ETF: precisione e rapidità di esecuzione

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Giorgio Fata

Quando parliamo di strumenti passivi, il mondo si divide in due: da un lato ci sono i fondi passivi e dall’altro gli ETF. Tra i due, i preferiti sono risultati gli ETF.  

Lo sviluppo degli ETF, presenti sul mercato ormai da 15 anni, è da ricondurre a due avvenimenti: in primis, il collasso dei tassi a 0 (gli investitori richiedono quindi strategie cross asset che possano dare rendimenti sostenibili e interessanti nel medio-lungo termine.) In secondo luogo, il fatto che un prodotto cross asset globale sarebbe problematico (e poco efficiente) da gestire in singoli titoli. “Inizialmente gli ETF erano visti come una minaccia per la gestione attiva, nel tempo hanno invece dimostrato di essere complementari e molto efficienti”, ricorda Antonio Ligori, responsabile asset allocation di Mediobanca SGR

Inoltre questi strumenti hanno diversi vantaggi che sono da ricercare nella trasparenza, efficienza e flessibilità sia nelle gestione patrimoniali che nei prodotto multi asset. “In Mediobanca SGR facciamo uso degli ETF soprattutto per prendere posizioni strategiche e/o core”, spiega. “Facciamo uso di questi strumenti sia nelle gestioni sia nei prodotti cross asset per coprire asset class dove la liquidita è abbondante, dove non esistono altri strumenti per replicare una asset class e per costruire parte core di portafoglio, utilizzando invece derivati e opzioni per la parte satellite. 

Fabrizio Carbone, gestioni patrimoniali di Banca di Asti, fa uso di questi strumenti questi per la rapidità di esecuzione sul mercato: “questi strumenti hanno, inoltre, il beneficio della quotazione intraday e una maggiore offerta rispetto ai fondi passivi”, ricorda. “Sfruttiamo questa rapidità soprattutto su tratti di curva e sulle gamme absolute rertun”.

Gli ETF sono uno strumento che permettono di unire l’Alpha creato dei gestori attivi con le idee specifiche su determinate asset class e ad essere più rapidi nell’attuare posizionamenti relativi rispetto a benchmark. “Ad esempio, nelle linee ad elevato contenuto azionario manteniamo tra l’80% e l’85% del portafoglio core con gestori attivi e prendiamo posizioni di sovrabenchmark con gli ETF o ci copriamo con ETF Short”. 

Carlo Viscardi, head of Discretionary Portfolio Mandates di Amundi SGR aggiunge: “la sempre più ampia copertura delle asset class sia sul mercato azionario (a livello geografico, settoriale) che su quello obbligazionario (per bucket di curva, merito creditizio, …) consente di prendere posizioni ancor più specifiche, aiutando anche la costruzione allocativa di un servizio come le gestioni patrimoniali. Ma nella nostra logica sono strumenti che consentono di prendere posizione in modo veloce ed efficace favorendone soprattutto un utilizzo per finalità tattiche”.