Fondazioni di origine bancaria, come valorizzare il patrimonio

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Tim Marshall, Unsplash

Itinerari previdenziali, durante l’evento digitale “Fondazioni di origine Bancaria, conservare e valorizzare il patrimonio per perseguire la mission” ha voluto approfondire la capacità maturata nel tempo dalle Fondazioni di conservare e valorizzare il patrimonio, principale asset per perseguire la mission in termini sia di nuove asset class sia di strumenti finanziari utilizzati e anche per verificare come, in questo particolare momento storico, il governo potrebbe intervenire per agevolarne ulteriormente attività istituzionale e investimenti. 

“Questi enti si caratterizzano per un particolare allineamento tra la loro missione e gli investimenti a impatto sociale che possono aiutare la ripresa economica e ammodernare il sistema di protezione sociale, sotto pressione per le conseguenze dell’emergenza coronavirus, senza tuttavia trascurare la capacità di produrre redditività per il capitale impiegato”, spiega Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi. 

Giorgio Righetti, direttore generale Acri, ricorda il ruolo fondamentale che hanno giocato questi enti durante la pandemia: “Le fondazioni di origine bancaria già con la prima ondata di contagi hanno fatto interventi nei vari territori per un totale di 130 milioni di euro”, spiega. “Inoltre stanno dimostrando il loro importante contributo anche in questa seconda ondata”.

Cariparo ha implementato diverse strategie per affrontare l’emergenza: “abbiamo preso atto che la situazione avrebbe delineato bisogni urgenti sul territorio che si sarebbero sommati a quelli già pianficati”, spiega Antonella Ansuini, chief Financial Officer Fondazione Cariparo. “Abbiamo perciò rivisto la nostra asset allocation strategica e tattica, dando particolare importanza all’espetto della liquidabilità. Inoltre abbiamo implementato nuove policy relative agli investimenti socialmente responsabili e stiamo valutando investimenti su asset class reali come l’housing sociale”.

Marcello Bertocchini, presidente Fondazione CR Lucca, ricorda che anche questa crisi passerà come tutte le altre. “Il nostro compito è di controllare i rischi e assicurare la capacità erogativa per ottemperare alle nostre funzioni. Bisogna evitare in tutti i modi le potenziali crisi di liquidità che risultano sempre molto costose”.

Marco Casale, chief Financial Officer Fondazione Cassa di Risparmio di Torino spiega che è difficile stimare cosa accadrà nell’immediato futuro. I mercati si muovono ad intermittenza e il quadro di riferimento è di difficile interpretazione. Con i movimenti di mercato sempre più rapidi e imprevedibili, è impossibile intercettare rendimenti positivi senza assumere maggiori livelli di rischio. La nostra strategia si basa sulla diversificaizone nel lungo periodo con un polmone di liquidità nel breve”.

Roberto Giordana, vicedirettore generale Fondazione CR Cuneo ritiene che sono un’ampia diversificazione dell’investimento possa contenere il rischio complessivo. “È importante mantenere una percentuale elevata di liquidità”, spiega. Inoltre pensiamo che gli investimenti con un impatto sociale possano guidare la ripresa”.

La scelta della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì è stata di adottare un approccio scientifico rivedendo l’asset liability manamagent per combinare le politiche erogative del fondo con quelle d’investimento. “Abbiamo affiancato agli investimenti tradizionali anche quelli alternativi su asset class illiquide per aumentare la decorrelazione e definire un livello di copertura maggiore”, spiega Andrea Severi, segretario generale Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.