Secondo Algebris aumentano i flussi nel gestito in Europa. Faro sul settore degli asset manager italiani. Negli Usa l’obbligazionario conferma la narrativa della Fed sui fattori inflattivi “transitori”.
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Il risparmio gestito europeo ha spinto sull’acceleratore a maggio, con picchi in mercati specifici come l’Italia. È uno dei dati che emerge dall’analisi “Ahead Of The Curve: Inflazione USA, Risparmio gestito, Vaccini in Asia” di Algebris. Il team guidato dal portfolio manager Mark Conrad, pone l’accento sull’andamento dei flussi nel settore del risparmio gestito in Europa, aumentati da novembre dello scorso anno in concomitanza all’annuncio del programma vaccinale che ha dato il via alla rotazione value/growth.
Secondo gli analisti, il settore continua a mantenere flussi importanti anche a distanza di sette mesi, con una crescita del 5% annualizzato a maggio, e in netto contrasto con gli Stati Uniti, dove il mercato ha visto uscite del 2% annualizzato.
PICCHI IN ALCUNI MERCATI, IL CASO ITALIA
Si assiste, come anticipato, a picchi in alcuni mercati. In particolare in Italia, sottolinea Algebris, i flussi hanno iniziato ad accelerare tra i gestori patrimoniali e le società del risparmio gestito, “con alcune aziende che hanno registrato una crescita annua del 10% a maggio”. Le previsioni sono per un proseguimento della tendenza, sorretta dall’investimento della liquidità in eccesso e il ritorno di appetito per il rischio. Il team di analisi accende un faro sul settore degli asset manager italiani, “data l’accelerazione della crescita organica, le valutazioni interessanti e la possibilità di guadagnare quote di mercato attraverso il consolidamento delle banche”.
USA, L’OBBLIGAZIONARIO SI SCROLLA DI DOSSO I SEGNALI DI INFLAZIONE
Dall’altra parte dell’Atlantico, sul fronte macro gli Stati Uniti assistono a un’impennata dell’offerta di lavoro ai massimi da decenni, parallela a un’ancora scarsa offerta di manodopera. La tendenza si riflette sull’andamento dei salari in forte accelerazione, in particolare nelle fasce a basso reddito.
Nel frattempo, “il mercato obbligazionario si sta scrollando di dosso chiari segnali di inflazione, accettando pienamente la narrativa della Fed sui fattori transitori”. Permangono tuttavia driver di inflazione che Algebris definisce “appiccicosi” come il costo delle abitazioni ancora in rialzo. “A nostro avviso, ci vorranno diversi mesi prima che il dibattito sul fatto che la creazione di posti di lavoro sia o meno così forte come sembra si risolva e se le pressioni inflazionistiche che stiamo vedendo siano sostenibili sul lungo periodo”, scrivono gli esperti. Il rischio per il mercato obbligazionario, tuttavia, sembra sempre più asimmetrico man mano che i tassi reali diventano ancora più negativi e le aspettative di inflazione continuano a salire. “Guardando agli ultimi tre decenni, i rendimenti nominali a 10 anni di ~1,4% (dove scambia attualmente il Treasury) sono coerenti con l’indice dei prezzi al consumo (CPI) che si attesta attorno all’1% per la parte ‘core’. Il valore percentuale del CPI di questa settimana è stato del 3,8% – anche se si tratta evidentemente di un picco temporaneo, considerando che i tassi reali sembrano troppo bassi e le attività ad alta duration sembrano vulnerabili”. Per quanto riguarda i titoli finanziari, invece, beneficerebbero di un aumento dei tassi, “ma anche in un contesto di tassi più bassi e più lunghi, avrebbero comunque performance positiva, dato che i rendimenti dell’8-12% sembrano sempre più interessanti sia su base relativa che assoluta”.
COREA DEL SUD, BANCHE PRONTE A TRARRE VANTAGGI DALL’AUMENTO DEI VACCINI
Da uno sguardo al mercato della regione Asia-Oceania, infine, emerge come dopo un iniziale ritardo nel ritmo delle vaccinazioni rispetto a Europa e Usa, nell’ultimo mese Cina, Corea del Sud, Giappone e Australia hanno visto un’accelerazione. In particolare si distingue l’accelerazione della Corea del Sud, con valori quasi pari a quelli europei e statunitensi. “Questa situazione risulta essere particolarmente interessante per il settore bancario, con valutazioni sotto lo 0,5 di valore contabile per le banche che produrranno ROE del 9-10%. C’è anche la possibilità che si verifichino rialzi dei tassi entro la fine di quest’anno, il che dovrebbe spingere i rendimenti ancora più in alto”. Per un Paese che ha superato la crisi Covid meglio della maggior parte dei Paesi a livello globale, “con un conseguente blocco più contenuto dell’attività economica e dei potenziali NPL per le banche, crediamo che queste valutazioni siano molto interessanti e manteniamo un approccio conservativo poiché vediamo un upside del 50%” conclude il team di analisi.