Eurizon: a dicembre l’attenzione si sposta sulla tenuta del ciclo economico

Finanza
Patrick Schopflin (Unsplash)

Frena l’inflazione (negli USA), si attende un rallentamento anche in Europa. E se davvero nei prossimi mesi avremo conferma che questo indicatore sta calando “l’attenzione passa sulla tenuta del ciclo economico”. Uno spostamento di prospettiva, insomma, si delinea nella view di dicembre di Eurizon presentata da Andrea Conti, responsabile Macro Research & Product Specialist della società di gestione del Gruppo Intesa. La centralità dell’inflazione resta, tuttavia i dati di un novembre “positivo per i mercati e in totale controtendenza rispetto a quelle che sono stati i movimenti del 2022”, portano a nuovi movimenti nelle scelte di allocazione. In particolare, specifica Conti “i tassi governativi che nel corso del 2022 sono saliti in maniera costante, nell'ultimo mese hanno provato a ridiscendere. Le borse, in calo quasi costante durante tutto l'anno, hanno segnato in novembre un buon rimbalzo in tutte le aree, e il dollaro, anche lui in un trend molto chiaro di rafforzamento, questo mese ha dato segni di indebolimento. Sono prove di svolta da parte dei mercati, a loro volta alimentate da segnali di svolta dell'inflazione, che è il vero tema di attenzione di quest'anno”.

Il quadro

Secondo l’analisi di Eurizon, in primis “appare completato l’assorbimento dei cosiddetti colli di bottiglia, le strozzature delle catene produttive e distributive, che si erano originati dopo le riaperture sincronizzate post Covid 19”. Altri elementi sono rappresentati dall’andamento dei prezzi delle materie prime (il prezzo del petrolio ha toccato massimi in area 120 dollari al barile a giugno, ora si trova il 40% sotto, a 80 dollari), e dai segnali di indebolimento del mercato immobiliare USA. Certo, specifica l’analisi “la discesa non sarà probabilmente lineare, perché i meccanismi economici lo sono raramente, e il consenso che vede l’inflazione al 3% sia in USA, sia in Eurozona già a fine del prossimo anno, potrebbe eccedere in ottimismo”. Diverso soprattutto lo scenario per l’Eurozona, dove “tutte le componenti sono ancora in rialzo. Ma il calo del prezzo dell’energia non dovrebbe tardare a manifestarsi, innescando poi il raffreddamento anche degli altri settori”.

Cosa ci si attende dalle banche centrali

“Chiaramente l'ipotesi di una svolta dell'inflazione chiama a sua volta l'ipotesi di una svolta o comunque di un rallentamento da parte delle banche centrali” rimarca Conti. Tuttavia, sia per la Federal Reserve, sia per la Banca centrale europea,  sono in calendario ancora 100 punti base di restrizione entro i primi mesi del 2023, “ma il più è alle spalle”. L’idea, prezzata nei future sui Fed Funds, precisa l’analisi di Eurizon, è che, “arrivata al 5%, la Fed starà ferma per qualche mese, per poi abbassare i tassi al 3,5% entro fine 2024. Un andamento che sottende uno scenario di rallentamento dolce (o mini recessione) per l’economia globale”. Chiaramente si tratta di stime: “La domanda è se effettivamente sarà un rallentamento dolce o se c'è il rischio di un rallentamento più brusco”.

Le scelte di allocazione

Avendo questo come scenario di riferimento, Eurizon conferma il sovrappeso sui titoli governativi di USA e Germania e un posizionamento neutrale sugli spread, sul credito e sulle azioni. Nello specifico dell’allocazione fixed income, che il rallentamento sia dolce o brusco, “i mercati obbligazionari offrono un profilo rischio rendimento interessante”. Per cui si confermano in sovrappeso i titoli governativi di USA e Germania che potrebbero beneficiare sia del rientro dell’inflazione, sia del rallentamento ciclico. Mentre tra le obbligazioni a spread si privilegiano quelle Investment Grade, mentre per High Yield e mercati emergenti il contesto appare ancora incerto. Posizioni neutrali sui titoli governativi italiani.

Considerazioni simili per quanto riguarda i mercati azionari. Anzi, sottolinea Conti, valgono in maniera rafforzata, le valutazioni complessive rispetto ai livelli che avevano raggiunto alla fine del 2021 (da dove è iniziato la discesa). In particolare per avviare un accumulo graduale, “dovremo attendere validazione appunto dalla tenuta del ciclo economico e soprattutto l'attenzione sarà sugli utili aziendali”. Utili che hanno già iniziato a rallentare in previsione di un ciclo economico recessivo, per cui non si può escludere “un’ulteriore revisione al ribasso da parte degli analisti”.

Infine uno sguardo sui mercati valutari. L’ipotesi di allentamento delle pressioni inflazionistiche può togliere forza al dollaro che, nella fase di rialzo dei tassi globali, ha svolto il ruolo di bene rifugio. Mentre il recupero dell’euro “è anche legato a sviluppi positivi sulla guerra in Ucraina”.