All’Annual Meeting dedicato alle fondazioni di origine bancaria, organizzato da Itinerari Previdenziali, si è approfondito il tema della gestione patrimoniale nelle fondazioni bancarie.
Una fondazione bancaria gestisce il proprio patrimonio in modo differente rispetto a una banca o un’assicurazione. Il tema centrale rimane l’orizzonte temporale di lungo periodo. Gli investimenti guardano alle generazioni future con un’attenzione particolare alla conservazione del capitale.
“Rispetto a un tempo, in cui il tema della performance era centrale, oggi si ragiona più in un’ottica di gestione del rischio”, spiega Marco Casale, chief financial officer di fondazione CRT. “Quando scegliamo di investire, prendiamo posizioni lunghe che non devono essere condizione da logiche di breve, come possono essere i mercati finanziari. Operiamo secondo una logica di diversificazione dell’investimento e sul contenimento della volatilità”.
Ma quindi, quali investimenti...
Francesco Lorenzetti, chief financial officer di fondazione Cariplo, spiega che oggi, rispetto a un tempo, è molto difficile trovare il giusto equilibro tra rischio e rendimento. “I mercati obbligazionari europei non hanno più gli stessi rendimenti del passato: oggi garantire un rendimento al netto del capital gain e dell’inflazione maggiore del 2% è impossibile senza assumersi dei rischi. In aggiunta dobbiamo considerare anche che i troviamo in una fase matura di ciclo economico, dove l’aspettativa di crescita sarà sempre minore”.
Fabrizio Stazi, segretario generale di fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che la view dell’Ente per il 2019 non è così positiva. “Nei prossimi mesi definiremo la nostra view strategica in risposta ad una crescente volatilità sui mercati. Abbiamo già ridotto la nostra esposizione all’equity per mitigare il rischio di portafoglio”.
Investimenti illiquidi?
Secondo Casalle gli investimenti alternativi sono un ottimo strumento di diversificazione, ma devono seguire un approccio molto disciplinato. “Preferiamo quelle strategie che offrono una maggiore performance e che possano recuperare il capitale investito nel minor tempo possibile. Inoltre, la nostra Fondazione è particolarmente attenta ai costi dell’investimento e le strategie illiquide molto spesso sono molto onerose”.
Secondo Lorenzetti, considerando il quadro economico bisogna definire un’ampia diversificazione di portafoglio. “Al momento, in un’ottica di decorelazione, abbiamo un’esposizione del 19% in strumenti illiquidi”.
La fondazione Cassa di Risparmio di Perugia pensa che siano uno strumento che permette di ottenere dei rendimenti maggiori: “Andremo ad approfondire il tema nel corso dei prossimi mesi per poter mantenere una diversificazione di portafoglio secondo le migliori best practise internazionali".