Europa batte USA, Dnca punta sui titoli azionari dei Paesi del Sud

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Punta sulla zona euro, Europa del Sud in particolare, e sull'Inghilterra nel 2016,  Dnca, società di gestione indipendente che negli ultimi due anni ha triplicato gli asset in gestione, arrivando a quota 16,8 miliardi di euro, e che all'inizio di luglio è stata rilevata da Natixis Global Asset Management.

“Credo che l'Europa continui a essere il posto migliore dove investire e che i titoli azionari europei continuino a rappresentare un'opportunità interessante”, spiega Isaac Chebar,  gestore del fondo Dnca Invest Value Europe, che ricorda che le condizioni macro, a livello globale, sono un po' cambiate. “Con l'economia cinese che si è stabilizzata, ma su un livello basso di crescita (2-4% le attese di crescita da parte degli analisti, contro il 7% del governo), gli emergenti che non vanno bene (basta vedere il Brasile e Russia), restano solo due mercati in cui muoversi, gli USA e l'Europa – commenta Chebar – Ma gli Stati Uniti sono un mercato maturo,  che è salito molto negli ultimi cinque anni con una politica accomodante della Fed, hanno una crescita solida, ma non accelerano, mentre la crescita del Vecchio Continente è un po' debole, ma con prospettive di miglioramento nei prossimi 12 mesi  e questo si vede molto bene nei Paesi del Sud, come Italia o Spagna, dove la crescita sarà più forte. Quindi tra un mercato maturo e uno un po' più debole, noi  pensiamo che oggi, nel fare un'allocazione globale, l'Europa sia più interessante”. 

USA ed Europa: politiche monetarie divergenti

L'Europa rappresenta un mercato interessante anche in vista di un possibile rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti.  “Noi pensiamo che il mercato USA sia oggi un po' caro; inoltre è un mercato con una banca centrale che sta normalizzando e che, anche se non ha ancora alzato i tassi, lo farà successivamente”, ricorda il gestore. Giovedì 17 settembre, infatti, la Federal Reserve ha deciso di mantenere i tassi di interesse ai minimi storici, fra lo zero e lo 0,25%, rimandando ancora una volta la prima stretta dal 29 giugno 2006. A pesare sono i timori per l'economia globale e l'inflazione che resta bassa, al di sotto del target del 2% della banca centrale. Ma, prima o poi, la Fed dovrà intervenire. Secondo Chebar, la cosa interessante è che la Fed non ha aumentato i tassi, ma il credito bancario è un po' più caro. “A livello globale siamo positivi sull'Europa e lo siamo ancora di più quando la Fed aumenterà i tassi e la politica sarà ancora più divergente”, dichiara il gestore, che ricorda gli USA stanno normalizzando, mentre noi stiamo facendo un Quantitative easing.

Prospettive

Secondo Chebar lo spazio di crescita del mercato azionario è ancora ampio. “In estate il mercato azionario europeo è un po' sceso, ma noi pensiamo che da qui a fine anno  possa salire e stimiamo un possibile incremento del 10%-15%, livello, quest'ultimo, un po' aggressivo, ma raggiungibile”, commenta il gestore.  Anche i conti non sono male. “Il debito dell'Europa a fine anno sarà al 90% del Pil, il deficit è atteso al 2,6-2,7%, quindi sotto il 3%”, spiega Chebar, che poi aggiunge: “E' vero l'inflazione è un po' troppo bassa, 0,8-1%, e la crescita è vista all'1,4-1,5%, ma le basi  sono solide, con un euro che è sotto 1,20 (e questo è importante), un greggio attorno ai 50-60 dollari e con una banca centrale accomodante”. 

Aree su cui puntare

In Spagna la crescita sta accelerando e anche l'incertezza legata alle elezioni del parlamento spagnolo sta venendo meno. Il mercato azionario è sceso e questo potrebbe essere il momento per comprare un po'”, commenta Chebar, che ricorda che il fondo non è investito in Spagna per una ragione molto importante. “Perchè in Spagna le opportunità si vedono nelle piccole e medie aziende, che sono però poco liquide, mentre le grandi aziende sono molto esposte ai Paesi latino americani. Oggi quindi per il fondo è difficile comprare in Spagna, ma  per un investitore potrebbe essere un mercato interessante”, aggiunge il gestore.
Quanto al nostro Paese, “l'Italia ha fatto molto bene, i numeri economici stanno salendo, il mercato può ancora crescere e ci sono ancora delle opportunità, ma – avverte il gestore del fondo Dnca Invest Value Europe, che è esposto sul mercato italiano da tre anni - il mercato ha già scontato parte di questa crescita”. E il riferimento va, in particolare,  alla riforma delle banche popolari. Analizzando le altre piazze, secondo Chebar  il mercato tedesco non è interessante, le valutazioni dei titoli sono un po' alte e il Paese ha una economia molto esposta a livello globale. 

Composizione del portafoglio del fondo Dnca Invest Value Europe

Analizzando il portafoglio del fondo Dnca Invest Value Europe, il primo Paese è la Francia, che incide per circa il 25%, seguita dall'Italia con il 18% e dalla Germania con circa il 17%. In particolare, su 46 titoli in cui il fondo è investito, ce ne sono 6 italiani: si tratta di Unicredito, Autogrill, Telecom Italia, Finmeccanica, Mediolanum ed Eni. “Al momento, vediamo diverse opportunità in UK, dove il fondo è poco investito”, anticipa Chebar, che però non aggiunge dettagli sui settori favoriti perché spiega che “per ora stanno solo guardando” e che eventuali acquisti avverranno nel corso del 2016.  

“A livello generale, comunque, i settori preferiti restano le telecom e le banche, anche se oggi i margini del credito delle banche sono un po' sotto pressione”, spiega Chebar, che poi conclude dicendo: “Guardiamo con attenzione alle società petrolifere, comparto dove c'è molta incertezza e che oggi gli investitori non vogliono toccare, mentre noi potremmo decidere di incrementare la nostra posizione”.