Ennio Doris (Banca Mediolanum): “Abbiamo bisogno di un mercato finanziario più forte”

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Ennio Doris, presidente e fondatore, Banca Medionalum

Stiamo attraversando una delle emergenze economiche più gravi dal dopoguerra. “Questa crisi, al contrario delle altre che la nostra generazione ha vissuto, è stata scatenata da una causa esogena all’economia”, spiega Ennio Doris, presidente e fondatore di Banca Medionalum.  “Non ci troviamo di fronte a un crollo di un settore specifico, ma di quasi tutti i settori”.

Le difficoltà nascono dall’interruzione della liquidità alle imprese. Molte aziende sono rimaste chiuse per 2-3 mesi senza generare redditi. “Molte aziende che erano già in difficoltà prima del Covid-19 hanno dovuto chiudere, come ad esempio la nota compagnia di noleggio auto Hertz”. Le grosse preoccupazioni per l’economia derivano da due ragioni: dal black out di liquidità e dall’insostenibilità dei debiti sovrani. “Bisogna rendersi conto che il mondo è cambiato, così come le regole che lo governano”, spiega. “Sebbene i tassi d’interesse siano bassi da tantissimo tempo, l’inflazione non sta crescendo, così come i costi dell’indebitamento dei Paesi. L’Italia, naturalmente, dato il suo elevato debito pubblico, si trova in una condizione svantaggiata rispetto agli altri Stati, aggravata dalla lenta burocrazia che ostacola l’erogazione degli aiuti”.

Italia, un’economia bancocentrica

Il nostro Paese ha un’economia totalmente bancocentrica.

“Quasi tutti i finanziamenti alle imprese passano per gli istituti di credito. Negli Stati Uniti solo il 30% dei prestiti è finanziato dalle banche, il restante proviene dal mercato finanziario”, spiega Doris. “L’Italia, deve dotarsi di un mercato creditizio più diversificato senza la continua intermediazione delle banche. Affinché le nostre aziende possano competere allo stesso livello con quelle straniere devono essere definite le stesse regole del gioco”.

Ci sono diverse soluzioni a questa problematica: in Italia, prima fra tutte è quella dei PIR. I piani di accumulo permettono di investire nelle aziende italiane quotate, attraverso degli sgravi fiscali per il risparmiatore. Un’altra soluzione sono gli investimenti in economia reale, strumenti non quotati indirizzati però solo a una certa categoria di investitori. “Dobbiamo continuare verso questa direzione per far ripartire l’economia. Le banche da sole non possono utilizzare i soldi dei risparmiatori per finanziare tutto il sistema”. 

Nuovi trend

Il trend più importante che si sta affermando da ormai diversi anni è la sostenibilità ambientale. “Le aziende, per stare al passo con i tempi, devono controllare tutta la filiera degli stakeholders: è emersa una coscienza sociale. Un tempo bastava avere un buon prodotto, oggi bisogna tenere in considerazione variabili ambientali, sociali e di governance”, conclude il presidente.