ETF, i fondi indice valgono 2,6 mila miliardi di asset a livello globale

11442453024_92f7b2bec4_z
foto: autor lendinMemo, Flickr, creative commons

L’industria del risparmio gestito a livello globale è in un trend di grande ascesa. Tanto che, secondo le stime di Price Waterhouse Coopers (PwC) sul settore dal titolo ‘Asset Management 2020: A Brave New World’, il mercato dell’asset management in dieci anni è raddoppiato e tocca i 70 mila miliardi di dollari (70 trilioni di dollari) e, da qui al 2020, dovrebbe crescere di un 6% l’anno fino a toccare circa 100 mila miliardi di dollari (100 trilioni). Molta di questa crescita dovrebbe arrivare dal mercato ma anche da nuovi flussi in entrata. Si legge nel documento che, a livello globale, “gli ETF giocheranno un grande ruolo in questa partita”. I numeri sono già molto forti.

Il settore dei fondi che replicano un indice, infatti, ora si aggira intorno ai 2,6 mila miliardi di dollari (2,6 trilioni) di asset a livello globale (fonte: BlackRock, ‘ETP Landscape: Industry Highlights’). Del resto, gli ETF si sono evoluti nel corso degli anni e ora presentano un grande numero di strategie di investimento e di alternative. Tanto che, tra l’incertezza dei mercati e i timori di un quadro normativo restrittivo, anche molti istituzionali, come le compagnie assicurative, si sono avvicinati a strumenti innovativi, come gli ETF, più efficienti a livello di costi di gestione e più liquidi. In termini assoluti, a dominare il mercato ci sono USA e Europa nei mercati meno maturi il potenziale è enorme. Spiega Andy O’Callaghan, european asset management leader di PwC:“gli investitori asiatici hanno avuto accesso agli ETF solo da poco tempo ma stanno crescendo tantissimo. Oggi la loro quota è il 7% del patrimonio a livello globale ma pensiamo che l’Asia contribuirà in modo significativo in questa direzione: i flussi di capitale accelereranno ulteriormente con la probabile internazionalizzazione del renminbi cinese che porterà la Cina ad essere uno dei mercati più importanti al mondo”.

Guardando avanti, se tra USA e Europa a guidare la domanda per questi strumenti saranno i financial advisor, gli investitori retail e il settore delle banche private e del wealth management, in Asia saranno piuttosto le compagnie assicurative, i fornitori di piani pensionistici e gli hedge fund. E a riscuotere più successo, tra le varie strategie, al momento ci sono quelle cosiddette smart beta. Nel dettaglio, ad esempio, gli ETF smart beta investono in azioni ad alto dividendo, oppure a bassa capitalizzazione, o value, o magari seguono variabili finanziarie alternative, come l’indice di volatilità VIX. Possono anche essere ETF basati su strategie di gestione del rischio (ad esempio, a minima volatilità). Si tratta, quindi, di indici molto diversi dai classici indici a capitalizzazione come lo S&P 500, il FTSE MIB, lo Euro Stoxx.