Si è tenuto a Milano l’annual meeting family office organizzato da Itinerari Previdenziali. Tema portante dell’incontro, coniugare valori familiari e principi di investimento sostenibili.
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Nel corso del 2023 i family office, a livello globale, hanno suddiviso i propri investimenti tra asset class alternative (per un 42%) e tradizionali (58%). Il peso degli investimenti alternativi è sostenuto dall’attenzione per il private equity, che corrisponde al 22% della fetta di mercato, mentre l’equity emerge tra le asset class tradizionali con il 28% degli investimenti. I dati, presenti nel Global Family Office Report 2024 di UBS, hanno introdotto il quarto annual meeting family office, organizzato ieri 13 giugno dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nella cornice milanese di Palazzina Appiani. E, come sottolinea Gianmaria Fragassi, responsabile relazioni commerciali e istituzionali, le proiezioni sul 2024 confermano l’azionario come asset class più significativa (26%), seguito da obbligazionario (16%) e asset class alternative (13%). L’investimento di queste entità, difficilmente inquadrabili data la loro specificità legata a considerazioni non soltanto di tipo finanziario, ma soprattutto familiare e industriale, è stato indagato alla luce di un percorso concettuale che, ripreso anche nel titolo dell’evento, si propone di coniugare “valori familiari e principi di investimento sostenibili”.
Come sottolinea Emanuela Musci founder S&O Multi Family Office, l’appuntamento di quest’anno si è proposto di “indagare le scelte dei family office a monte”, ossia “esplorare l’area di intersezione tra valori familiari e strategie di investimento”. Musci riprende i dati di UBS e ricorda come a oggi, soltanto il 24% dei family office, a livello globale, identifichino quello reputazionale come fattore di rischio nel lungo termine. Ebbene, “questi numeri andranno crescendo e saranno le strutture dei family office e multi family office a mettere l’accento su questo tema”.
Da family business a family office
Un elemento di attenzione è poi legato al liquidity event, e al passaggio da family business a family office. Josip Kotlar, professore associato di Strategia e Imprese Familiari Politecnico di Milano, nel presentare i dati del suo Osservatorio sul settore riporta un aumento dei liquidity event delle famiglie italiane. “Al contempo – afferma – il Paese fa fatica a creare nuove imprese. È una tendenza che si è concretizzata negli ultimi dieci anni e mostra una ‘trasformazione’ del capitalismo italiano (e di quello familiare)”. Alla base di questa evoluzione, prosegue l’esperto, in circa la metà dei casi, complessivamente, è l’assenza di eredi o il loro disinteresse a motivare questa tendenza, “ma c’è anche l’annoso tema nel 18,8% dei casi di ‘elementi di conflitto’ per cui la vendita diventa la soluzione più semplice”.
Per alcuni dei family office che hanno portato la propria esperienza alla platea, dopo l’evento di liquidità, la parte più complessa nel passaggio dal momento imprenditoriale a quello finanziario consiste nel “tradurre i valori che l’imprenditore ha messo nella propria azienda e capire gli obiettivi finanziari del proprio patrimonio”. Dall’evento di liquidità, il passaggio generazionale diventa poi il terreno di analisi in cui unire la visione del founder con le generazioni successive all’interno di una (più volte richiamata nel corso della mattinata di lavori) “sintesi valoriale”.
Intelligenza artificiale
Altro dato interessante in termini di investimenti, è quello legato all’intelligenza artificiale con oltre tre quarti (78%) dei family office che, nel report UBS, dichiarano che sarà probabilmente un’area d'investimento importante nei prossimi due o tre anni. Da qui l’interesse per le società che operano nella definizione di strategie innovative in tal senso. In Italia, un esempio di eccellenza è iGenius, definita “l’unicorno italiano” dell’intelligenza artificiale che sta raccogliendo 650 milioni di euro in nuovi fondi e una valutazione post-money che supera da 1,7 miliardi di dollari. A parlarne nel corso dell’evento, lo stesso CEO della società Uljan Sharka, che vede tra i primi investitori anche il family office della famiglia Moratti, Angel Capital Management.