Eurizon: inflazione ancora tema principale di attenzione per i mercati

Andrea Conti, responsabile Macro Research Team, Eurizon
Andrea Conti. Foto ceduta (Eurizon)

L’inflazione si conferma il tema principale di attenzione per i mercati. Lo ribadisce Andrea Conti, responsabile macro reasearch and product specialist di Eurizon Capital nella view mensile su ottobre. E lo confermano sia le borse, testando i minimi toccati già a giugno, sia i tassi governativi, che segnano, al contrario, nuovi massimi per l’anno. Sul fronte inflazione, rimarca Conti “c'è qualche segno di stabilizzazione di discesa molto lenta negli Stati Uniti, mentre continua a salire in eurozona a seguito dei prezzi dell'energia”. Il tutto in un contesto di crescita economica in rallentamento ma ancora positiva che porta “le banche centrali a riprezzare in maniera ulteriormente severa la politica monetaria”.

Tuttavia nello scenario di riferimento di Eurizon si conferma l’idea “che ci siano gli elementi motivo per cui l'inflazione all'origine si stia sgonfiando”. A determinare questa convinzione il calo degli ultimi mesi dei prezzi delle materie prime: “Il problema è che questo non si vede ancora nei dati complessivi dell'inflazione, perché sono al lavoro ‘gli effetti di secondo livello’ per cui i settori che hanno subito degli incrementi nei mesi scorsi adesso li trasferiscono nei settori a valle, e questo fa sì che l'inflazione complessiva sia ancora elevata”.

Le mosse delle banche centrali

Intanto l’agenda delle Banche Centrali rimane orientata alla restrizione. A maggio la Fed potrebbe alzare i tassi di 50 punti base. I futures sui Fed Fund scontano tassi al 3,5% a metà 2023, oltre l’obiettivo del 2,8% dichiarato dalla Fed. Per la BCE sono prezzati tre rialzi dei tassi nella seconda metà di quest’anno. “Sono delle aspettative molto aggressive per la politica monetaria ma va detto che sono delle aspettative che sono scontate nei tassi obbligazionari”, afferma Conti.

Le attività di rischio

Nella view su ottobre, Conti fa anche una digressione sullo spread italiano. È vero, dice, “che è relativamente elevato lontano da picchi precedenti ed è salito a questi livelli non per motivi legati a crisi di governo ed elezioni”, ma anche se, come per tutti gli spread in eurozona, dipende dall’atteggiamento più severo Bce “ci sono ancora incertezze di natura ciclica”. Questo fa sì che “il nostro posizionamento sull'Italia così come sugli altri spread in eurozona è ancora abbastanza di neutralità in attesa che lo scenario ciclico si vada a chiarire in maniera più definita”. Lo stesso vale per le altre attività di rischio nel mercato obbligazionario. “Evitiamo il sovrappeso di mercati più rischiosi, soprattutto gli high yeld, prima di vedere uno scenario che va nella direzione di ‘sgonfiamento’ dell'inflazione e di banche centrali che vanno a curare il rischio del rallentamento economico. Quindi anche in questo caso siamo neutrali”.

La view di investimento

Lo scenario di riferimento prevede la prosecuzione del recupero ciclico, ma la manovra restrittiva della Fed, sommata al persistere di elevati prezzi delle materie prime, può prolungare la fase di incertezza. Eurizon conferma quindi neutrale il giudizio sui titoli governativi degli USA e della Germania, puntando una stabilizzazione dei tassi governativi dopo il forte rialzo, e mantiene il sottopeso sui Paesi quasi core dell’Eurozona. Giudizio positivo sui titoli governativi periferici dell’Eurozona con un posizionamento favorevole allo spread dell’Italia. Giudizio neutrale anche sulle obbligazioni a spread, con la conferma delle posizioni sui titoli Investment Grade e la riduzione di quelle assunte sugli Emergenti. l’ordine di preferenza diventa: Investment Grade, Mercati Emergenti, High Yield.

Sul fronte azionario si conferma il posizionamento neutrale sulle azioni con ordine di preferenza geografica: USA e Giappone, Mercati Emergenti, Europa e Pacifico ex Giappone. “Il riprezzamento verso il basso che hanno avuto i mercati azionari è avvenuto in maniera quasi meccanica: salgono i tassi, sale il rendimento implicito degli utili aziendali, e scendono i prezzi dei degli indici azionari. Questo vuol dire che le valutazioni assolute dei mercati azionari sono ritornate a livelli interessanti”, afferma Conti sottolineando come la società avesse “già cominciato a reincrementare il posizionamento azionario nella fase in cui si è assistito alla stabilizzazione dei tassi”, tuttavia, “con la risalita dei tassi e con l'inflazione che ha continuato a sorprendere verso l'alto abbiamo di nuovo riportato il posizionamento azionario in una posizione un po' più attendista, perché è chiaro che dovremmo vedere se la stabilizzazione dei tassi sarà alimentata da un calo dell'inflazione, e quello potrebbe rispingere i mercati azionari immediatamente, oppure se sarà alimentato da un rallentamento economico in quel caso i mercati azionari sarebbero ancora volatili per qualche tempo perché dovrebbe continuare la revisione degli utili”.