).
L'associazione europea dei fondi e del risparmio gestito ha risposto alla consultazione dell'ESMA in merito alla revisione del regolamento europeo sui fondi monetari (MMFR). L'EFAMA non vede la necessità di una riforma fondamentale di quest'ultima. Come evidenziato nella dichiarazione, il mercato dei monetari in Europa è riuscito a soddisfare i riscatti per tutto il 2020. Questo, in un contesto in cui la gestione della liquidità ha dimostrato di essere una sfida per tutti i partecipanti al mercato nel marzo 2020. Inoltre, essi notano che i fondi del mercato monetario hanno fornito un'opzione d'investimento di alta qualità, ben diversificata e liquida in un momento in cui i mercati erano sotto forte stress. Hanno anche fornito sia agli investitori che alle autorità di regolamentazione la piena trasparenza sulle partecipazioni di portafoglio dei fondi e sui livelli di liquidità.
"I gestori di fondi europei si sono approcciati alla pandemia con livelli molto prudenti di liquidità dei fondi, aiutati dalle disposizioni del MMFR sulla conoscenza del cliente e dall'anticipazione dei sell-off stagionali di fine trimestre", dice EFAMA. Quindi, si insiste sul fatto che qualsiasi riforma del regime MMFR dell'UE dovrebbe essere valutata attentamente e che il ruolo di intermediario dei fondi monetari nei mercati monetari a breve termine dovrebbe essere preservato, dato che continuano ad essere un'alternativa chiave al tradizionale finanziamento bancario.
Cinque proposte per la MMFR
L'EFAMA ha così presentato cinque proposte per la riforma del sistema monetario: il primo punto sostiene il disaccoppiamento del potenziale innesco di commissioni di liquidità o di liquidity gate da una potenziale violazione delle soglie di liquidità settimanali (30%) e giornaliere (10%) previste per i fondi di debito pubblico LVNAV e CNAV. In seconda buttata l'associazione ritiene che, in termini di strumenti di gestione della liquidità i prelievi anti-diluizione sotto forma di commissioni di liquidità fisse rappresentino la soluzione più appropriata per i gestori per contrastare aumenti imprevisti delle richieste di riscatto. Il terzo punto si concretizza nel ricalibrare i livelli di liquidità esistenti introdurrebbe un inevitabile trascinamento dei rendimenti a scapito degli investitori aziendali e istituzionali. Questo diminuirebbe in particolare l'attrattività del denaro derivante dal debito non governativo. Alcune delle soluzioni proposte rischierebbero persino di offuscare la distinzione tra i finanziamenti basati sul mercato e quelli basati sulle banche agli occhi degli investitori, dei supervisori e del pubblico in generale, secondo EFAMA. Il quarto punto spiega come sebbene i LVNAV, i CNAV dei titoli di stato e i VNAV del mercato monetario si siano dimostrati resistenti nel corso della correzione del mercato dello scorso anno, l'ESMA propone di eliminare tali LVNAV e CNAV dei titoli di stato. Per l'associazione, questo ridurrebbe le fonti di finanziamento del mercato e aumenterebbe la dipendenza dall'intermediazione bancaria tradizionale. Questo controbilancerebbe le prospettive dell'UE per un'Unione dei mercati dei capitali. Alcuni investitori continuano a valutare strumenti del mercato monetario con NAV stabili per ragioni specifiche e l'assenza di alternative valide sarebbe dannosa, soprattutto per gli investitori aziendali. L'ultimo punto EFAMA ritiene che il divieto esplicito sulla regolamentazione del mercato monetario supportato dall'esterno (dove una banca affiliata interviene per sostenere il NAV del fondo), dovrebbe essere mantenuto. A suo parere, tale divieto segna un'importante differenza positiva rispetto ad altre giurisdizioni globali (in particolare, gli Stati Uniti).