ETF su Bitcoin negli USA, ecco perché potrebbe essere la consacrazione dei digital asset

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Annacarla Dellepiane. Foto concessa (HANetf)

L'approvazione da parte della SEC dei tanto attesi ETF spot su Bitcoin negli Stati Uniti a inizio di quest'anno segna una svolta storica, "chiudendo una saga di oltre un decennio, iniziata con la prima richiesta per un ETF su Bitcoin spot fino alla sua approvazione finale. Questo passo rappresenta un riconoscimento istituzionale per gli asset digitali, portando maggiore legittimità e fiducia nei mercati", dice Annacarla Dellepiane, responsabile commerciale ​di HANetf per il Sud Europa.

Qualche dato, "Si prevede che l'impatto cumulativo di queste approvazioni possa spingere il prezzo di Bitcoin fino a un +87% nel medio termine, confermando la crescente integrazione delle criptovalute nel sistema finanziario tradizionale", spiega la professionista raggiunta da FundsPeople in occasione del Fee-Only Summit di Verona.

Non ci sono mezzi termini secondo la professionista, "l'approvazione è vista come un'importante legittimazione del settore da parte delle istituzioni e rappresenta un momento cruciale per l'industria delle criptovalute, con il potenziale di attrarre investitori istituzionali e di consolidare la credibilità del mercato crypto. Questo progresso potrebbe favorire una maggiore stabilità, migliorare la liquidità e stimolare la crescita delle criptovalute, aprendo nuove opportunità per l'intero panorama del settore finanziario digitale", afferma.

USA vs UE

Un distinguo necessario va fatto tra il mercato americano e quello europeo. "Gli ETF su Bitcoin negli Stati Uniti sono strutturati come "Grantor Trusts", regolati dal Securities Act del 1933, ma non rientrano nel più rigoroso Investment Company Act del 1940, che regola i fondi comuni e gli ETF tradizionali. Ciò implica che, pur essendo un prodotto regolamentato, non offre lo stesso livello di protezione per gli investitori previsto per gli ETF statunitensi tradizionali", spiega la professionista.

Mentre in Europa, le criptovalute non sono considerate investimenti autorizzati per i fondi comuni regolamentati UCITS, che, inoltre, richiedono una diversificazione obbligatoria. "Di conseguenza, i prodotti su Bitcoin e su asset digitali in Europa devono essere strutturati come ETC (Exchange Traded Commodities), similarmente a quelli sull'oro e su altre materie prime, in modo da offrire accesso alle criptovalute in una forma regolamentata", prosegue.

Come scegliere un ETP su cripto

Inoltre, a detta di Dellepiane, nella scelta di un ETP su criptovalute per i propri clienti è fondamentale considerare diversi fattori, come ad esempio qual è l'autorità di regolamentazione che ha approvato il prospetto informativo, se l'ETP è a replica fisica o sintetica, qual è la borsa principale di quotazione, quanto è liquido l'ETP, se prevede attività di prestito titoli sui sottostanti, qual è la policy per eventuali fork, qual è il depositario e quali misure di sicurezza sono in atto a tutela degli investitori, se gli asset digitali sono assicurati contro eventuali hack, se è possibile verificare che gli asset in custodia siano sufficienti a coprire i titoli emessi. "Questi elementi offrono una visione complessiva della sicurezza e dell'affidabilità dell'ETP, garantendo una selezione consapevole per i clienti", conclude.