Fondi, il risparmio gestito dimentica 80 miliardi di euro

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gfpeck, Flickr, Creative Commons

Sono 3.751 fondi e il loro patrimonio ammonta a circa 80 miliardi di euro. Come dire, non proprio bruscolini. Parliamo di fondi dormienti, ossia prodotti di cui tutti, società di gestione e investitori, pare si siano dimenticati. A fare luce su questi fondi che producono scarsi risultati ci ha pensato Morningstar in un report dal titolo più che emblematico: Orphaned  Fund. La società d’analisi ha infatti analizzato 15.339 comparti in tutta Europa con un track record di 5 anni. Selezionando quelli con attività inferiori a 100 milioni di euro e con entrate/uscite nette di 10 milioni di euro o inferiori in ciascuno dei cinque anni solari fino al termine del 2017, lo studio ha individuato 3.751 fondi, appunto, ‘orfani’.

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In base alla ricerca, poi, la Francia possiede oltre un quarto dei “ondi orfani europei: in numero assoluto i comparti di questo tipo francesi sono 1.036. Seguono quelli domiciliati in Lussemburgo (762) e Germania (394). Il Regno Unito ne possiede 194. L’Italia non è nelle prime dieci posizioni di questo triste primato.

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Il fenomeno interessa le case di gestione di tutte le dimensioni: il problema non è limitato ai piccoli asset manager, ma in cima alla lista troviamo nomi importanti come Amundi (102), Allianz Global Investors (50) e BNP Paribas (49).

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Secondo le stime di Mornigstar, la maggior parte di questi fondi producono performance deludenti: quasi l'80% dei fondi orfani ha un rating neutro o negativo (in base al Morningstar Quantitative Rating). Inoltre si tratta di fondi molto costosi (le spese correnti mediane di un fondo orfano sono dell'1,71%. Se prendiamo solo quelli con rating negativo sale fino al 2,18%) e vengono lasciati aperti troppo a lungo (l'esistenza mediana di un fondo orfano è di 12,5 anni, nonostante le dimensioni mediane siano di 16,6 milioni di euro).

 "La proliferazione di fondi di investimento negli ultimi anni ha posto gli investitori davanti a sfide significative e, di fronte a questa varietà, la scelta stessa può spingerli a scoraggiarsi”, ha spiegato Jonathan Miller, direttore della Morningstar Manager Research per il Regno Unito.Se da un lato gli investitori devono utilizzare strumenti e analisi per valutare i loro investimenti, dall’altro le case di gestione hanno il dovere di offrire prodotti adatti ai potenziali sottoscrittori. Tuttavia, ci sono attualmente troppi fondi disponibili per gli investitori britannici ed europei, che per altro hanno commissioni elevate e producono risultati deludenti”.

L’adeguatezza di un investimento al cliente è un criterio fondamentale sancito dalla MiFID II, ma, dalla sua implementazione nel gennaio 2018, sono stati pochi gli sforzi per chiudere i fondi orfani” aggiunge l’esperto. “Resta da vedere se la normativa potrà essere il driver per affrontare questo problema. I dati mostrano che i clienti sono stati penalizzati da questi prodotti e quindi è necessario porre più attenzione al problema".