Etp, il 2014 è stato record

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L’appetito per USA e Europa da parte degli investitori del globo ha reso ricco il piatto degli Etp. Lo scorso mese di dicembre la raccolta globale mensile dell’industria è salita a 61,5 miliardi di dollari, ampliando il record del 2014 a 330,6 miliardi di dollari, grazie alle notizie incoraggianti sulle prospettive economiche degli Stati Uniti, al dollaro forte ed un ulteriore calo del prezzo del petrolio che ha innescato il rally azionario di fine mese.

Dato che la FED è rimasta inaspettatamente accomodante e a seguito della revisione al rialzo USA al 5% nel terzo trimestre, segnando la crescita più elevata in 11 anni, i flussi degli Etp quotati negli Stati Uniti hanno raggiunto i 52,6 miliardi di dollari, superando come già avviene consecutivamente da alcuni mesi la soglia dei 40 miliardi di dollari a livello mensile per la prima volta. Dopo l'annuncio della Fed, complessivamente i flussi obbligazionari hanno visto un’accelerazione chiudendo dicembre a 5,7 miliardi di dollari, guidati da fondi che consentono esposizioni allargate al debito statunitense, unitamente al segmento investment grade corporate, sia europeo sia statunitense. Nel 2014 il business di iShares ha guidato l’industria globale degli Etf con 102,8 miliardi di dollari di flussi netti positivi, pari al 31% della raccolta record complessiva di 330,7miliardi di dollari.

Dando uno sguardo a livello geografico, l’azionario giapponese ha raccolto 5,6 miliardi di dollari, registrato esclusivamente a livello di fondi quotati in Giappone, dato che il primo Ministro Abe ha assicurato il sostegno alle sue politiche economiche attraverso le elezioni anticipate, con il conseguente rialzo del mercato azionario. I flussi azionari paneuropei si sono ulteriormente stabilizzati raccogliendo 2,3 miliardi di dollari, dato che il mercato attende un ulteriore stimolo dalla BCE. A dicembre l’azionario emergente ha perso lo slancio con rimborsi pari a 6,7 miliardi di dollari, la metà dei quali relativi a fondi con esposizioni allargate sui mercati emergenti. L’anno si chiude con un saldo negativo, nonostante gli investitori abbiano aggiunto posizioni durante gran parte dell’anno.

Dicembre è stato il mese migliore di sempre per la raccolta mondiale degli Etp. I flussi di dicembre hanno superato i 60 miliardi di dollari e l’industria globale ha chiuso l’anno a quota 330,6 miliardi di dollari di afflussi, proclamando il 2014 anno record. Si tratta di una pietra miliare per il settore degli Etf che ha raggiungo una fase di maturità, grazie all’adozione di questi prodotti da parte di nuove tipologie di utilizzatori e di nuove applicazioni, unitamente alla spinta derivante da una più elevata liquidità e maggiori asset in gestione”, ha spiegato Ursula Marchioni, responsabile della ricerca Etp per l’area Emea di iShares.  E ha aggiunto: “L’industria europea ha concluso l’anno con uno dei maggiori tassi di crescita organica rispetto ad altre aree geografiche. Nel 2014 gli afflussi per gli Etp quotati in Europa ammontano a 61,4 miliardi di dollari, un sano livello che non si registrava dai tempi antecedenti alla crisi del debito sovrano europeo”.

Infine, quanto agli Etp a reddito fisso a livello globale, questi “hanno avuto il loro anno migliore con 84,5 miliardi di dollari di nuovi afflussi. In particolare, le aspettative di bassa inflazione sui mercati sviluppati, un contesto di bassi e stabili tassi di interesse bassi negli Stati Uniti, le politiche espansive delle banche centrali in Europa e Giappone hanno contribuito ad un aumento dell’esposizioni su questa asset class". "La forza dell'economia statunitense e il favorevole scenario dei tassi di interesse hanno alimentato una robusta crescita per gli ETP che consentono esposizione all’azionario americano. Con il record di raccolta di 168,7 miliardi di dollari nel 2014, l’azionario statunitense ha registrato oltre la metà del totale delle nuove allocazioni in ETP, pari a 330,6 miliardi di dollari. Impassibili al calo del prezzo delle materie prime, alla volatilità dei mercati e alle crisi geopolitiche emergenti, gli investitori si sono orientati verso questa esposizione tradizionale e, in modo crescente, attraverso gli ETF. Le large cap statunitensi hanno fatto “la parte del leone”, ma si segnalano contributi significativi da parte di fondi azionari settoriali, smart beta e fondi basati sui dividendi”.