Emergenza covid-19, il ruolo della sanità privata

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Stefano Ronchi, socio fondatore, Valore Srl

In occasione dell’evento annuale di Valore Srl “Le politiche d’investimento degli investitori istituzionali: superare le avversità guardando al futuro” tenutosi alle Terme di Saturnia dal 9 all’11 ottobre, si è parlato del tema delle incertezze legate alla pandemia di Covid-19. 

Le principali Casse di Previdenza, come Empam, Cassa Ragioneri, Enpap, Cassa Nazionale del Notariato e Cassa Forense, i Fondi Sanitari, tra i presenti Fasdac, Fasi ed Enfea e i Fondi Pensione Assofondi Pensione, Assoprevidenza, Laborfonds, Prevaer e VC Hub Italia hanno discusso sull’evoluzione dell’economia mondiale, le relative ripercussione finanziarie e di come le politiche di rilancio introdotte potranno sostenere la ripresa. In particolare si è trattato dei fondi sanitari e la necessità di un supporto integrativo privato per rispondere alla crisi scatenata dal Coronavirus.

Stefano Ronchi, socio fondatore di Valore Srl spiega che il sistema pubblico non avrà risorse sufficienti per rispondere alla crisi sanitaria in atto. “Ci sarà la necessità di nuovi medici, strutture sanitarie e tecnologie avanzate”, spiega. “Per poter assicurare un’adeguata copertura sanitaria, le risorse devono dipendere da un connubio pubblico-privato e qui i fondi sanitari possono giocare un ruolo rilevante. Pensiamo che i contratti di lavoro dovrebbero indirizzare una parte dello stipendio alla sottoscrizione di questi fondi integrativi per coprire la spesa out of the pocket nazionale”. 

Ormai da tre anni, Valore Srl ha introdotto un marketplace riservato agli Enti Welfare chiamato Valore in Sanità (VIS) che permette di mettere in relazione chi eroga le prestazioni sanitarie con chi ne deve beneficiare (in questo caso gli enti previdenziali), coniugando le esigenze di ciascuno di essi. Il vantaggio dei servizi operativi e di consulenza di VIS si caratterizzano per la piena condivisione del patrimonio informativo dell’iniziativa: “I dati analitici ed aggregati relativi alle prestazioni erogate sono sempre nella piena disponibilità degli enti, che possono così conoscere puntualmente i costi, il livello di effettivo utilizzo, la distribuzione geografica, etc.”, spiega Ronchi.

“La piattaforma offre la professionalità di più di 600 strutture sanitarie (centri diagnostiici, odontoiatrici e poliambulatori). Il nostro obiettivo è di arrivare ad un massimo di 1500 strutture sul territorio nazionale, in modo da mantenere alta la qualità e presidiare la catena di fornitura”. 

Inoltre Vis, in un contesto in cui anche il welfare non è più immune alla rivoluzione digitale, ha deciso di investire ed intende ancora farlo sulla telemedicina. Per questo ha istituito, in collaborazione con il Politecnico di Milano, un Comitato tecnico-scientifico per avviare un progetto di sensibilizzazione alle potenzialità della telemedicina nella sanità integrativa. “L’Osservatorio si occupa d’Innovazione digitale in ambito sanitario da 14 anni, oggi studia in particolare i temi delle terapie digitali, televisite, telemedicina e intelligenza artificiale attraverso una ricerca collaborativa che unisce da un lato l’offerta di servizi di innovazione digitale e dall’altro gli utenti. Facciamo attività di ricerca con questionari e studi di caso, studiando l’innovazione e cosa sta cambiando nelle aziende sanitarie in ambito digitale” spiega Cristina Masella, responsabile scientifico dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.

Proprio sulla ricerca scientifica e sull’innovazione in ambito welfare il Venture capital e il Private equity avranno un ruolo fondamentale, per questo Alessio Beverina VC Hub Italia afferma che “Il messaggio che deve passare al nostro paese è che innovazione e imprenditorialità non possono esistere senza una finanza intelligente, disposta ad investire in start up e nuove tecnologie”. “La pandemia passerà, ma non gli effetti a lungo termine, per questo la digitalizzazione è sicuramente la chiave per rendere le organizzazioni e le società più resilienti” aggiunge Gianluca Dettori, chairman di Primomiglio SGR.

In questo processo di rilancio del paese non saranno da escludere gli investimenti nell’immobiliare, l’Italia infatti sembra ripartire ancora dal mattone. Anche se il settore corporate è stato inevitabilmente penalizzato dalla pandemia, asset vincente nel Real Estate risultano essere gli investimenti nel settore ospedaliero e sanitario residenziale, soprattutto perché vantaggiosi per il benessere della società. “Aiutare l’economia e supportare il paese in questo momento di difficoltà significa investire in beni primari, un connubio tra rendimento e bilancio sociale” sostiene Emanuele Caniggia, AD di Dea Capital Real Estate Sgr.

Emergenza covid-19, il ruolo della sanità 

Secondo Anna Trovò, Enfea Salute e Enti Bilaterali Cisl in questo momento il tema sanitario è centrale. “La sanità deve riuscire ad utilizzare al meglio le nuove tecnologie digitali per riuscire a raggiungere tutte le persone. La digitalizzazione della sanità permette al singolo di avere accesso a una serie di servizi di consulenza e cure anche a distanza”.

Salvatore Casabona, presidente di Assofondipensione conclude dicendo che è sbagliato concentrarsi solo sul tema di aiuti al sistema produttivo e non a quello sanitario. “La stessa spesa sanitaria crea posti di lavoro e di ricerca utili allo sviluppo e al rilancio del nostro Paese. Non dobbiamo dimenticarci che il sistema di welfare non consuma solamente ma crea lavoro e ricchezza”.