L’esito delle urne è estremamente incerto e potrebbe portare alla formazione di un governo di “coabitazione” difficile. Ecco il parere degli asset manager in attesa del primo turno al 30 giugno.
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Turbolenza Francia. Nelle elezioni del 9 giugno per il parlamento europeo, il partito francese Rassemblement National si è aggiudicato più del doppio dei voti di Renaissance, il partito del Presidente francese Emmanuel Macron spingendo quest’ultimo a sciogliere l’Assemblea Nazionale e a indire elezioni anticipate.
Gli interrogativi obbligazionari
Secondo il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, l’annuncio della Francia di elezioni anticipate per l’Assemblea Nazionale ha provocato forti turbolenze. "Nei giorni successivi, lo spread tra i titoli di Stato francesi (OAT) e i Bund tedeschi è aumentato, raggiungendo i 60-65 punti base (pb), e l’andamento dei titoli delle società domiciliate in Francia è stato deludente", dicono. Secondo gli esperti, l’esito dell’elezione è estremamente incerto e potrebbe portare alla formazione di un governo di “coabitazione” difficile.
In uno scenario del genere,"Macron manterrebbe la Presidenza mentre Jordan Bardella di Rassemblement National diventerebbe con molta probabilità primo ministro, pregiudicando le politiche di integrazione. Tuttavia, le misure populiste proposte da Rassemblement National – una riduzione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) e un incremento della spesa per sanità, istruzione e pensioni – saranno verosimilmente ostacolate dalle norme dell’UE sui disavanzi strutturali", ammettono. A detta dei professionisti insomma, anche il mercato avrà un peso determinante nel frenare le ambizioni di Rassemblement National che, probabilmente, adotterà un orientamento fiscale più prudente in vista delle elezioni presidenziali del 2027.
La crisi politica in Francia può trasformarsi in una crisi in Europa?
Secondo Benjamin Melman, Global CIO di Edmond de Rothschild AM i programmi politici presentati dagli altri due blocchi non faranno altro che aggravare ulteriormente il deficit pubblico, anche se in misura diversa. "Sebbene il RN abbia bruscamente ridimensionato le proprie ambizioni e chieda ora un audit delle finanze del Paese prima di attuare il suo programma, ci si aspetterebbe naturalmente che se il partito dovesse conquistare la maggioranza, anche nel migliore dei casi, le possibilità di riduzione del deficit siano molto basse, poiché il messaggio prevalente è quello di soddisfare le richieste sociali a cui il precedente governo sarebbe stato sordo", dice l'esperto.
In questo momento, a detta di Melman, se dovessimo congelare la situazione attuale, si profilerebbero due scenari probabili: il primo è il mancato raggiungimento della maggioranza in Parlamento, che porterebbe alla nomina di un governo tecnico e a nuove elezioni da tenersi tra un anno; il secondo è la conquista della maggioranza da parte del RN. "Qualunque sia l'esito, la Francia sta per volgere le spalle alle riforme strutturali e alla riduzione del deficit, il che significa che Bruxelles potrebbe avviare una procedura quest'estate. Tuttavia, nulla indica che l'attuale rimescolamento del panorama politico, sia a destra che a sinistra, sia destinato a rimanere nella pietra dopo le elezioni", ammette.
Dato questo scenario, Fabrizio Quirighetti, CIO e head of multi-asset di Decalia mette in guardia rispetto a una settimana fa. "Evitare reazioni eccessive assicurandosi che i portafogli siano ben diversificati (o aggiustarli per ragioni di controllo del rischio, se necessario); mantenere una grande cautela fino al risultato finale (le opportunità/premio di rischio non sono complessivamente abbastanza grandi da compensare i rischi a breve-medio termine in questa fase, ma si dovrebbe iniziare a preparare una lista degli acquisti); e, ultimo ma non meno importante, speriamo anche che i risultati della squadra di calcio francese e le Olimpiadi di Parigi restituiscano un po' di lustro alla Francia", dice.
Infine, è possibile rilevare alcune vendite di azioni francesi ma, secondo Marija Veitmane, head of Equity Research di State Street Global Markets, non a causa della situazione politica. "Il fenomeno più evidente è la vendita di titoli francesi, iniziata più di un mese fa. Nel comparto azionario, gli investitori stavano riducendo la propria posizione sottopesata e finora non abbiamo visto alcun segno di accelerazione nelle vendite", dice. Solo il 15% dei ricavi delle società francesi quotate proviene direttamente dalle attività nazionali, fattore che porta Veitmane a pensare che le vendite da parte degli investitori siano motivate soprattutto dal deterioramento dei fondamentali degli utili.
Al confronto, l'esperto di State Street Global Markets dice che i titoli italiani appaiono interessanti. "Qui vediamo consistenti miglioramenti degli utili, per lo più sostenuti da migliori previsioni e da bilanci più solidi e sani delle banche nazionali. Ci è voluto quasi un decennio per risanare il loro business dopo la crisi del debito europeo, ma finalmente gli istituti di credito del Paese stanno raccogliendo i frutti", conclude.